Economia circolare, energie rinnovabili dai rifiuti organici dei mattatoi
Il progetto è denominato Biotherep ed è portato avanti da un team di ricerca dell’università di Perugia. Si produrrà biometano, biocarbone e idrogeno
di Davide Madeddu
I punti chiave
2' di lettura
Dai rifiuti organici dei mattatoi energia rinnovabile come biometano, biocarbone e idrogeno. L’iniziativa parte dall’università di Perugia dove un team tutto al femminile ha messo a punto il progetto denominato Biotherep. Un’iniziativa che punta a realizzare un progetto per un impianto pilota eventualmente replicabile e che ha anche vinto un finanziamento europeo: l’attività è portata avanti dal gruppo di lavoro che da diversi anni si occupa di economia circolare e sviluppo sostenibile. Due le finalità del progetto: da una parte c’è la riduzione degli scarti di lavorazione da smaltire, dall’altra quella di produrre energia nell’ambito di un processo tutto circolare.
Rifiuti organici
Il team di ricerca di Perugia composto da Assunta Marrocchi (Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie), Ombretta Marconi (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali) e Raffaella Branciari (Dipartimento di Medicina Veterinaria): «Biotherep ha la finalità della conversione ibrida biochimica e termochimica dei rifiuti organici dei mattatoi per la produzione di energia rinnovabile, e rientra tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile adottata dalle Nazioni Unite. Poiché il cambiamento climatico diventa sempre più significativo, le fonti di energia sostenibili e pulite sono oggi più che mai necessarie».
Il progetto, che ha vinto un finanziamento europeo, è risultato tra i 10 finanziati nell’ambito del programma LEA-PRE pubblicato dal Programma Long Term EU-Africa Partnership for Research and Innovation actions in the area of renewable energy.
Anche partner privati
«Al termine del processo - sottolinea Assunta Marrocchi - si prevede di produrre biometano, biocarbone e idrogeno».
Il progetto, come sottolineano dall’ateneo «vede nello specifico come partecipanti partner del settore accademico (università e centri di ricerca) e partner del settore privato».
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