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Earth Overshoot Day: Madre Terra ha esaurito tutte le risorse del 2023

Questo è il giorno in cui la domanda di risorse naturali supera la capacità della Terra di rigenerarle entro la fine dell’anno

di Elena Comelli

Tg Ambiente - 30/7/2023

4' di lettura

Dal 2 agosto siamo in debito con la Terra. È l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui la domanda di risorse naturali supera la capacità della Terra di rigenerarle entro la fine dell’anno, in base ai calcoli del Global Footprint Network. L'umanità, con i suoi oltre 8 miliardi di abitanti, consuma infatti ben più risorse di quante la Terra sia in grado di rigenerare in 12 mesi di tempo e avrebbe ormai bisogno di 1,7 pianeti per andare in pari. Da cinquant’anni a questa parte l’Overshoot Day si sposta sempre più indietro, tranne piccole oscillazioni come quella di quest’anno, in cui la data dello sovrasfruttamento è caduta qualche giorno dopo quella dell’anno scorso, fissata al 28 luglio. In generale, però, la tendenza è univoca: nel 1973 l'Overshoot Day cadde il 3 dicembre: allora sforavamo di pochi giorni il nostro budget annuale. Nel 2003, il 12 settembre, nel 2013 il 3 agosto. La data arretra sempre più e il nostro debito ecologico cresce in proporzione.

Un debito ecologico che ammonta a 18 anni

Oggi si stima che il debito ecologico cumulativo sia equivalente a 18 anni terrestri: questo significa che ci vorrebbero 18 anni di totale inutilizzo delle risorse terrestri per compensare i danni provocati dallo sovrasfruttamento umano, supponendo che i danni possano considerarsi reversibili.
Negli ultimi 5 anni la tendenza sembra essersi assestata, ma è difficile stabilire quanto questo sia dovuto al rallentamento dell’economia dovuto alle conseguenze della pandemia o agli sforzi di decarbonizzazione. Tuttavia, la riduzione del nostro debito nei confronti del Pianeta è ancora troppo lenta. Per raggiungere l’obiettivo dell’Ipcc delle Nazioni Unite di ridurre del 43% le emissioni di gas serra a livello mondiale entro il 2030 (rispetto al 2010) sarebbe necessario spostare in avanti l’Earth Overshoot Day di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni.

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In Italia Overshoot già il 15 maggio

L'Italia peraltro è uno dei Paesi con il più elevato debito ecologico. L'Overshoot Day nel nostro Paese è arrivato già il 15 maggio: da quella data, gli italiani sono in debito con la Terra, un debito importante considerando che siamo in anticipo di 250 giorni sulla fine dell'anno. Le attività quotidiane che impattano maggiormente sull'impronta degli italiani sono i consumi alimentari (25% dell'impronta totale) e il settore dei trasporti (18%). In pratica, se tutti vivessero come gli italiani servirebbero 2,8 pianeti per soddisfare i bisogni collettivi. E ne servirebbero ben 5 se tutti vivessero come un cittadino degli Stati Uniti.

Il Global Footprint Network

A fornire questi dati è il Global Footprint Network, un'organizzazione internazionale impegnata dal 2003 nella battaglia contro l’emergenza climatica e nel calcolo specifico dell’impronta ecologica dell’umanità. L’istituto, fondato dall’ambientalista svizzero Mathis Wackernagel, ha messo a punto un sistema di misurazione che permette di stabilire qual è il momento in cui il bilancio ecologico del pianeta va in rosso perché abbiamo consumato le risorse disponibili per quell'anno e andiamo avanti facendo un debito che pagheranno i nostri figli e nipoti. Nella “domanda di risorse” sono inclusi: cibo, fibre, legname, uso del suolo per strade ed infrastrutture, produzione energetica, produzione di cemento e assorbimento dei rifiuti, tra cui la CO2 generata da combustibili fossili.

Un po' di numeri

Del resto basta qualche numero per rendersi conto dello sbilancio crescente. All'inizio del Novecento l'umanità consumava 6 miliardi di tonnellate di materiali (comprendendo minerali, biomasse e combustibili fossili). Nel 1970 si era arrivati a 27 miliardi di tonnellate. Oggi abbiamo superato i 100 miliardi. Continuando così a metà secolo saremo a 180 miliardi di tonnellate. La massa dei materiali artificiali, quelli che mettiamo in movimento noi, ha già superato la biomassa: gli umani pesano molto di più della natura. Per non parlare del confronto con il regno animale: ormai solo il 4% dei mammiferi sulla terra sono selvatici, il 60% è bestiame da macello allevato per l’alimentazione umana e il 36% siamo noi.
Quest’anno l’Earth Overshoot Day arriva in un'estate di fuoco, dove le conseguenze della crisi climatica stanno flagellando tutto il pianeta, dal Nord America al Mediterraneo. Il persistente superamento porta a effetti sempre più evidenti, tra cui ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni. Secondo l'ultima analisi del World Weather Attribution, le ondate di calore che nelle ultime settimane hanno attraversato l'Europa e gli Stati Uniti sarebbero “virtualmente impossibili” senza il cambiamento climatico generato dall'uomo.

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Eppure esistono delle soluzioni

La buona notizia è che le soluzioni ci sono, basterebbe adottarle per avere un impatto significativo sul tipo di futuro che vogliamo: per esempio se usassimo energia proveniente per il 75% da fonti rinnovabili potremmo spostare l'Overshhot Day di 26 giorni, mentre dimezzare lo spreco alimentare farebbe guadagnare 13 giorni. Gli analisti del Global Footprint Network indicano come prioritario un cambio di rotta soprattutto nelle abitudini alimentari dell’umanità: “Se riducessimo il consumo globale di carne del 50% e utilizzassimo più proteine vegetali, sposteremmo l'Overshoot Day di 17 giorni!” è il messaggio lanciato dagli esperti del Global Footprint Network, che suggeriscono questo cambiamento come una delle soluzioni prioritarie al problema. Una soluzione facilmente attuabile da chiunque, fin da subito.

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