Salvini: ultimi fascisti quelli che a Milano odiano Israele. L’Onu condanni l’Iran
L’iniziativa della Lega partita a Largo Cairoli alle 15. Alla stessa ora il via al corteo, non lontano dal Duomo, da piazza Oberdan a piazza Missori, in cui i giovani palestinesi chiedono di aderire con lo slogan: “Palestina libera, fermate il genocidio”
I punti chiave
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«A qualche centinaia di metri da qui c’è un’altra manifestazione di cosiddetti antirazzisti che stanno attaccando Israele “stato terrorista”. Gli ultimi fascisti rimasti sono quelli che stanno sfilando per Milano e che odiano Israele, nostalgici dell’odio e della paura». Lo afferma il leader della Lega Matteo Salvini dal palco della manifestazione di Milano pro Israele, che si svolge in contemporanea con una manifestazione pro Palestina sempre a Milano.
Anche cartelli che inneggiano ad Hamas
Compaiono cartelli pro Hamas nel corteo di Milano pro Palestina. A tenerli in mano, un gruppo di tre persone italiane. Sui manifesti si legge chiaramente «Con Hamas, le brigate Ezzedin al-Qassam e il popolo palestinese». Sotto, una firma: «Partito Marxista-Leninista italiano». Avvicinati da Adnkronos, i manifestanti hanno così giustificato il loro sostegno al gruppo: «Hamas rappresenta l’unica vera resistenza per la Palestina e anti-imperialista. Ecco perché siamo con loro».
«Non abbiamo paura»
«Questa è una piazza che reclama libertà di pensiero e parola. La cosa che più mi ha colpito in negativo quando abbiamo convocato questa manifestazione sono state le decine di articoli che dicevano di non farla e di stare a casa perché è pericoloso. Voi siete la dimostrazione fisica che noi non abbiamo paura. E la paura è il primo risultato che portano a casa i terroristi». Così il leader della Lega Matteo Salvini dal palco della manifestazione pro Israele di Milano.
«Il nonstro nemico è il terrorismo»
«Questa è una piazza è aperta a qualsiasi fede. Il nostro nemico non è l’Islam ma il terrorismo, il fanatismo e l’estremismo». Per far finire le ostilità tra israeliani e palestinesi «l’obiettivo è due popoli e due Stati» ha aggiunto Salvini. «La sinistra, che appare confusa, rivendica giustamente parità di diritti. Lo abbiamo ricordato anche a Pontida, non ci sono etero o omosessuali, ci sono donne e uomini liberi di amarsi - ha continuato - Mi interessa poco della vita privata, però come fai a fare contemporaneamente una battaglia giusta per rivendicare i diritti Lgbt e poi difendere l’estremismo islamico?».
«L’Onu condanni l’Iran»
«Mentre siamo qui - ha continuato Salvini - in 68 Paesi islamici l’omosessualità è reato e in 6 paesi prevede la pena di morte. A Gaza l’omosessualità prevede dieci anni di carcere. Questa piazza chiede rispetto dei diritti umani e civili, a Milano, Gaza, Tel Aviv e ovunque». Per Salvini «la pena di morte non è mai la soluzione, mi aspetto che i vertici dell’Onu - ha concluso - volino a Teheran che in questi primi mesi ha avuto il record di condanne a morte per impiccagione: è una barbarie. E poi vanno a fare le pulci a Israele...».
La replica dal corteo pro Palestina
«Se Salvini cerca fascisti, antisemiti, fomentatori d’odio farebbe bene a guardare in casa. Ci dispiace che casa sua sia ridotta a quelle poco meno di mille persone che erano in piazza Cairoli, capiamo che sia difficile da sopportare». Così ai microfoni di LaPresse una manifestante che ha preso parte a corteo di Milano pro Palestina partito da Piazza Oberdan, arrivato a 4mila partecipanti. «Questa è la piazza della Milano che ama la libertà - ha detto la ragazza - meticcia, interculturale e che ritiene tutte le diversità una fonte di ricchezza e di valore». «Stiamo dicendo che non vogliamo nessuna guerra - prosegue - nessun razzismo né assistere o essere complici di un genocidio a Gaza come fa il Governo italiano che si è astenuto a un’importante votazione» delle Nazioni Unite. Il corteo si sta muovendo fra slogan e bandiere. In piazza sarebbero presenti alcune migliaia di persone.
Le perplessità del centrodestra sulla manifestazione milanese della Lega
Sulla manifestazione «per i valori occidentali» indetta dal leader leghista, gli alleati del centrodestra avevano mostrato più di una perplessità, con la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Augusta Montaruli, che aveva invitato ad «evitare situazioni rischio» e il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè (Forza Italia), che aveva rincarato la dose: «Non si tratta di un errore, ma è solo una questione di opportunità. La preoccupazione è che andare in piazza in questo momento, inconsapevolmente, possa attirare elementi esagitati, fomentare chi non crede nei nostri valori e provocare forti contestazioni».
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