È tempo di tornare a contare: come la cosmesi made in Italy può superare la crisi
Le cifre, più che di una (prevedibile e temporanea) contrazione del mercato, parlano di una profonda trasformazione delle abitudini. E di tre linee guida: idratazione, protezione, igiene.
di Marika Gervasio
3' di lettura
Pelle idratata, make-up viso leggerissimo e focus sugli occhi: ecco come sarà il trucco sopra e sotto la mascherina ai tempi del Covid-19. Via libera a fondotinta leggeri, acque e creme idratanti, trattamenti di pulizia, ma anche fluidi opacizzanti per combattere il vapore acqueo che si forma dietro la mascherina e che potrebbe rendere lucida la pelle del viso. Niente fard, poco rossetto, a meno che non si tratti di balsami labbra leggeri o lipstick a lunga tenuta per evitare sbavature, e tanto colore sugli occhi con eyeliner, ombretti e mascara.
Frivole (e neanche troppo) indicazioni di bellezza dietro le quali, però, si cela uno stravolgimento: quello che ha portato la pandemia nelle abitudini di vita, creando gravi problemi in tutto il mondo non solo a livello sanitario, ma anche sociale ed economico. Settore della cura di sé compreso. Basti citare i dati previsionali di chiusura d'anno della cosmesi italiana, eccellenza dell'industria manifatturiera made in Italy. Si prefigura una contrazione dell'11,6 per cento del fatturato, a 10,5 miliardi di euro, a causa della flessione del 15 per cento dell'export, voce fondamentale per le aziende del comparto, ma anche dei consumi interni che scenderanno del 9,3 per cento, a 9,6 milioni di euro. Proprio sui consumi si è fatto sentire l'effetto coronavirus.
«L'impatto dell'emergenza sanitaria è stato forte», commenta Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, l'associazione che rappresenta le imprese della cosmesi del nostro Paese. «La pandemia ha modificato il comportamento d'acquisto degli italiani: più prodotti per l'igiene del corpo, in forte riduzione make-up, solari e dermocosmesi, mentre sono cresciuti i consumi di prodotti per capelli e colorazione domestica. Tutto questo non solo durante il lockdown. L'impatto del Coronavirus si sentirà anche dopo l'emergenza: i cosmetici del post Covid-19 saranno prodotti che offrono un alto contenuto di idratazione, protezione e igienizzazione, perché questo chiede il cliente».
Durante il lockdown primaverile, le persone sono uscite meno di casa, le occasioni sociali si sono drasticamente ridotte, quindi niente (o poco) trucco per stare in casa, piuttosto saponi e gel detergenti e disinfettanti, creme idratanti per le mani stressate dai frequenti lavaggi e dall'uso di prodotti igienizzanti. Hanno più o meno tenuto le vendite di cosmetici in super e ipermercati, drugstore e farmacie – tra i pochi esercizi commerciali a essere rimasti aperti – a discapito delle profumerie che, pur potendo continuare a vendere, hanno preferito chiudere per motivi di sicurezza. Con un solo unico vincitore in questa situazione: l'e-commerce, che ha registrato un'impennata fuori dal comune. Tutto è cambiato, dunque. Secondo i dati Nielsen, elaborati da Cosmetica Italia, nel primo semestre dell'anno, il trucco per le labbra ha perso il 24 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 (-60 per cento nel periodo del lockdown, da marzo a maggio), mentre quello per gli occhi il 10 per cento (-29 per cento durante il lockdown).
L'attenzione all'igiene, alla sicurezza, alla prevenzione continuerà a far parte del nostro quotidiano anche nei prossimi mesi non solo per quanto riguarda i prodotti, ma anche i loro contenitori. «Crescerà la popolarità di packaging che manterranno il prodotto sterile, come gli applicatori a pompa, gli airless, gli spray che sono antibatterici e a volte anche self-cleaning», aggiunge Matteo Moretti, presidente del Polo tecnologico della cosmesi di Crema. «Un discorso a parte meritano i gel disinfettanti per le mani, il cui consumo è cresciuto esponenzialmente. In molti pensano che esista un grosso potenziale perché diventino una categoria a sé e molto più ampia di oggi, grazie all'uso di packaging premium e all'offerta di ulteriori benefici di idratazione all'interno del prodotto».
Dalla scelta dei prodotti al cambiamento dei canali di acquisto. Durante il lockdown di marzo-aprile, hanno sofferto pesantemente, per le chiusure obbligatorie e per la scarsa frequentazione dei consumatori, alcuni settori professionali – come i saloni di bellezza e i centri estetici. Lo dimostra l'andamento straordinario delle vendite online che, nei primi sei mesi del 2020, hanno registrato l'unico incremento dei consumi, +39 per cento, con previsioni, a fine anno, di una crescita del 35 per cento per un valore delle vendite che tocca i 670 milioni di euro (dati Cosmetica Italia). Per gli operatori del settore non resta che incrociare le dita e sperare nelle spese natalizie che, da sempre, rappresentano la fetta più importante di ricavi dell'anno per il settore beauty.
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