Ecosistema Urbano 2023: Trento, Mantova e Pordenone le città più verdi
L’indagine di Legambiente e Ambiente Italia premia il Nord-Est, con Reggio Emilia e Forlì che entrano nella top 10. Migliorano trasporti e isole pedonali. Meno rifiuti, più raccolta differenziata
diGiacomo Bagnasco
5' di lettura
Le dieci migliori della trentesima edizione di Ecosistema urbano, l’indagine di Legambiente e Ambiente Italia sullo stato di salute dei capoluoghi di provincia italiana, non lasciano spazio alle novità. Nel senso che rispetto al 2022 cambiano i piazzamenti ma non le protagoniste della top ten. Le grandi città restano lontane dal vertice (le migliori sono Venezia, 11ª, e Bologna, 23ª). E se non ci sono modifiche sostanziali in relazione agli aspetti in via di miglioramento e a quelli che mostrano solitamente criticità, la nota positiva è costituita dal fatto che il valore medio delle performance delle 105 città esaminate è aumentato. E per una volta non in termini di zero virgola.
Effetti positivi della normalità
A fronte della percentuale del 100% di un centro urbano ideale (ma non utopico), la media si è spostata in avanti di tre punti, dal 53,41 di 12 mesi fa al 56,41 attuale. Conle tre città in testa alla classifica(Trento, Mantova e Pordenone) che superano quota 80 per cento, mentre l’anno scorso la vincitrice Bolzano - stavolta nona, davanti a Belluno - si era fermata a 79.
Insomma, per avere un effetto post-pandemia favorevole si è dovuto attendere di scavalcare non solo il 2020 ma anche il 2021. Nel ritorno non semplice alla normalità rientrano innanzitutto gli ovvi progressi legati al trasporto pubblico locale, il cui volume resta comunque lontano dalle eccellenze europee. Ci sono miglioramenti nel campo dei rifiuti, non solo nella raccolta differenziata (prima è Ferrara, con l’87,6 %, media dei capoluoghi salita a 62,7 per cento) ma pure nella produzione, calata da 526 a 516 kg annui pro capite. In crescita l’estensione delle isole pedonali. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si rilevano l’inserimento del nuovo indicatore delle Pm 2,5 (polveri ancora più “sottili” delle Pm 10) e qualche passo avanti complessivo, nonostante la situazione più pesante sul fronte dell’ozono.
I punti deboli
Per contro, sempre alla luce della sommatoria di tutti i risultati, c’è un lieve rialzo nella media delle perdite della rete idrica (con il 36,2% dell’acqua potabile che non raggiunge i rubinetti, passando dal 9,4% della virtuosa a Pavia al 67,7% della “sprecona” Massa), si evidenzia una crescita di consumo di suolo e, soprattutto, aumenta ancora il già preoccupante tasso di motorizzazione delle nostre città: oltre a Venezia, la sola Genova si mantiene sotto il livello di 50 auto ogni 100 abitanti, mentre Frosinone sfonda la soglia degli 80 e la media si attesta a 66,6 (il dato precedente era di 65,5).
I record
Nel rimescolamento delle prime 10 il Nord-Est del Paese mantiene comunque la leadership: non solo per Trento, che l’anno scorso era seconda e ora riprende il primo posto, ma anche per la terza e la quarta prestazione globale, che sono rispettivamente di Pordenone e Treviso. Mantova, alla piazza d’onore, guadagna otto posizioni e primeggia nel (reintrodotto) parametro delle zone a traffico limitato. La Spezia passa dal nono al sesto posto. L’Emilia Romagna è sempre ben rappresentata da Reggio (quinta) e Forlì (ottava). Mentre, pur scendendo dal quinto al settimo gradino, Cosenza rimane di gran lunga la migliore esponente del Sud (alle sue spalle, tra le prime 30, Cagliari 16ª e Oristano 22ª). Il centro calabrese, primo per minore incidenza di morti e feriti in incidenti stradali, mantiene tra l’altro posizioni di alto livello guardando alla presenza di alberi, isole pedonali e infrastrutture ciclabili.
