Editoria

Editoria, la pirateria dei libri cancella 13mila posti di lavoro

I libri piratati costano al settore 771 milioni di mancato fatturato e la perdita di 5.400 posti di lavoro diretti. E contando anche l’indotto si va ben oltre. Un problema culturale e di legalità

di Andrea Biondi

Moles: "Editoria bene primario da tutelare e sostenere"

3' di lettura

«Proprio oggi abbiamo concluso l’operazione “Ghost Book” contro un’organizzazione criminale con base in Calabria, attiva in tutto il territorio nazionale, dedita alla produzione, vendita e distribuzione di materiale editoriale contraffatto». Dietro c’era un mercato illecito che produceva guadagni di circa 1,5 milioni.
Il generale di brigata e comandante del Nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza, Renzo Nisi, lo ha detto “in diretta”, intervenendo a Roma nell’incontro organizzato da Aie e Fieg in cui si è presentata la seconda ricerca sulla pirateria nel mondo del libro, commissionata dall’Aie all’istituto di ricerca Ipsos.

«Pirata» una tantum oltre un italiano su tre

Una misura di custodia cautelare in carcere, due persone agli arresti domiciliari, 6 siti oscurati e più di 1,5 milioni di euro sequestrati rappresentano così la prova, algebrica, di un fenomeno contro cui si combatte come in quella che può anche apparire una fatica di Sisifo, ma quantomai necessaria. Perché i numeri sono lì a ricordare che non ci sono possibilità alternative al lavorare per sradicare il fenomeno della pirateria editoriale. I numeri, del resto, sono monstre.

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I libri piratati costano al settore 771 milioni di mancato fatturato e la perdita di 5.400 posti di lavoro diretti. Contando anche l’indotto si va ben oltre. Qui a mancare all’appello sono 1,88 miliardi di euro (solo al Fisco 322 milioni) e 13.100 posti di lavoro. Questo il colpo al business del settore dietro cui c’è però anche l’amarissima constatazione del fatto, fotografato dalla ricerca Ipsos, che oltre un italiano su tre (il 35% della popolazione sopra i 15 anni) abbia compiuto almeno un atto di pirateria editoriale nell’ultimo anno.

I DANNI ALL’INDUSTRIA DEI LIBRI
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Nello specifico il 23% ha scaricato gratuitamente almeno una volta un ebook o audiolibro da siti o fonti illegali su Internet, il 17% ha ricevuto da amici o familiari almeno un ebook, il 7% ha ricevuto da amici o conoscenti almeno un libro fotocopiato, il 6% ha ricevuto da amici un abbonamento o codici di accesso per usufruire di ebook e audiolibri, il 5% ha acquistato almeno un libro fotocopiato.

Ma dove vanno cercati i “pirati”?

Il picco si registra tra studenti universitari e professionisti. Nel primo caso in 8 su 10 hanno compiuto nell’anno almeno un atto di pirateria. Nell’universo dei liberi professionisti (avvocati, notai, commercialisti, ingegneri, architetti e altri) la percentuale si attesta al 56%, con una media di 9,3 atti ciascuno. Alla fine la triste contabilità della ricerca indica in 322mila gli atti di pirateria al giorno nel 2021: in crescita del 5% rispetto al 2019.

Un problema culturale e di legalità

«La pirateria è un problema culturale e di legalità insieme». È necessario «un enorme sforzo di responsabilizzazione nei confronti di tutti i cittadini: da un lato rafforzare le campagne di sensibilizzazione, dall’altro trovare il modo di informare tempestivamente chi scarica illegalmente contenuti culturali che tale condotta è perseguibile e sanzionabile» ha commentato il presidente Aie (Associazione editori di libri) Ricardo Franco Levi. «Serve un cambiamento di cultura attraverso una campagna di sensibilizzazione imponente che coinvolga anche edicole e librerie oltre i media e le istituzioni» dice dal canto suo il presidente della Fieg (Federazione italiana editori di giornali) Andrea Riffeser Monti.

Sarà fondamentale in questo quadro, lo dice il sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles, «fare sistema coinvolgendo tutti gli stakeholders colpiti dal fenomeno». L’approccio, dice Moles, deve essere nuovo: «Alla repressione vanno affiancate soluzioni innovative che promuovano l’offerta legale e un serio lavoro educativo da fare insieme, per rendere consapevoli le persone dei danni causati dalla pirateria e le ripercussioni di certi comportamenti».

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