Senato

Ecco il ddl bipartisan pro-artigiani: dalla cedolare secca al 10% alle botteghe storiche

Il disegno di legge di una decina di articoli è all’esame della commissione Industria

di Andrea Carli

Sempre meno artigiani e sempre piu' anziani, perse 170 mila imprese in 10 anni

3' di lettura

È una proposta di legge bipartisan. E già questo è un elemento che non passa inosservato, in giorni caratterizzati da divergenze non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno delle forze politiche che sostengono il governo: dalla riforma della giustizia al ddl Zan contro l’omotransfobia, alla vaccinazione obbligatoria. Ed è una proposta che punta a rilanciare uno dei settori più colpiti dalla crisi economica, già prima della pandemia coronavirus, fiore all’occhiello del Made in Italy.

Le proposte: dalla cedolare secca al riconoscimento di bottega storica

Tra le soluzioni delineate, quella dell’articolo 3: l’introduzione della cedolare secca al 10% sugli affitti da locazione sugli immobili adibiti a laboratori per arti e mestieri, e quindi «strumentali all’esercizio di impresa artigiana nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale». Compresa anche la categoria catastale C/3. Il beneficio fiscale per le locazioni degli immobili a uso commerciale aiuta ad affrontare il problema della desertificazione dei centri urbani. Oppure (articolo 2) la definizione di una cornice normativa per il riconoscimento della qualifica di bottega storica e artigiana all’impresa che esercita la propria attività in locali che hanno particolare valore per la comunità sul territorio della quale sorgono, di per sé capaci di contribuire alla salvaguardia architettonica e collettiva del tessuto urbano di riferimento.

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Ddl all’esame della commissione Industria del Senato

A delineare queste soluzioni è un disegno di legge parlamentare (“Misure per la tutela e lo sviluppo dell’artigianato nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale”) a prima firma Stefano Collina (Pd) ma che comprende le firme di esponenti dei diversi gruppi, dal Movimento 5 stelle a Italia viva, passando per Fratelli d’Italia e Udc. Il testo, presentato il 4 marzo, è all’esame della commissione Industria del Senato. La norma, si spiega nel dossier del Servizio studi, riguarda «i canoni di locazione dei locali destinati all’esercizio dell’impresa artigiana nella sua espressione territoriale, artistica e tradizionale, di superficie fino a 600 metri quadrati». Gli affitti, si legge nel documento di palazzo Madama, «potranno essere assoggettati al regime della cedolare secca, con l'aliquota del 10%, in alternativa al regime ordinario vigente per la tassazione del reddito fondiario ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef)». Il disegno di legge si compone di 10 articoli e nel primo si specifica che l'impresa artigiana avrà «come scopo prevalente lo svolgimento di produzione di beni, anche semilavorati, dotati di particolare valore creativo ed estetico in ragione del processo di lavorazione manuale applicato».

L’impatto della crisi sulle imprese artigiane (anche prima del Covid)

Nel dossier, pubblicato questo mese, si ricorda che in base ai dati pubblicati dal Centro studi della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, il numero delle imprese artigiane registrate nelle province italiane si è ridotto nel decennio 2008-2018 del 12,5% passando da quasi un milione e mezzo di unità (1.496.645) a poco più di 1,3 milioni (1.309.478). Una riduzione che «riguarda tutte le province italiane». Le imprese artigiane rappresentano nel complesso il 21,5% delle imprese italiane (dato aggiornato al 2018). La loro presenza è più marcata nelle regioni del nord (29,3% in Valle d’Aosta, 28% in Emilia Romagna, 27,4% in Friuli-Venezia Giulia, 27,2% in Piemonte) rispetto a quelle del sud Italia (11,6% in Campania, 15,7% in Sicilia 17,6% in Calabria, 17,8% in Puglia). Il settore nel quale si concentra il maggior numero di imprese artigiane è quello delle costruzioni (492.753 imprese nel 2018, pari a circa il 38% del totale). Il numero complessivo di occupati nelle imprese industriali e dei servizi a carattere artigiano nel 2016 risultava pari a 2.689.350 unità (16,7% del totale). Di questi, quasi un milione risultava impiegato nelle filiere dell’industria manifatturiera (35%) mentre 721.422 addetti (27%) risultavano occupati nel settore delle costruzioni.

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