Ecco le 12 startup italiane selezionate per ScaleIT
di Si.Pas.
2' di lettura
Artemest, CharityStarts, Cogisen, Entando, Martha’s Cottage, Mosaicon, ONO 3D, Soundbreef, StreetLib, Supermercato24 e The Digital Box e Wib Machine. Sono le 12 scaleup italiane che il 17 e il 18 ottobre si presenteranno a numerosi fondi internazionali di venture capital (tra cui 83 North, Acton Capital, Amadeus Capital, Balderton, Columbia Lake Partners, Draper Esprit, Early Bird Venture Capital, EC1 Venture Capital, Highland Europe, Holtzbrinck Ventures, Idinvest, Iris Capital, Nauta Capital, Next World Capital, Omnes Capital, Partech Ventures, Redline Capital) alla ricerca di opportunità di investimento serie A, B e C, da 3 fino a 30 milioni.
Fondi di vc e scaleup saranno, infatti, i protagonisti della terza edizione di ScaleIT (che quest’anno si rivolge anche all’Europa sud-orientale): la piattaforma-evento dedicata alle imprese innovative che, a differenza delle startup, hanno già testato e sviluppato il proprio modello di business. Sono proprio le scaleup quelle che avrebbero più bisogno di quote di capitali che difficilmente si trovano sul mercato italiano. Nonostante nel primo quadrimestre del 2017 - come mostrano i dati dell’ultimo European venture capital report realizzato dal database di venture capital Dealroom – gli investimenti europei abbiano superato i 5 miliardi di euro, solo una piccola parte ha interessato il nostro Paese. L’Italia, con 46 milioni di euro, è ancora in forte svantaggio, non solo rispetto a economie più forti e mature come Francia, Germania e Regno Unito, ma anche a Paesi come la Spagna.
Una nazione che nei primi tre mesi dell’anno ha superato i 300 milioni di euro di investimenti. Si tratta di una situazione dovuta anche al fatto che l’Italia sembra essere il Paese europeo meno aperto ai capitali internazionali. Oltre il 66% dei fondi di vc raccolti dalle startup italiane proviene infatti da operatori nazionali che non sempre hanno la potenza di fuoco dei vc internazionali. Questo, secondo Lorenzo Franchini fondatore di ScaleIT, si traduce in investimenti troppo esigui per sostenere la crescita di imprese con business già maturi e che per questo motivo finiscono, nel 29% dei quasi per emigrare all’estero. Andarsene però non è l’unica scelta.
«In Italia e in Europa sud orientale non mancano realtà interessanti» spiega Franchini. ScaleIT, per esempio, ne ha censite 600, e le 8 che, nell’edizione 2015, sono state presentate agli investitori «hanno raccolto 45 milioni, generando un quarto degli investimenti del mercato delle imprese innovative italiane», rivela Franchini, che conclude: «Ciò che è mancato davvero – conclude il fondatore - è la capacità di sostenerle. E per questo con ScaleIT lavoriamo per mantenere un dialogo costante con gli oltre 300 investitori con cui abbiamo costruito un rapporto di fiducia».
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