agli incontri al castello di castiglioncello

Ecco gli spaghetti all’assassina di Gianrico Carofiglio

Lo scrittore annuncia l’uscita di un nuovo libro sul metodo della politica

di Nicoletta Cottone

Gli spaghetti all’assassina di Gianrico Carofiglio

5' di lettura

CASTIGLIONCELLO. «In un tegame capiente versare qualche cucchiaio d'olio e unire aglio e peperoncino a pezzettini. Quando l'aglio è dorato unire passata di pomodoro, pomodorini lavati e tagliati a metà, un pizzico di sale. Far cuocere per dieci minuti a fuoco basso mentre si fa bollire l'acqua salata. Cuocere gli spaghetti nell'acqua solo per tre minuti, scolarli e aggiungerli al sugo, non prima di aver tolto l'aglio. Terminare la cottura degli spaghetti nel sugo sino a quando lo avranno assorbito. Alzare la fiamma e fare asciugare bene per ottenere spaghetti abbrustoliti e croccanti». È la ricetta degli spaghetti all'assassina che si può leggere nel libro “La misura del tempo” di Gianrico Carofiglio, edito da Einaudi, giunto secondo al premio Strega. La cucina il mitico avvocato Guido Guerrieri, protagonista del romanzo presentato dallo scrittore, ex sostituto procuratore antimafia ed ex senatore del Pd, al Castello Pasquini di Castiglioncello, nell'ambito dei tradizionali “Incontri al Castello”, curati da Gloria De Antoni.

La tradizione popolare di recuperare il cibo avanzato

«È una classica ricetta barese - spiega Carofiglio - che prende le mosse dalla tradizione popolare di recuperare il cibo avanzato. La questione del cibo è delicata nei romanzi, perché, come certe spezie, bisogna metterne un quantitativo estremamente ridotto, altrimenti rendono stucchevole il piatto. Smetto di leggere i romanzi in cui si parla troppo di cibo. Si tratta di dosarlo con circospezione, perché il rischio è di rovinare la pietanza. Mi piace pensare che, come tutte le divagazioni contenute nel romanzo, abbiano un valore metaforico, una funzione narrativa».

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Castiglioncello riparte dal salotto della Limonaia

Carofiglio parla del successo e del fallimento, nell'incontro di Castiglioncello introdotto dall'assessore al Turismo e vicesindaco Licia Montagnani, che ha sottolineato come nonostante i problemi collegati al post Covid, Castiglioncello abbia deciso di ripartire «dal salotto della Limonaia, nel parco Pasquini, per condividere emozioni e saperi che vogliamo continuino a essere la nota saliente dei nostri incontri culturali e il segno di una piccola parziale rinascita dall’isolamento in cui ci ha costretti il lockdown».

I destini e le traiettorie delle persone

«Il romanzo nasce dall’idea di un incontro, tanti anni dopo, di due persone - dice Carofiglio - i cui destini tanti anni prima si erano per un attimo incrociati. Poi le loro traiettorie si erano allontanate. Sono torbidamente affascinato dal tema del successo e soprattutto dal cambiamento delle persone. Di come accada che persone che non promettevano nulla nella loro giovinezza, hanno poi avuto successi straordinari e personaggi che sembravano mirare a un fenomenale futuro, finiscano invece su un binario morto. È una cosa che mi turba moltissimo. È difficile individuare il momento in cui dalla carica di promesse si passa al futuro carico di un senso di fallimento e di vuoto». E così nasce il racconto di un incontro, di una infatuazione di un giovane normale per una donna straordinaria, carico di promesse per il futuro. Una donna manipolatrice, con una grande capacità seduttiva, che lo affascina.

