Effetto Bce, tassi sotto zero per un terzo dei bond emergenti in euro
Morgan Stanley ha calcolato che circa un terzo dei bond in euro emessi da Paesi emergenti per un controvalore di 115 miliardi di euro tratti oggi a rendimenti negativi. Un fatto senza precedenti
di Andrea Franceschi e Isabella Bufacchi
3' di lettura
Oggi è il d-day della Bce che dovrebbe annunciare un rilancio del piano di stimoli monetari per far fronte al rallentamento della congiuntura. Il mercato da tempo ha iniziato a «prezzare» un taglio dei tassi o un rilancio del Quantitative easing. Forse eccessivamente secondo alcuni osservatori che hanno fatto notare come lo spazio di manovra di Draghi non sia poi così ampio e che diversi esponenti del board Bce siano contrari a nuovi stimoli.
Questo rinnovato scetticismo è uno dei principali motivi alla base della recente risalita dei tassi. Un movimento che tuttavia ha scalfito solo marginalmente l’entità del rally messo a segno dall’obbligazionario denominato in euro negli ultimi mesi. Un rally che ha interessato in primo luogo i titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona, che sono più direttamente interessati al possibile rilancio del piano di acquisti di titoli di Stato (Quantitative easing), ma è tutto il mercato dei bond denominati in euro ad essere interessato dall’ondata di acquisti.
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L’effetto più evidente dei questo rally è stato quello di portare in territorio negativo i rendimenti di una fetta sempre più consistente di titoli di Stato dell’Eurozona. Compresi quelli a lunga e lunghissima scadenza. Il fenomeno dei tassi negativi ha riguardato anche i bond ad alto rating (investment grade) acquistati anch’essi dalla Bce nell’ambito del Qe e oggi i corporate bond denominati in euro trattano mediamente a tassi negativi fino ai tre anni di scadenza stando alle rilevazioni di S&P Market Intelligence. Ma c’è anche un’altra categoria meno nota di bond che oggi è interessata dal fenomeno dei tassi sotto zero: quella dei titoli denominati in euro emessi da governi, banche e società non finanziarie dei Paesi emergenti.
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Morgan Stanley ha calcolato che circa un terzo dei bond in euro emessi da Paesi emergenti per un controvalore di 115 miliardi di euro tratti oggi a rendimenti negativi. Un fatto senza precedenti.
Il grosso di questi titoli risulta emesso da Paesi dell’Europa centro-orientale che fanno parte dell’Unione europea ma non hanno aderito all’euro e che formalmente vengono considerati Paesi emergenti anche se possono vantare un merito di credito di tutto rispetto. Il caso tipico è quello della Polonia (rating A) che ha fatto diverse emissioni in euro che oggi sui mercati secondari quotano a rendimenti negativi. Anche su scadenze medio-lunghe come nel caso di un titolo emesso a gennaio 2010 per un controvalore di 3 miliardi di euro che scade nel 2015 che rende -0,29 per cento.
Oltre ai Paesi dell’Europa dell’Est nell’elenco di chi ha emesso titoli che oggi trattano a tassi sotto zero ci sono diverse istituzioni sovranazionali come l’Asian Development Bank o l’African Development Bank . Molto attive poi sono le banche commerciali australiane che in questi anni hanno fatto diverse operazioni di rifinanziamento in euro emettendo titoli a tassi negativi. Anche in questo caso si tratta di emittenti che hanno un rating relativamente alto. Non mancano tuttavia i casi di titoli collocati da emittenti con rating spazzatura (Sotto la soglia della tripla B) come nel caso della Digi Communications, società di telecomunicazioni con base in Romania, o la banca polacca PKO Bank Hipoteczny.
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Per saperne di piùIsabella Bufacchivicecaporedattore corrispondente dalla Germania
Luogo: Francoforte, Germania
Lingue parlate: inglese, francese, tedesco, spagnolo
Argomenti: mercato dei capitali, ECB watcher, fixed income e debito, strumenti derivati, Germania
Premi: Premio Ischia Internazionale di Giornalismo per l’analisi economica, Premio Q8 per giovani giornalisti economici
Andrea Franceschiredattore
Luogo: Milano
Lingue parlate: Italiano, inglese
Argomenti: Mercati, finanza, bond, azioni. obbligazioni, titoli di stato, banche, borsa, politica monetaria, Bce, Fed, tassi
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