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Edilizia sostenibile, è caccia alle professioni «green»

Il comparto è la frontiera delle nuove costruzioni, ma necèssita di figure professionali tecniche di alto profilo che vanno formate e su cui l’Italia sconta un ritardo di programmazione

di Laura Dominici

3' di lettura

L’edilizia sostenibile è la frontiera delle costruzioni di nuova generazione, ma anche degli immobili che devono essere ristrutturati. Una necessità dettata sia dalla nuova direttiva Ue, che ha posto il limite al 2030 per nuovi edifici a emissione zero e al 2050 per quelli già esistenti, sia dal bisogno di ridurre costi e consumi. Per il settore è iniziata una nuova era che prelude, oltre ad una riqualificazione energetica, anche ad una formazione specifica del personale. Ed è caccia alle professioni “green”.

Le figure più richieste

«Le figure più richieste in questo nuovo settore edile improntato alla sostenibilità – spiega Vittorio Ligresti, co-founder e ceo di Vitruvius & Partners (general contractor che conta oltre 700 operai e capocantieri) – sono sicuramente risorse con un background tecnico, specializzate nella realizzazione di progetti a basso impatto ambientale, che possano modellarsi alle diverse realtà sia industriali che cittadine». Un esempio di tali figure, che sono sia le più richieste che le più difficili da reperire, sono ingegneri edili, civili e, in particolar modo, specializzati nel settore del fotovoltaico, dato il recente interesse dimostrato in questo ambito.
«In egual modo – sottolinea il ceo – risulta difficoltoso, data la forte richiesta da parte delle aziende di settore, individuare geometri, architetti e progettisti con esperienza pregressa da inserire nel nostro organico societario». Il Rapporto Excelsior sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia per il quinquennio 2022-2026 conferma che tra i “green jobs” individuati come prioritari dalle imprese per dare slancio alla ripresa e realizzare la transizione ecologica ci sono: progettisti di manufatti edilizi sostenibili, installatori di impianti di condizionamento a basso impatto ambientale nelle costruzioni, esperti in tecnologie di impianti e/o componenti per motori elettrici nella meccanica.

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La formazione

Il settore non resta a guardare: dall’ultimo Rapporto Formedil, si evince una crescita dei corsi dedicati a sostenibilità e digitalizzazione: «Nel 2021 sono stati 521 quelli dedicati al Bim (Building Information Modeling, ovvero la rappresentazione virtuale dell'edificio), 234 alla bioedilizia e 1223 all’efficientamento energetico», si legge nel rapporto. Le aziende si muovono anche internamente: «È interesse della società formare, con un graduale percorso di crescita interna, le figure junior neodiplomate o neolaureate già presenti in azienda – dichiara Ligresti – innanzitutto attraverso la formazione obbligatoria come, ad esempio, quella relativa all'apprendistato e, in aggiunta, anche tramite l'adesione a corsi specifici in base all'attività svolta da ogni figura. Inoltre, un altro punto di forza della società in materia di formazione è il costante affiancamento sul campo operato da figure senior nei confronti dei colleghi più giovani».
La formazione interna non sostituisce però la ricerca di nuove risorse con la qualifica professionale richiesta dal ruolo da ricoprire. Qui entra in gioco l’ufficio risorse umane, che orienta le sue ricerche sulle principali piattaforme, ma «data la specificità della ricerca di figure con un background altamente tecnico e la difficoltà di incontrare tali profili sulle più comuni piattaforme di selezione del personale – sottolinea Ligresti – l’ufficio risorse umane integra la ricerca collaborando attivamente con gli uffici di placement dei principali atenei italiani e operando internamente come head hunter».

I numeri del comparto

L’osservatorio congiunturale di Ance (Associazione nazionale costruttori edili) al capitolo occupazione ricorda che nel I semestre 2022 (dati Istat) gli occupati nelle costruzioni sono circa 1,5 milioni e rappresentano il 25,2% dei lavoratori operanti nell’industria nel complesso e il 6,2% di quelli nell’intero sistema economico nazionale. Rispetto alla prima metà dello scorso anno, si registra una ulteriore crescita tendenziale del 10,2%, il risultato migliore tra tutti i settori di attività economica (per l’intero sistema economico nazionale l'aumento di lavoratori si ferma al +3,6 per cento). Tale accelerazione segue il già robusto incremento rilevato nel 2021 (+7,7% di occupati su base annua).

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