Ecco perché la comunità Lgbtq+ investe diversamente
La banca svizzera ha preso in esame i fattori che caratterizzano la comunità Lgbtq+ e hanno disegnato i diversi bisogni di risparmio e di investimento.
di Monica D'Ascenzo
I punti chiave
3' di lettura
Famiglia, incertezze sul lavoro, cure sanitarie, vita in città e longevità sono i fattori che differenziano le scelte Lgbtq+ negli investimenti. Secondo la banca svizzera Ubs i membri della comunità Lgbtq+ (acronimo riferito a persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e queer; il plus indica una serie di altri soggetti tra cui asessuali e intersessuali) tendono a rendersi indipendenti prima dalle famiglie di origine, oltre a dover provvedere a come poter tutelare il futuro della compagna o del compagno, perché in molti Paesi mancano leggi adeguate. «Gli investitori Lgbtq+ - si legge nel report Ubs - potrebbero essere costretti a diventare finanziariamente indipendenteprima di altri. Costruire un programma che consenta una liquidità sufficiente per coprire le spese quotidiane può quindi essere importante».
Le opportunità di impiego
Gli analisti sottolineano, poi, che nei casi in cui «manca una famiglia alle spalle» diventa anche più complesso intraprendere attività professionali autonome o imprenditoriali. La famiglia, infatti, spesso è la prima fonte di reperimento di capitali in caso di avviamento di nuove attività o di startup. L’incertezza sul lavoro dipendente dovuta ai pregiudizi potrebbe portare poi a un licenziamento: negli Usa la metà della comunità Lgbtq+ e in Uk un terzo preferisce non far sapere sul lavoro delle proprie scelte private, sottolineano da Ubs. «Essere Lgbtq+ può significare avere meno opportunità di impiego a livello globale, perché una settantina di Paesi al mondo, ad esempio criminalizzano la comunità Lgbtq+ e nella maggior parte dei Paesi non hanno l’uguaglianza matrimoniale» osservano gli analisti di Ubs, aggiungendo: «Economicamente, la popolazione Lgbtq+ vive in un mondo più piccolo con meno opportunità di quelle esistenti per i non Lgbtq+».
I costi maggiori da affrontare
Inoltre più spesso vivono in città, più costose della provincia, e nel caso di decisioni di cambio sesso devono affrontare cure costose. «Le aree urbane hanno un costo della vita più elevato rispetto alle aree rurali. Se i giovani adulti Lgbtq+ hanno maggiori probabilità di vivere nelle aree urbane e affrontare questo costo della vita più elevato, è meno probabile che siano in grado di generare risparmi rispetto ai loro coetanei non Lgbtq+. L’incapacità di accumulare risparmi nei primi anni di vita può mettere i membri della comunità Lgbtq+ in una situazione di svantaggio come investitori». I dati su studi Usa relativi alle coppie Lgbtq+ dimostrano che al momento della richiesta di un mutuo hanno in medie meno risparmi dei non Lgbtq+ e questo abbassa le loro possibilità di ottenere il prestito e quindi di poter acquistare una casa.
Le coppie più longeve
Ubs sottolinea infine che le coppie di lesbiche in genere sono più longevee quindi devono garantirsi una vecchiaia serena. «I dati statunitensi del 2018 hanno rilevato che un 45enne di una coppia etero aveva un’aspettativa di vita media di 88,5 anni, rispetto a 90,5 anni e 87 anni per donne e uomini di coppie dello stesso sesso» si legge nel report. In età da pensione, poi, c’è un’altra particolarità sottolineata da Ubs: «Una seconda considerazione per i pensionati Lgbtq+ è cosa succede alla pensione in caso di decesso. Molti Paesi non riconoscono giuridicamente il passaggio della pensione ai coniugi, partner civili o partner registrati. I diritti dei sopravvissuti possono essere limitati. Un partner Lgbtq+ sopravvissuto potrebbe perdere poi, in alcuni Paesi, l’accesso alle prestazioni assistenziali».
Le risorse necessarie per dopo la pensione
Un calcolo di base suggerisce che una coppia eterosessuale di 65 anni potrebbe aver bisogno di circa 17 volte la loro spesa annuale per finanziare 20 anni di spesa nel periodo della pensione (dai 65 anni a 85). «Per una coppia Lgbtq+ di 65 anni, in particolare una coppia di donne dello stesso sesso, l’aspettativa di vita più lunga può significare che questo orizzonte temporale sia troppo breve. Introducendo un buffer di ulteriori 10 anni di pensionamento - 30 anni - aumenterebbero le risorse richiestea 22 volte la spesa annuale. Mettere da parte abbastanza soldi per un arco temporale di 35 anni da pensionati, magari con un’assicurazione su uno o entrambi i partner che raggiungono l’età di 100 anni, richiederebbero circa 25 volte la spesa annuale» evidenzia Ubs.
Natualmente l’analisi delle problematiche e delle specificità della vita della comunità Lgbtq+ è ben più complessa e articolata e questo articolo non pretende di essere esaustivo in questo senso. È solo il tentativo di portare all’attenzione caratteristiche fotografate dai dati e dagli studi, che meritano un’attenzione particolare.
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