Effetto bonus sui cantieri e rischio di inflazione
1' di lettura
«Siamo in presenza del delitto perfetto perché si sommano almeno tre fattori». Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, ananlizza la situazione da amministratore delegato di Impresa Vescovi, azienda di costruzioni edili con sede nella città berica.
Il primo elemento è «la componente internazionale di aumento vertiginoso del prezzo delle commodity: ferro, rame alluminio, petrolio, che a sua volta influisce sul carburante e sul costo dell’energia», spiega facendo alcuni esempi: il tondo per edilizia (cioè le barre di ferro o acciaio che, poste come struttura all’interno del calcestruzzo, aumentano la resistenza strutturale delle costruzioni) è aumentato del 30%, il rame è raddoppiato in un anno, lo stesso calcestruzzo è aumentato del 20% nel giro di tre mesi.
Questo rincaro dirompente «si somma, in Italia, all’aumento vertiginoso della domanda di lavori edilizi grazie al Superbonus 110%», sottolinea Vescovi. E siccome il bonus ha un orizzonte temporale breve - per ora ufficialmente è ancora limitato al 2021 - «c’è una domanda enorme e concentrata in un periodo di tempo brevissimo, andando quindi a creare un effetto inflazionistico ancor più marcato: di conseguenza tutti i materiali connessi con le riqualificazioni sono schizzati alle stelle».
E non basta, per un settore che aveva già pagato duramente la crisi economica e finanziaria. «Tutto questo si aggiunge al fatto che il settore, negli ultimi 15 anni, si è totalmente destrutturato: sono diminuite le imprese, è crollata la manodopera. Insomma, a fronte di una domanda crescente, la capacità produttiva è bassa. Non solo, quindi, i materiali costano di più o scarseggiano, ma non ci sono neanche più operai a sufficienza».
loading...