La leadership di Trento
La maglia rosa di Trento - che consegue una percentuale dell’85,9 - è legata, tanto per cominciare, al fatto che nella maggioranza dei parametri ha saputo fornire prestazioni più soddisfacenti in confronto a quelle di 12 mesi fa. È il caso della diminuzione dei consumi idrici, dell’aumento dei passeggeri trasportati sui mezzi pubblici, del maggiore sviluppo delle piste ciclabili e dell’incremento del verde totale, per il quale arriva un secondo posto, dietro a Isernia.
Quanto alla raccolta differenziata, il Comune capoluogo del Trentino scende dal quinto al settimo posto, ma la sua quota di separazione dei rifiuti - pur regredendo dall’83,8 all’82,5 per cento - gli consente comunque di ottenere il bonus assegnato dagli autori dell’indagine per una “voce” considerata particolarmente importante.
Le perdenti
L’edizione 2023 conferma Palermo e Catania in coda alla classifica generale: dopo due annate in cui si sono alternate nel vestire la maglia nera, oggi risultano staccate nettamente dalle altre e ultime a pari (de)merito.
Tra le tante lacune registrate da Legambiente nella sua indagine ci sono i pessimi piazzamenti nei settori particolarmente “pesanti” dei rifiuti e del trasporto pubblico. Nella raccolta differenziata Catania è 101ª e Palermo addirittura 105ª e ultima (con un bassissimo 16,3 per cento). In rapporto alle altre città più popolose, poi, sia nell’offerta sia nell’utilizzo di mezzi pubblici le performance sono scoraggianti.
Poiché i dati sono quelli del 2022 (e in pochi casi di anni precedenti), sarebbe ingeneroso chiamare direttamente in causa Roberto Lagalla, sindaco di Palermo da giugno 2022, ed Enrico Trantino, primo cittadino di Catania da quattro mesi.
«Quando mi sono insediato - precisa ad esempio Lagalla - l’ultimo bilancio consuntivo approvato dall’ente locale era quello del 2019. Certo, non si può pensare di risolvere problemi atavici in qualche mese o in un anno. Noi puntiamo a utilizzare fondi del Pnrr e altre risorse provenienti dalla Ue o dallo Stato per incidere sia sull’igiene urbana (con l’incremento della raccolta differenziata, l’aumento dei mezzi per la raccolta dei rifiuti e i concorsi avviati per autisti e operatori ecologici) sia sulla mobilità: parliamo dell’ampliamento della rete tranviaria, di un aumento già in atto di autisti e controlli a bordo, di transizione ecologica con l’acquisto di bus a metano ed elettrici, di mobilità dolce, con il completamento della rete ciclabile».
C’è anche una questione di mentalità dei cittadini? «Diciamo - risponde il sindaco di Palermo - che il livello dei servizi è insoddisfacente, ma la situazione risente anche di un residuato socioculturale che vede la cittadinanza abbastanza distaccata da tutto ciò che è pubblico».
Enrico Trantino è d’accordo con il suo collega: «Parlerei di cultura del civismo - spiega -. A Catania, per esempio, dobbiamo lavorare sulla riottosità di tante persone che non capiscono il valore della raccolta differenziata dei rifiuti, per non parlare di casi non sporadici di discariche abusive. Certo, poi contiamo sulla proattività della Regione Siciliana per un Piano dei rifiuti e la creazione di un termovalorizzatore nella parte orientale dell’isola. I trasporti? Stiamo attuando un parcheggio scambiatore per favorire l’uso di mezzi pubblici. Ne abbiamo acquistati a metano e stanno arrivando quelli a idrogeno, vogliamo aumentare sensibilmente la disponibilità del trasporto pubblico per i cittadini. In generale, il Pnrr può venire in soccorso per quelle che sono le misure ancora adottabili, noi siamo pronti a partire».
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