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Edison vende gli idrocarburi ai greci di Energean per una cifra complessiva vicina a 1 miliardo di dollari. Il mercato, tuttavia, guarda già avanti: in particolare a possibili manovre sul capitale in autunno, con la prospettiva di un ritorno alla distribuzione del dividendo, che farebbe felice Edf e i soci di risparmio, a digiuno di cedole da alcuni anni.
Al proposito, nella nota diffusa ieri, che ha confermato le anticipazioni de Il Sole 24 Ore, la società guidata da Nicola Monti ha precisato che, a seguito della vendita dell’E&P e delle evoluzioni dello scenario di mercato del petrolio e del gas, è prevista «una svalutazione nel bilancio di gruppo nell’ordine di 400-500 milioni di euro».
Per questo, il cda di Edison svolgerà «adeguati approfondimenti sulla struttura del capitale, al fine di valutarne la possibile eccedenza rispetto alle esigenze di garanzia che lo stesso è chiamato ad assolvere, considerando che l’operazione determinerà l’uscita da un ambito di attività fortemente capital intensive».
Ciò, si conclude, nella prospettiva di un’eventuale riduzione del capitale ordinario in misura tale da consentire il ripianamento sia delle perdite pregresse sia di quelle che risulteranno dal bilancio 2019, evidentemente in ragione della maxi svalutazione.
In sostanza, una volta firmato in autunno il closing della cessione, Foro Buonaparte procederebbe a una riduzione del capitale, cui potrebbe seguire tuttavia la ricostituzione di riserve sufficienti per far fronte a una eventuale remunerazione dei soci.
Come questa potrebbe prendere forma nei mesi successivi – se con una cedola ordinaria o straordinaria – è ancora tutto da decidere: per il momento si stratta soltanto di un’ipotesi di lavoro, che tuttavia avrebbe due vantaggi. Innanzitutto farebbe affluire liquidità nella controllante Transalpina di Energia, che potrebbe iniziare ad abbattere in modo significativo il debito infragruppo di 920 milioni nei confronti di Edf Investissements Groupe, la finanziaria di Avenue De Wagram.
In secondo luogo c’è il tema degli azionisti di risparmio, in cui spicca Amber, che nel corso dell’ultima assemblea hanno fatto sentire la propria voce (nel 2012 i loro titoli non furono oggetto dell’Opa Edf) e così tornerebbero finalmente a incassare un dividendo.
Ieri, in Borsa, le Edison risparmio hanno chiuso in ribasso dell’1,96% mentre Energean è addirittura balzata del 13,5% (miglior titolo del listino della City) con il mercato che ha scommesso sulle prospettive di crescita della società dopo avere rilevato la piattaforma di Edison sugli idrocarburi, che le consente di mettere un piede nel Nord Europa ma anche nel Mediterraneo, dall’Italia fino all’Egitto.
Il prezzo dell’operazione – in cui Edison è stata assistita da Rothschild e dallo studio legale Clifford Chance – è stato determinato sulla base di un enterprise value di 750 milioni di dollari; è inoltre previsto un corrispettivo aggiuntivo di 100 milioni all'avvio della produzione del giacimento di gas di Cassiopea in Italia e Edison avrà diritto a royalties associate a ulteriori potenziali sviluppi in Egitto che porterebbero il valore aggregato vicino a 1 miliardo. A Energean sono stati trasferiti tutti gli obblighi di decommissioning.
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