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Ecosuntek cresce, obiettivo 150 megawatt da impianti di proprietà

L’obiettivo dell’azienda di produzione e dispacciamento raddoppiare i clienti produttori. L’ad Minelli: «Avanti con lo sviluppo»

di Simona Rossitto

Si punta nel giro di qualche anno a raggiungere i 150 megawatt da impianti fotovoltaici di proprietà e ritirare energia verde da ulteriori 400 megawatt di impianti fotovoltaici ed eolici

3' di lettura

Dopo l’accordo per l’acquisizione del 45% di +Energia, Ecosuntek, società umbra quotata sull’ Euronext Growth Milan, non si ferma e punta ad espandere ulteriormente il suo business. L’obiettivo, racconta l’amministratore delegato e socio Matteo Minelli, è di raggiungere, nel giro di qualche anno, i 150 megawatt da impianti fotovoltaici di proprietà e ritirare energia verde da ulteriori 400 megawatt di impianti fotovoltaici ed eolici, raddoppiando così gli attuali clienti produttori.

Resta l’accento, nonostante Ecosuntek ambisca ad avere una rilevanza sempre più a livello nazionale, sul forte legame per il territorio: «L’Umbria è una piccola regione e per me – spiega l’ad - è importante realizzare in ambito energetico una realtà sostenibile nel cuore verde dell’Italia».

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L’acquisizione delle quote di + Energia ha segnato una tappa importante nella storia della Ecosuntek, società, nata nel 2008, finora attiva soprattutto nella produzione e nel dispacciamento di energia rinnovabile. L’operazione, per un prezzo complessivo di 21,27 milioni è avvenuta a fine luglio scorso attraverso la controllata al 63,4% Eco Trade che ha firmato due accordi preliminari. Questa operazione, aggiunge Minelli, «nasce dal fatto che il nostro core business da sempre è stato quello della power generation, ovvero lo sviluppo e la gestione delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili. Ci è sempre mancata una parte importante, cioè la parte finale della filiera, la commercializzazione alle piccole e medie partite Iva e ai clienti domestici, valorizzando la nostra materia prima». + Energia, la cui acquisizione finale è prevista per fine ottobre, «ha saputo interpretare al meglio la parte finale della filiera e ha un rapporto molto consolidato con i propri clienti».

Secondo gli ultimi dati di bilancio, nel primo semestre, Ecosuntek, che conta 25 dipendenti, ha registrato un valore della produzione di 253 milioni (286,3 milioni nel primo semestre del 2022) e un ebitda pari a 7,4 milioni (che si confronta con i 7 milioni nel primo semestre del 2022).

«Rispetto all’anno scorso – commenta l’amministratore delegato - stiamo incrementando in maniera sostanziale i volumi transati. L’intenzione è di continuare nel percorso di crescita anche per i prossimi anni, aumentando i volumi. Controllando l’intera filiera dell’energia, riteniamo di avere un vantaggio competitivo importante. Con l’acquisto di + Energia entreranno a far parte del gruppo circa 70 dipendenti e circa 80 agenti che oggi fanno riferimento alla società. Il nostro piano punta ad incrementare questo numero con altri agenti per aumentare la base di contratti mensili».

Tornando al nodo acquisizioni, Minelli spiega che, compatibilmente con la situazione finanziaria, l’azienda vuole andare avanti nel percorso di sviluppo. «Una volta avvenuto il closing con + Energia, abbiamo intenzione di continuare a crescere attraverso acquisizione sane. Riteniamo che ci siano piccoli reseller che potrebbero essere strategici per Ecosuntek e soprattutto per + Energia. Lato power generation, da qui a 12 mesi, dovrebbero uscire delle autorizzazioni di impianti fotovoltaici che stiamo sviluppando da 3-4 anni, siamo arrivati alle conferenze di servizio finali. Anche su questo fronte abbiamo una quindicina di megawatt che potrebbero essere attivati nel corso del 2024 e potrebbero fornirci ulteriore materia prima da poter dispacciare e rivendere sul mercato». In generale, aggiunge, «il nostro obiettivo dei prossimi anni è portare a casa sia attraverso il repowering sia attraverso le nuove costruzioni altri 150 megawatt di proprietà».

Ecosuntek ha una sede particolare ed innovativa: si trova a Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, all’interno di un complesso dove sono operativi anche un birrificio (Birra Flea) e un caseificio (Caseificio Trinei), di proprietà dello stesso Minelli. Si tratta di una grande struttura dove la parte degli uffici e degli spazi aperti al pubblico comunicano, attraverso grandi vetrate a vista, con la parte produttiva nella quale viene valorizzata la produzione della birra e dei prodotti caseari con materie prime, come l’ orzo e il latte, provenienti dalle aziende agricole.

«A sei chilometri di distanza – racconta l’imprenditore – c’è il terreno dove coltiviamo il 90% delle materie prime che poi trasformiamo. Il materiale di scarto della lavorazione della birra ritorna all’interno della tenuta, destinato alle nostre mucche che alleviamo libere. Per il birrificio puntiamo a numeri interessanti quest’anno, auspicando di superare i 7 milioni di euro di fatturato; con 26mila ettolitri di birra prodotta, siamo tra i primi birrifici nazionali».

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