L’avvocato Guerrieri, per la sesta volta voce delle storie di Carofiglio

Protagonista del romanzo è l’avvocato Guido Guerrieri, un personaggio «meravigliosamente convincente» secondo il Times, per la sesta volta voce di un romanzo di Carofiglio. L’ eroe «riluttante e malinconico» - come è stato definito - riceve una potenziale cliente che a stento riconosce. La donna con la quale ha avuto una relazione in gioventù, gli chiede di prendere in mano il caso del figlio Jacopo, condannato per omicidio in primo grado. Lui la trova invecchiata, fumatrice accanita, scialba. Non è, insomma, la donna dei suoi ricordi da ragazzo.

Il tempo gioca a rimpiattino

Nel libro, spiega Carofiglio, «si confrontano due dimensioni del tempo: quella del presente, che è il dramma processuale, che ha una sua inevitabile linearità, e quella del passato dove, come in un quadro cubista, le parti sono scomposte e dislocate in un modo diverso da quello convenzionale». Guerrieri ricorda solo come è cominciata e come è finita, quello che c'è in mezzo è sparso. «Queste due idee di tempo diverso - sottolinea l’autore - giocano a rimpiattino fra loro. Accanto al racconto del successo e del fallimento, connesso strettamente c'è il carattere paradossale e inafferrabile del tempo. È come se ci fossero due romanzi, il dramma processuale e il romanzo di formazione che viaggiano assieme, si incrociano e si separano. Sono due libri al prezzo di uno, è conveniente», scherza Carofiglio.

Il dubbio metodico

E poi il dubbio. Una delle colonne dell'indagine, per Carofiglio, è il dubbio metodico: «Dovrebbe essere uno strumento di cui munirsi tutti quanti per evitare gli errori grossolani nella vita e nel lavoro. In ambito processuale è una cosa tecnica. I processi penali si occupano in primo luogo di ricostruire cosa è successo, della verità, di proporre ricostruzioni attendibili dei fatti del passato. E si passa attraverso la verifica o la smentita delle ipotesi». Dunque per Carofiglio un bravo investigatore «è quello o quella che avendo una buona intuizione, cerca ciò che la conferma e ciò che la disconferma. Non c'è nulla di più pericoloso di fidarsi delle prime impressioni. Il dubbio è sulle proprie intuizioni, sulle proprie idee. Se vado solo alla ricerca degli elementi che confermano un'intuizione non vedrò tutto il resto. È quella che gli psicologi chiamano visione a tunnel. Il dubbio evita errori catastrofici e rende efficiente l'azione».

Jung: pensare è difficile. Per questo la maggior parte giudica

Insomma per Carofiglio il dubbio è uno strumento di lavoro. «In realtà - spiega - le cose diventano molto più interessanti se uno smette di aver bisogno di certezze, di etichette, di classificazioni, di punti di vista categorici sul mondo». E, per spiegare meglio il suo pensiero, ricorre a una frase dello psicanalista Carl Gustav Jung: “Pensare è difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica”. Perché il dubbio «richiede pensare, mentre per giudicare si utilizzano normalmente categorie preconcette, cliché, semplificazioni. Insomma sostanzialmente si fa violenza alla complessità del reale».

Gli spazi bianchi di un romanzo

Poi gli spazi bianchi. «Quello che è importante in un buon romanzo è quello che non c'è scritto, lo spazio lasciato bianco, quello che l’autore è stato capace di liberare, non scrivendo o amputando. Un romanzo o un racconto sono tanto più riusciti quanto più sono liberati dall'invadenza dello scrittore, quanto più contengono spazi in cui il lettore si può collocare ed esercitare la sua creatività, costruire la sua storia, i suoi personaggi e i suoi significati».

Il 3 settembre il nuovo libro sul metodo della politica

E proprio dalla Limonaia di Castiglioncello Carofiglio ha annunciato che il 3 settembre uscirà un suo nuovo libro, completamente diverso da “La misura del tempo”. «Banalizzando sarà un libro sul metodo della politica, che detta così sembra sexy come uno scarpone. Titolo: “Della gentilezza e del coraggio. Breviario di politica e altre cose”». Una nuova pratica della convivenza civile.

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