Ecco chi è Sergey Shapran, l’ucraino che vuole rilanciare Termini Imerese
L’imprenditore, 38 anni, ha rilanciato nel 2011 il gruppo Alumeta che si occupa di alluminio. In Sicilia punta a investire subito 45 milioni. Con fondi propri
di Nino Amadore
I punti chiave
- L’azienda nata dalle ceneri dell’Urss
- A Termini Imerese la base per lo sviluppo in Europa
- Investimenti con capitali propri
3' di lettura
Si chiama Sergey Shapran, ha 38 anni ed è il Ceo di Alumeta Group. È lui che ha deciso di intraprendere la via siciliana per il rilancio in Europa occidentale delle attività della holding il cui componente principale è Brovary Aluminium Plant (Braz), leader europeo nel settore dei metalli non ferrosi, che detiene una quota di maggioranza del mercato interno ucraino e clienti da 30 paesi europei verso i quali esporta oggi il 90% della produzione. la scelta di Shapran è caduta su Termini Imerese e sullo stabilimento che fu della Fiat e che poi è passato alla Blutec, oggi in mano a tre commissari.
L’azienda nata dalle ceneri dell’Urss
Alumeta è un’azienda per così dire giovane come giovane è lui, Sergey imprenditore con la passione per la politica e per i giornali: è suo il giornale Chestnaya Gazeta da lui fondato nel 2012. È nel 2011 che Sergei Shapran, a 26 anni, proveniente da un'esperienza di capo dell'ufficio legale dell’azienda ucraina Metalplast e prima ancora fondatore e Ceo delal società di investimento “First International Trust Capital”, decide di creare una propria azienda e di acquistare il complesso industriale di Brovary e di rilanciarlo. L'impianto, era stato costruito nel 1979 e dopo il crollo dell'Urss era andato gradualmente in bancarotta toccando il punto peggiore nel 2010.
«Nessuno credeva che avremmo davvero avuto successo. Tuttavia, siamo stati in grado e oggi stiamo lavorando a pieno regime e i nostri dipendenti sono fiduciosi per il domani» ha raccontato a Forbes l'imprenditore Shapran. È stato Shapran a creare un nuovo marchio aziendale (Braz) che presto è entrato a far parte di Alumeta Group: l'azienda è passata dai 30 dipendenti del 2011 agli 800 dipendenti del 2021. Oggi l'azienda ucraina produce mediamente oltre 22.000 tonnellate di pezzi in alluminio finiti e l'assortimento dello stabilimento è di oltre 20.000 prodotti.
A Termini Imerese la base per lo sviluppo in Europa
«Sono contrario al fatto che siamo considerati una base di materie prime per altri paesi ed esportiamo solo rottami metallici. L'Ucraina dovrebbe esportare un prodotto finito con un alto valore aggiunto per portare denaro nel paese» ha detto Shapran. Poi è arrivata la guerra con nuove dinamiche e ha impresso un cambio di strategia: «Il sito di Termini Imerese è la base per la strategia di crescita in Europa – dicono da Alumeta –. Cercavamo un sito in Europa già da prima dello scoppio della guerra. Il mercato è in continua espansione e dobbiamo aumentare la capacità produttiva. Sicuramente inoltre il nostro stabilimento in ucraina sarà fortemente impegnato nella produzione per la ricostruzione finita la guerra».
Investimenti con capitali propri
Un primo punto sull’investimento siciliano è stato fatto a Palermo lunedì 13 febbraio: e in quell’occasione è emerso che il bando per l’assegnazione dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese, potrebbe arrivare entro un mese. Sempre in quell’occasione il Polo Meccatronica ha illustrato i dati principali del business plan del gruppo ucraino Alumeta interessato allo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. dati principali del progetto: 41 milioni di euro per l'investimento iniziale, di cui 27 milioni di capitali propri e 14 di finanziamento bancario. Prevista la realizzazione di una fabbrica di produzione di profilati e componenti di alluminio, con una capacità di 1.100 tonnellate al mese. L’avvio a regime in 24 mesi e, nella prima fase, l’assunzione di 250 lavoratori. «Per avere tempi certi nel progetto abbiamo previsto intanto investimenti con capitali propri e finanziamento bancario, non è previsto al momento l'accesso ad incentivi – spiegano dall’azienda –. Sicuramente potrà essere interessante valutare gli incentivi per l'ampliamento del progetto per il trattamento/recupero di altri metalli come ad esempio il rame».
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