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Ecco come la Puglia investe le risorse europee

La regione è tra quelle che ricevono la quota maggiore di finanziamenti, impiegati in larga parte per il sostegno del sistema produttivo del territorio

(weyo - stock.adobe.com)

3' di lettura

Con 20,9 miliardi di euro ricevuti nell'ambito dei fondi europei di coesione (costituite dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) dello stato italiano più i fondi strutturali europei Fesr e Fse) nel periodo 2014-2020, la Puglia è la terza beneficiaria di queste risorse in numeri assoluti, dopo Campania (26,1) e Sicilia (24,2). Sul totale dei 113 miliardi destinati al nostro paese, questa regione ne ha assorbito il 18,5%.
La Puglia peraltro è la regione italiana che più di tutte ha usato i fondi europei Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) e Fse (Fondo Sociale Europeo) nel periodo di programmazione 2014-2020. La spesa certificata al 31 dicembre 2022 è pari infatti al 94,87% delle risorse complessive programmate, come confermano i dati di riepilogo pubblicati dall’Agenzia per la Coesione Territoriale.
Ma per quali obiettivi sono stati utilizzati complessivamente tutti questi fondi? Se si guarda ai settori di intervento, indicati sul portale Opencoesione, circa un terzo, una somma cioè pari a 7,9 miliardi di euro, sono stati impiegati a sostegno della competitività delle imprese. Fondi che hanno consentito al mondo produttivo del territorio di posizionarsi al di sopra della media nazionale nei tre indicatori con cui viene misurata la competitività delle imprese: capacità di esportare, per cui la Puglia nel 2021 ha raggiunto un punteggio di 35,43 contro una media italiana di 31,99, tasso di iscrizione lordo nel registro delle imprese (5,63 contro 5,47) e tasso di natalità delle imprese (6,89 contro 6,51).

I FONDI DI COESIONE IN PUGLIA
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La seconda voce di investimento più importante ha invece riguardato i trasporti e la mobilità. Da questo punto di vista, l'intervento più significativo sotto il profilo economico è il raddoppio del binario della linea di alta velocità Napoli-Bari nella tratta Orsara-Bovino. Un percorso di 12 chilometri, il cantiere si è aperto nell'agosto scorso, finanziato per 500 dei 560 milioni complessivi grazie ai fondi europei di coesione.
Sul fronte dell'avanzamento dei lavori, solo il 15% degli oltre 71mila progetti finanziati nell'ambito dei fondi di programmazione per il periodo 2014-2020 è in dirittura d'arrivo. Più nel dettaglio, il 7% riguarda progetti conclusi, cui si aggiunge un 8% di progetti liquidati. Si tratta cioè, in quest'ultimo caso, di un progetto per il quale oltre il 95% dei fondi è già stato erogato ma che ancora non ha visto il termine dell'esecuzione. La stragrande maggioranza, pari all'82%, fa invece riferimento ad attività che sono iniziate ma che ancora non sono state completate. C'è infine una piccola parte, pari al 4%, ancora ferma al palo: tra questi ci sono ad esempio il piano Puglia digitale per l'ecosistema agricoltura territorio ambiente (38 milioni) o una campagna di comunicazione per lo sviluppo del turismo incoming a cura di Aeroporti di Puglia (37 milioni).
Un andamento, quello pugliese, in linea con quello nazionale. Se infatti la media nazionale è quella di un 10% di progetti conclusi, la percentuale di quelli liquidati scende al 6%. Il 78% dei progetti è ancora in corso, quota paragonabile a quella della Puglia, mentre il 5% dei progetti non è nemmeno stato avviato.
Fin qui il ciclo che si è concluso nel 2020. Ma qual è la situazione per quanto riguarda il settennato successivo? Al momento, nell'ambito dei fondi di programmazione Fesr e Fse+, Regione Puglia si è vista riconoscere finanziamenti complessivi per una somma pari a 5,6 miliardi di euro, cifra che in termini assoluti la rende seconda dietro solo alla Sicilia. Di questi, 3,7 miliardi arrivano dai fondi europei di coesione, risorse che saranno erogate per tre miliardi nell'ambito del Fondo europeo per lo sviluppo regionale e per 700 milioni in quello del Fondo sociale europeo.
Per quanto riguarda i settori di utilizzo di questi finanziamenti, la voce più significativa riguarda la competitività e l'innovazione, che assorbirà 1,2 miliardi, ovvero il 40% di quelli erogati nell'ambito del programma Fesr. Più nel dettaglio, 548 milioni andranno alle Pmi, per sostenerne la crescita e la competitività e per generare posti di lavoro, 385 milioni sosterranno l'attività di ricerca ed innovazione del settore produttivo pugliese, 143 milioni finanzieranno la transizione digitale, infine 82 milioni verranno dedicati alla formazione dei lavoratori per consentire loro di affrontare al meglio la digitalizzazione e la transizione ecologica.
L'economia verde avrà a disposizione 858 milioni di euro, il settore welfare e salute potrà contare su uno stanziamento complessivo di 804 milioni, il comparto istruzione e lavoro beneficerà invece di risorse pari a 464 milioni di euro.

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