È morto Gianni Bisiach. Giornalista e scrittore, aveva 95 anni
Il giornalista sarà seppellito a Gorizia, dove era nato il 7 maggio 1927
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E’ morto questa mattina all’alba a Roma, all’età di 95 anni, Gianni Bisiach, giornalista, scrittore, autore di importanti inchieste e speciali di storia per la Rai, in particolare per Tv7 e per il Tg1 per cui ha curato per anni la rubrica di grande successo Un minuto di storia. Bisiach era ricoverato da tempo in una Rsa. A confermare la notizia, interpellato dall’Ansa, è l’avvocato Giorgio Assumma, suo amico di lunga data. Il giornalista sarà seppellito a Gorizia, dove era nato il 7 maggio 1927.
«Purtroppo - racconta Assumma all’Adnkronos - questa mattina sono stato svegliato da una telefonata della segretaria di Gianni, che mi informava della sua scomparsa. Gianni non aveva parenti e quindi con un po’ di amici stiamo cercando di organizzare una camera ardente e un saluto, su cui informeremo più tardi».
«Una delle ultime volte in cui l’ho sentito, Gianni Bisiach, sentendo la fine ormai vicina, mi disse che avrebbe voluto essere ricordato come un buon italiano, che aveva servito la patria con assoluta dedizione», ricorda Assumma. Una sorta di testamento spirituale, che Assumma oggi condivide in omaggio all’amico scomparso: «Ringrazio il Signore - mi disse ancora Bisiach - per avermi dato tante opportunità nella vita e rivolgo un pensiero ai tanti amici che mi hanno accompagnato nella mia esistenza».
Sangiuliano: profondamente rattristato
«Sono profondamente rattristato per la scomparsa di Gianni Bisiach, uno dei protagonisti della storia del giornalismo italiano del secondo Novecento che ha dato molto alla Rai e più in generale alla televisione nazionale. Ero legato a lui da sincera amicizia in un rapporto personale al quale devo molto. Esprimo sincero cordoglio a nome mio e del governo per questo grave lutto che colpisce il mondo della cultura». Così il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo aver appreso dalle agenzie della morte di Gianni Bisiach.
Il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ricorda Gianni Bisiach, «ineguagliabile testimone dei tempi», sottolineando che «se n’è andato, alla bella età di 95 anni, gran parte dei quali vissuti alla ricerca del mondo, direi dell’uomo, in ogni suo aspetto, in ogni suo segmento raccontandolo in modo magistrale e spesso contribuendo a cambiarlo in meglio. Gli telefonavo ad ogni compleanno per fargli gli auguri ed era sempre un grande piacere».
Nel 2011 gli era stato conferito il Premio Patroni Città di Gorizia. «Molti lo ricordano come un grande giornalista, qual’era, profondo conoscitore dei costumi e della politica nazionale e internazionale ma è stato anche scrittore, medico, conduttore radiofonico e televisivo e regista», ricorda Ziberna, che ripercorre le tappe della vita del giornalista: «Era nato a Gorizia nel 1927 e si era diplomato nel 1946 al liceo scientifico della città per poi spiccare il volo. Due lauree in medicina con il massimo dei voti, una delle quali in Africa, spaziando in varie specialità e lavorando con i più grandi luminari dell’epoca fra cui Franco Basaglia. Contemporaneamente coltivava una sua grande e precoce passione, già emersa quando viveva a Gorizia, quellà del cinema, collaborando con mostri sacri come Cesare Zavattini, Michelangelo Antonioni e Roberto Rossellini. Nel 1969 realizza il film ’I due Kennedy’, prodotto da Angelo Rizzoli e Alfredo Bini e insignito del Premio Spoleto Cinema 1970 a pari merito con Luchino Visconti (’La caduta degli dei’) e Federico Fellini (’Fellini Satyricon’)».
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