Economia circolare, recuperate in un anno oltre 30mila tonnellate di polietilene
Sono i dati del consorzio Ecopolietilene a cui sono associate 147 aziende in crescita del 25%. Progetti pilota nelle province di Treviso e Salerno
di Davide Madeddu
2' di lettura
La raccolta dei rifiuti plastici cresce e raddoppia. E, i dati del consorzio Ecopolietilene (consorzio per il riciclaggio dei rifiuti dei beni in polietilene), parlano chiaro: nell’ultimo anno, il dato relativo al recupero dei materiali supera le 30 mila tonnellate. Sono i numeri e la tendenza che caratterizzano l’attività dell’organismo costituito dalle aziende produttrici, dai distributori e dai riciclatori dei beni in polietilene. Numeri che vanno a consolidare, come sottolineano i promotori, un’attività in costante crescita.
«Il cammino di consolidamento del consorzio prosegue – dice Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecopolietilene –. E prosegue nel solco di profonda attenzione verso le imprese che, nel rispetto del principio Epr, la responsabilità estesa del produttore, sono chiamate a farsi carico della gestione dei rifiuti che i loro prodotti generano».
Incremento del 25 per cento
Per quanto riguarda i numeri, nel 2022 il consorzio ha visto crescere del 25 per cento il numero delle aziende consorziate che oggi arrivano a quota 147. Ad aderire all'organismo “fabbricanti, importatori, brand owner e distributori”.
Per i responsabili dell'organismo le 30.198 tonnellate di rifiuti da beni in polietilene gestite in collaborazione con Ecolight Servizi «rappresentano un importante passo in avanti». Nel suo secondo anno di attività (il consorzio è stato riconosciuto dal Ministero della Transizione Ecologica nel giugno 2020), Ecopolietilene ha incrementato del 117% le quantità gestite, arrivando a effettuare oltre 8.500 missioni in tutta Italia.
«Il 61 per cento della raccolta ha interessato beni in polietilene flessibili, ovvero rifiuti quali sacchi per la raccolta di rifiuti e i film di copertura e pacciamatura utilizzati in agricoltura e allevamento; il restante 39% è rappresentato dai beni rigidi come, ad esempio, tubi, reti e cassette usati in edilizia, ma anche sedie e tavoli, casalinghi e oggetti usati nei ristoranti e nella ristorazione collettiva – aggiunge il direttore generale –. Il sistema di tracciabilità messo in atto dal nostro sistema autonomo ci consente di affermare che tutte le 30 mila tonnellate sono state avviate a recupero attraverso gli impianti convenzionati, restituendo così nuova vita a un materiale che è prezioso per la sua caratteristica di essere interamente riciclabile».
Progetti per migliorare la raccolta
Nell'ultimo anno anche lo sviluppo di progetti per migliorare la raccolta dei rifiuti in beni da polietilene. «In particolare, sono stati condotti due progetti pilota di identificazione di rifiuti di beni in polietilene in ambito urbano, nelle province di Treviso e Salerno, per comprendere quali tipologie di rifiuto vengono conferite alle isole ecologiche comunali e iniziare a sperimentare una loro raccolta differenziata – conclude Dezio –. Il nostro obiettivo è migliorare la raccolta per migliorare la qualità dei rifiuti che vengono inviati agli impianti di recupero e così potenziare la filiera circolare dei beni in polietilene».
Non solo, tra le attività anche diversi progetti e iniziative finalizzate a «incrementare e migliorare la raccolta dei rifiuti da beni in polietilene», e a verificare «nuovi utilizzi della materia prima seconda ottenuta dai processi di riciclo».
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