Economia circolare, come trasformare le penne da insulina in sedie da ufficio
Sono 600 milioni questi strumenti sanitari che ogni anno la danese Novo Nordisk distribuisce in tutto il mondo. E che fino a oggi finivano nei rifiuti domestici generici
di Davide Madeddu
3' di lettura
Sedie e lampade dalle penne utilizzate per la somministrazione dell’insulina. E poi centraline per la ricarica dei mezzi elettrici di pazienti e dipendenti, nei parcheggi degli ospedali. Economia circolare e sostenibilità dalla ricerca e produzione a supporto di pazienti e operatori del mondo sanitario. A giocare questa carta, con la strategia “Circular for Zero” è la Novo Nordisk, azienda danese con fatturato al 2021 di 140,8 miliardi di corone danesi (18,9 miliardi di euro), 340 dipendenti in Italia (43.200 complessivamente in 80 Paesi) e che commercializza i suoi prodotti in circa 170 Paesi. In Italia l’azienda porta avanti questa filosofia con due progetti che vanno dal riciclo dei rifiuti all’utilizzo delle energie rinnovabili. «La strategia “Circular for Zero” di Novo Nordisk – premette Marco Salvini, senior director external affair di Novo Nordisk – ha come scopo di rendere l’azienda a impatto ambientale zero, grazie alla riduzione dei consumi, al riciclo dei rifiuti, allo studio e allo sviluppo di prodotti riutilizzabili, in un ciclo virtuoso circolare della catena di fornitura».
Dall’insulina al design
In quest’ottica rientra la «riprogettazione» dei sistemi «esistenti e di quelli futuri per ridurre gli sprechi». Il tutto partendo dalle materie prime fino al modo in cui i dispositivi sono assemblati.
Un esempio? «Uno su tutti è quello delle penne per l’insulina, composte per circa il 77% di plastica, ma che non possono essere gettate nel bidone del riciclaggio della plastica – argomenta Salvini –. Le indicazioni variano a seconda del Paese, ma spesso le penne per insulina usate finiscono nei rifiuti domestici generici e, considerato che ne produciamo e distribuiamo più di 600 milioni ogni anno in tutto il mondo, vogliamo trovare una soluzione che permetta ai nostri dispositivi di avere una seconda vita».
E aggiunge: «Per questo motivo è stato ideato e sperimentato un macchinario in grado di dividere i diversi componenti delle penne scartate dopo la produzione che ha consentito di usare la plastica per fare sedie da ufficio in collaborazione con uno studio di design danese e usare il vetro delle nostre fiale di insulina per creare lampade. Perché tutto questo funzioni, manca ancora un importante anello della catena, ovvero un modo efficace di raccogliere le penne da insulina usate dai pazienti».
«Attualmente – ricorda Salvini – sono in corso in Danimarca, Regno Unito e Brasile progetti pilota di ritiro, che saranno ampliati in altri Paesi nei prossimi anni»
Emissioni zero
C’è poi l’aspetto legato all'approvvigionamento energetico e all’abbattimento delle emissioni con orizzonte aziendale al 2030. «Già dal 2020 tutti i nostri siti sono alimentati con energia prodotta da rinnovabili – argomenta ancora il manager – che vuol dire: sole acqua e vento».
In programma poi c’è il progetto legato alla mobilità. Ossia l’“Electric Path”, progetto nazionale già avviato e che prevede l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici in diversi ospedali d'Italia. L’iniziativa (presentata nel corso di una conferenza stampa a Roma a cui ha partecipato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato) è realizzata da Novo Nordisk all'interno del programma internazionale Circular for Zero, strategia dell’azienda danese per azzerare l'impatto ambientale entro il 2030.
Necessario coinvolgere i cittadini
«Attraverso questo progetto prosegue la sfida di Novo Nordisk, iniziata a livello mondiale nel 2014 con Cities Changing Diabetes, nel rendere gli ambienti urbani un luogo di promozione della salute – è il commento di Drago Vuina, general manager e corporate vice president di Novo Nordisk –. È importante coinvolgere la popolazione nelle diverse strategie messe in atto per salvaguardare la salute della città e dei cittadini, così da stimolare un cambiamento significativo per la loro salute e per l’ambiente».
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