Economia circolare, la mappa delle 360 buone pratiche messa a punto da Enea
Dall’ecodesign grazie ai fondi di caffè al recupero delle pellicole per gli imballaggi. Ecco le iniziative del progetto denominato “Reciproco”
di Davide Madeddu
3' di lettura
Dall’ecodesign grazie ai fondi di caffè al recupero delle pellicole per gli imballaggi, continuando con i rifiuti elettrici e industriali per arrivare alla lotta allo spreco alimentare. Parola d’ordine: economia circolare e riutilizzo di rifiuti che si trasformano in materie prime. E in questo scenario non possono che essere inserite le cosiddette buone pratiche. Proprio per questo motivo l’Enea ha predisposto, nell’ambito del progetto denominato Reciproco, una mappatura con oltre 360 buone pratiche di economia circolare, laboratori urbani e QR code «per aiutare i consumatori a comprendere, un’iniziativa che ha visto partecipare cittadini, aziende e associazioni di Bologna, Taranto e Anguillara Sabazia (Roma) nell’ambito di un percorso che ha unito formazione e informazione».
Formazione e informazione
«Con questo tipo di approccio, si affiancano a iniziative di formazione e informazione sui temi della transizione circolare, momenti di scambio costruttivi in cui idee e progetti innovativi sono condivisi a livello di comunità - ha detto nel corso della presentazione del progetto, Claudia Brunori, responsabile della divisione Enea di uso efficiente delle risorse e chiusura dei cicli - nel rispetto delle tipicità culturali del territorio. I progetti sviluppati diventano parte del patrimonio della comunità e possono essere implementati con il supporto degli enti locali».
Meno spreco sul cibo
Una delle buone pratiche riguarda il progetto “Ricibiamo”, nato con «l'intento di creare un percorso condiviso tra addetti del settore ristorazione, studenti istituti superiori, e consumatori».
Nello specifico si tratta di un modello che punta a ridurre lo spreco nell’ambito della ristorazione il tutto attraverso una rete di ristoratori legati poi da un sistema di comunicazione e una rete di associazioni all’interno di un sistema che premia, anche con una riduzione della Tari, i ristoratori più virtuosi.
Scarti industriali diventano risorsa
C’è in un settore diametralmente opposto il marketplace Waste2Resource che consente alle aziende di vendere i propri scarti industriali, rifiuti, sottoprodotti, cascami, sfridi, macchinari e materiali riciclati e trovare potenziali acquirenti sia localmente sia in Europa.
Le aziende interessate ad acquistare godono di una vastità di offerte inerenti a più di 10 categorie di materiali. «Il marketplace - si legge nel progetto - fornisce la possibilità di filtrare le offerte e trovare gli annunci di proprio interesse. Inoltre, tramite meccanismi di apprendimento automatico, mostra le offerte maggiormente rilevanti per ciascun utente».
Elettrodomestici e arredi a noleggio
Non meno importante l’inserimento di alcuni aspetti della quotidianità nell’economia circolare. Si tratta del progetto Circular Housing, servizio che «nasce dall'esigenza di integrare i princìpi dell'economia circolare nella vita di tutti i giorni, attraverso il noleggio di arredi ed elettrodomestici per la casa, garantendo l’attuazione di un modello che permette di minimizzare sprechi ambientali e rispettare le risorse naturali».
Tra i vantaggi di Circular Housing la responsabilità affidata ai produttori dei beni noleggiati, dalla progettazione e costruzione, passando dalla manutenzione, fino alla corretta gestione una volta giunti a fine vita.
«Il produttore quando riacquisisce i prodotti a fine contratto, ne garantisce il recupero, il riutilizzo o il corretto smaltimento». In questo panorama di iniziative c’è anche InnoWEEE che ha l'obiettivo di aumentare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici attraverso l’implementazione di strategie innovative come l'utilizzo di Smart Bin e la creazione di una piattaforma web.
Dai fondi del caffè materiale bio
Si chiama Coffeefrom è il secondo progetto di economia circolare de Il Giardinone Cooperativa Sociale indicato nell’ambito del progetto e che parte dai fondi di caffè industriale dell’industria alimentare.
Da qui prende vita un nuovo materiale bio-based prodotto interamente in Italia, Coffeefrom, «che costituisce una valida alternativa durevole e resistente alla plastica monouso».
Il progetto «è in grado di sviluppare potenzialmente anche diversi compound a partire dal caffè di scarto, dando vita a oggetti di design propri o in co-design. Il primo prodotto industrializzato è il set da caffè (tazzina e piattino) fatto di caffè, certificato per alimenti e dal design ricercato».
La nuova vita del packaging
La nuova vita dei film utilizzati per avvolgere la merce che viene trasferita su bancali si chiama Re.Wind. Il progetto prevede il trasferimento del film su una filiera dedicata che «ne permette il riciclo con un alto grado di efficienza e con una buona qualità del film ottenuto». All’azienda ritorna il materiale in forma di Film che può essere utilizzato per avvolgere i suoi bancali di merce da inviare ai magazzini o ai suoi clienti.
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