Due ruote

Shimano tiene sotto scacco il mercato globale delle biciclette

Il produttore giapponese di cambi e freni ha in mano il 65% delle bici di qualità: con il boom delle vendite non riesce a stare dietro agli ordini

di P.Sol.

Dall’Eroica all’Europa, 24 storie di bici

2' di lettura

I costruttori automobilistici sono stati messi in ginocchio dalle carenze di materie prime e di chip che rallentano la produzione. Anche per le biciclette il nodo è legato alle difficoltà delle commodities. Ma, di fronte all'esplosione della richiesta per la mobilità a due ruote a livello globale, la vera fragilità emersa per il settore è quella della filiera, in particolare per gli accessori.

Già l'anno scorso, all'indomani del lockdown, la produzione in tutto il mondo aveva dovuto fare i conti con la lentezza degli approvvigionamenti dei componenti, soprattutto quelli in arrivo dal Far East, bloccati dalle difficoltà logistiche e poi appesantiti dall'aumento delle materie prime.

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Le difficoltà del leader di mercato Shimano

Il vero punto debole delle due ruote, che mette in difficoltà i rivenditori di fronte a un mercato ancora in forte espansione, è emerso negli ultimi mesi e, secondo il Financial Times, ha un nome: Shimano. La casa giapponese che, oltre a produrre articoli per la pesca e attrezzature per il canottaggio, è ben noto nel mondo per cambi e freni ha in mano il 65% del mercato dei cicli di qualità.

Nel primo trimestre dell'anno quei cambi e quei freni sono andati a ruba: i ricavi della divisione di componenti per biciclette del gruppo nipponico sono lievitati del 76% a 103,8 miliardi di yen (791 milioni di euro) con un utile operativo balzato di quasi il 170% a 27,7 milioni (211 milioni di euro).

«Nei mercati internazionali, compresa l'Europa e il Nordamerica, le vendite al dettaglio di biciclette si sono confermate robuste e prosegue l'incapacità dell'offerta di mantenere il ritmo della domanda – aveva dovuto ammettere Shimano nel suo report finanziario trimestrale -. Di conseguenza proseguono in tutti i Paesi le carenze di magazzino».

Lo sgomento dei clienti

Una dichiarazione di impotenza che ha lasciato increduli i clienti. «Siamo stati costretti a guardarci intorno per sperimentare fornitori differenti», ha affermato al quotidiano britannico Eric Bjorling, brand director dell'americana Trek, uno dei maggiori produttori mondiali. D'altra parte i tempi tra ordine e consegna si sono allungati a 400 giorni per Shimano, ma per alcune componenti come ruote e freni idraulici l'attesa sarebbe ben più lunga.

I ritardi hanno pesato anche su una startup di grido come la LeMond, fondata dal tre volte vincitore del Tour, l'americano Greg LeMond, che ha dovuto rinviare di quattro mesi l'avvio della produzione di fronte al taglio dell'80% delle consegne da parte di Shimano.

Anche se è difficile prevedere quanto possa durare una domanda così sostenuta per la mobilità a due ruote, le difficoltà del produttore giapponese potrebbero aprire nuove opportunità per i concorrenti a partire dall'italiana Campagnolo, la cui leadership globale nei cambi era stata strappata proprio da Shimano.

Ma per Shimano la sfida per difendere il mercato è durissima. Anche se, come sostiene Antonio Dus, Ceo della Pinarello, la sua posizione non può essere scalfita grazie alla qualità dei suoi prodotti: «La chiave per il futuro per Shimano è connettersi ai brand con modalità più rapide e flessibili in modo da poter anticipare e i trend e fare gli opportuni aggiustamenti produttivi».


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