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Edmondo Bacci, dallo Spazialismo all’energia assoluta

La Peggy Guggenheim Collection dedica un'ampia personale a Emilio Bacci, pittore tra i più talentuosi della scuola veneziana contemporanea

di Silva Menetto

3' di lettura

Sperimentazioni astratte, esplosioni di colori primari su una tela che ormai è mero supporto per narrazioni che vanno ben oltre lo spazio ristretto. E su tutto la luce, che è energia pura.
La forza della pittura di Edmondo Bacci sta tutta qui, riassunta in una ampia personale che a Venezia la Peggy Guggenheim Collection ha voluto dedicare a uno dei maestri italiani – veneziani - che nel dopoguerra dettero vita alla rivoluzione nell'arte contemporanea.

Edmondo Bacci era nato a Venezia nel 1913 e aveva studiato con maestri come Virgilio Guidi e Guido Cadorin, maturando poi negli anni in cui a Venezia si respirava aria di rinnovamento artistico, fino ad aderire allo Spazialismo e ai temi proposti da Lucio Fontana, ma sempre con una visione e uno stile personalissimo. La mostra “Edmondo Bacci. L’energia della luce” si concentra sul momento più internazionale della carriera dell'artista veneziano, ponendo l'accento su un nucleo di lavori degli anni 50 del secolo scorso. Sono gli anni in cui Bacci espone alla Galleria del Cavallino, frequenta Carlo Cardazzo e viene notato dalla mecenate americana Peggy Guggenheim.

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A Venezia l’energia luminosa di Edmondo Bacci

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Peggy e i quadri “atomici”

“È mio vicino di casa a Venezia, abita a un ponte di distanza da casa mia (…). I nostri saluti sono formali ma amichevoli. Non riesco a conoscerlo meglio, questo misterioso piccolo uomo, ma i suoi quadri, quelli, sono un'altra faccenda. Quelli li conosco. Li capisco (…) Sono dinamici. Sono la bomba atomica su tela. Scoppiano di luce, di energia e colore”. Scriveva così Peggy Guggenheim nel testo del Catalogo della XXIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1958: quella fu la Biennale che consacrò definitivamente Edmondo Bacci a livello internazionale, con una sala che venne interamente dedicata alle sue opere. A quella Biennale la mostra veneziana rende omaggio, ricreando in parte la sala con alcuni dei quadri esposti all'epoca: Bacci li titolava tutti “Avvenimenti”, perché ogni opera doveva essere un evento che si manifesta agli occhi dello spettatore, un'epifania di colore che diventa spazio e materia di luce e che ancora oggi funziona. Anche Peggy fu catturata da questa straordinaria energia e divenne convinta sostenitrice e collezionista di Bacci, ritrovando in lui una potenza espressiva, un'energia paragonabili a quelle di Kandinskij.

Le carte bruciate

Il percorso espositivo prosegue con le sperimentazioni degli anni 60 e 70 che segnano un nuovo corso nella produzione di Edmondo Bacci: oltre al colore entrano in gioco sulla tela materiali extra pittorici come polistirolo, acciaio, carte argentate, legno, cartone. In mostra anche un nucleo importante di disegni rimasti sinora del tutto inediti e proveniente dall'Archivio Edmondo Bacci: tra questi anche una serie di “carte bruciate”, dove le macchie di giallo, rosso e blu acceso si stagliano sulla tela definendo forme geometriche intervallate da pezzi di carta combusta ormai a brandelli, metafore della fragilità e della precarietà del mondo sensibile.

La sala “dedicata” in casa di Peggy

Curatrice della mostra veneziana è Chiara Bertola che ha voluto esporre i quadri di Bacci senza cornice e senza vetro, per lasciare che il colore si espanda e risucchi il visitatore in una esperienza intima, quasi palpabile.Un'ottantina in tutto le opere esposte, provenienti da collezioni private e musei internazionali; per la mostra veneziana è ritornato eccezionalmente in Italia anche Avvenimento #13R, del 1953, il quadro che Alfred Barr Jr, primo direttore del Moma di New York, acquistò per il museo durante una sua visita a Venezia allo studio di Bacci. Contestualmente, il museo veneziano ha anche riallestito un'intera sala della casa-museo di Peggy Guggenheim con tutte le opere degli artisti spazialisti presenti nella collezione permanente, da Tancredi Parmeggiani a Giuseppe Santomaso, Lucio Fontana e pure un altro dipinto di Edmondo Bacci che non è incluso nell'esposizione temporanea.

Edmondo Bacci. L’energia della luce, a cura di Chiara BertolaVenezia, Peggy Guggenheim Collection (Ca' Venier dei Leoni) fino al 18 settembre 2023

Riproduzione riservata ©

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