Ecosistema urbano, città più green e la pandemia accelera la svolta
Cresce la performance dei centri urbani: in base ai dati 2019 aria più pulita, meno rifiuti e più differenziata. Il virus spinge ora la mobilità alternativa e una rigenerazione dei territori
di Giacomo Bagnasco
4' di lettura
Potrebbe essere un’edizione da cui uscire soddisfatti, la n. 27 di Ecosistema urbano, l’indagine condotta da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia sullo stato di salute dei capoluoghi di provincia italiani. Dai dati raccolti, in buona parte riferiti al 2019,emerge un numero significativo di tendenze positive. Niente di eclatante, sia chiaro, a fronte di numerosi problemi da risolvere nei centri urbani e dei tanti territori che tendono (sempre più) a rimanere indietro. Ma qualche segnale incoraggiante indubbiamente c'è.
Questi cambiamenti devono fare i conti con la pandemia, che dall’inizio del 2020 condiziona in modo assoluto le scelte della politica, i comportamenti sociali e l’andamento dell’economia, ma allo stesso tempo potrebbe imprimere un’accelerazione ai processi virtuosi già in atto (si veda l’intervista nella pagina accanto). Sarà però nel 2021 che il report di Legambiente potrà misurare compiutamente l’impatto del Covid sull’ambiente dei centri urbani, soprattutto con riferimento ai periodi nel quale il Paese è stato totalmente o parzialmente bloccato.
Aria e rifiuti, qualche passo avanti
Uno sguardo alla media nazionale espressa dalle 104 città prese in considerazione permette di scoprire che sui fronti dell’aria e dei rifiuti (che incidono per il 20% ciascuno sul risultato finale di questo studio,rispetto al peso del 25% assegnato alla mobilità) la situazione a inizio 2020 risulta migliore rispetto a 12 mesi prima. Scende il valore medio delle concentrazioni di biossido di azoto, calano le situazioni più critiche determinate dall’ozono. Ma soprattutto, con riguardo alle polveri sottili, per la prima volta è rispettato ovunque il valore limite per la protezione umana fissato da una direttiva comunitaria in una media annua di 40 microgrammi per metro cubo. Tutto questo non serve però a impedire che in tre città (Milano, Torino e Padova) il valore di 50 sia stato superato per oltre 70 giorni.
Vai alle classifiche: il dettaglio dei 18 indicatori, città per città
Consistente, passando ai rifiuti, l’aumento della raccolta differenziata, cresciuta in un solo anno dal 54,3 al 58,1% del totale e con nove capoluoghi oltre quota 80 per cento. E questo mentre la quantità di immondizia prodotta è scesa da 537 a 530 chilogrammi pro capite. Per quel che concerne l’acqua, scendono dell’11% i consumi domestici, ma la dispersione della rete idrica si mantiene alta, sul 36 per cento.
Nonostante il servizio di trasporto pubblico nel 2019 abbia aumentato i propri volumi di passeggeri, non tende a diminuire il tasso di motorizzazione delle città italiane, che anzi nel complesso dei capoluoghi passa da 64 a 64,6 auto ogni 100 abitanti: praticamente il doppio di quello che si registra in capitali come Londra, Parigi e Berlino.
In una graduatoria che cambia spesso “segno” come quella degli incidenti stradali, poi, su tutto il territorio nazionale il 2019 ha visto una discesa nel numero degli episodi, dei feriti e soprattutto dei morti, calati del 4,8 per cento. In tema di ambiente urbano, infine, sono aumentate le piste ciclabili a disposizione e gli alberi - nella media delle città italiane - sono 21,7 ogni 100 abitanti (più 10% in un anno).
Pordenone sale sul podio
Nella top ten della classifica generale ci sono nove città medio-piccole del Nord e una del Sud: Cosenza, che torna a presentarsi ai livelli più alti conquistando l’ottavo posto. Tra le prime cinque la sola nuova entrata è quella di Reggio Emilia, che si piazza quinta. Trento si conferma vincitrice e Mantova, come lo scorso anno, è seconda. Bolzano scende di una posizione, lasciando a Pordenone il terzo gradino del podio.
La città del Friuli Venezia Giulia completa una bella rincorsa grazie a una serie di ottime performance in diverse classifiche. Nonostante sia molto ricca d’acqua è anche la più virtuosa nel contenere le perdite della rete idrica, fermandosi all’11,3 per cento. Nella raccolta differenziata è seconda a un soffio dalla vincitrice Ferrara, arrivando a riciclare l’86,1% dei rifiuti prodotti. Altre posizioni tra le prime dieci: il settimo posto per la diffusione del solare termico e fotovoltaico in strutture pubbliche, l’ottavo per il verde urbano e il nono nel “censimento” degli alberi.
Nelle posizioni di coda rimane evidente la situazione difficile di tanti centri meridionali. Latina (96ª) è l’unica città non del Sud tra le ultime 10, dove troviamo ben cinque siciliane. L’ultimo posto della calabrese Vibo Valentia e il terzultimo dell’abruzzese Pescara sono però dovuti in buona parte anche alla mancanza di aggiornamento dei dati da parte dei Comuni.
Palermo, penultima, perde tre posizioni. Tra le città con più di 500mila abitanti, peraltro, anche le altre due realtà del Centro-Sud restano in posizione poco soddisfacente: Roma si conferma all’89° posto e Napoli scende dall’84° al 90°. Al Nord Torino guadagna otto posizioni ma si ferma comunque sul gradino n. 80, meglio Genova (43ª, in forte risalita) e ancor di più Milano che si piazza 29ª guadagnando tre posizioni.
Mobilità e buone pratiche
Il capoluogo lombardo è oltretutto fra le città più citate da Legambiente in fatto di buone pratiche. In particolare, proprio nel momento in cui i mezzi pubblici dovrebbero circolare senza il “pieno” di viaggiatori, ecco che la mobilità condivisa - su veicoli opportunamente sanificati, con mascherine e guanti mentre si guida - può diventare un’alternativa importante. Milano è prima in Italia su questo versante, con sei operatori di car sharing in servizio.
L’opzione “elettrica” si fa strada da Nord a Sud, con Torino che ha otto servizi di noleggio di monopattini mentre a Napoli è partito il primo servizio di condivisione di auto a emissioni zero. Le stesse che da sempre contraddistinguono le bici: e nel Meridione se Cosenza ha già la sua “Ciclopolitana”, Benevento e Catania sono pronte a creare ampie reti ciclabili urbane.
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