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Effetto James Webb. Estate con il naso all’insù. Così si osservano stelle e astri

Chi non si accontenta delle straordinarie immagini del telescopio spaziale James Webb può divertirsi con strumenti amatoriali e imparare come riconoscere le minuscole galassie più lontane

di Giancarlo Calzetta

3' di lettura

I l cielo stellato è sempre uno spettacolo mozzafiato e se riusciamo ad allontanarci dalle luci della città, magari per una vacanza in quota o zone non troppo popolate, restiamo stupiti dalla quantità di puntini luminosi di vari colori che tappezzano la volta celeste. Risulta, poi, ancora più incredibile pensare a cosa nasconda quel drappo nero dopo aver visto le nuove foto inviate dal telescopio spaziale James Webb, surclassando da appena entrato in servizio lo già stupefacente telescopio spaziale Hubble.

Ma noi possiamo guardare nello spazio e vedere quella miriade di galassie che sembra popolare ogni arco-secondo quadro di cielo? Purtroppo, no. Anche usando telescopi enormi, non riusciremo a distinguere le minuscole galassie lontane inquadrate dallo spazio, ma possiamo rifarci su quelle più grandi, sulle nebulose e sugli ammassi stellari che sono comodamente a portata di piccoli telescopi amatoriali.

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Se in vacanza non possiamo portarci nulla di ingombrante, la scelta migliore per dare un occhio al cielo è quella di ricorrere a un binocolo. I normali 8x50 (dove 8 è il numero di ingrandimenti e 50 è il diametro in millimetri delle lenti frontali) ci permettono di scrutare la Via Lattea e stupirci davanti alle migliaia di stelle che la costituiscono: un tappeto di puntini luminosi che a occhio nudo sembrano una nuvola striata che attraversa il cielo da nord a sud. Se abbiamo qualche soldo da spendere, possiamo puntare su di un binocolo stabilizzato elettronicamente. Reggere uno strumento in mano, infatti, è stancante e anche il minimo movimento trasforma le stelle da puntini in trattini, impedendoci di vedere quei fiocchetti luminosi che sarebbero le nebulose e le galassie più grandi. Un treppiede può aiutare, ma un Canon 12x36IS o un Fujinon TS 16x28 fanno la differenza, eliminando completamente il tremore. I costi vanno dalle poche decine di euro per i classici 8x50 fino ai 1.500 euro dei binocoli più performanti, passando dai 5-600 euro per la fascia entry level già stabilizzata.

Se si vuole un telescopio “vero”, ma non troppo costoso, la scelta dovrebbe invece ricadere sui “dobson”, strumenti dalla struttura essenziale e completamente manuali che offrono degli specchi di dimensioni solitamente “generose”. Un dobson Bresser con specchio da 15 centimetri di diametro costa 350 euro e permette di arrivare anche a 200 ingrandimenti per distinguere in dettaglio ammassi globulari o nebulose planetarie. Benché fornito di tutto quello che serve per iniziare, è bene prevedere anche l'acquisto di un paio di oculari, per sfruttarlo al massimo già da subito e sostituire quelli, discutibili, forniti di serie. Chi avesse fame di luce e volesse vedere molto di più, con un dobson può spingersi facilmente fino a specchi da 40cm, pur mantenendo una struttura ancora abbastanza semplice da trasportare (servono cieli bui per telescopi così grandi). Purtroppo, il costo balza a oltre 2000 euro, quasi il doppio della versione da 30cm.

Gli astrofili più esigenti di solito si spingono oltre la gestione manuale del telescopio e puntano su montature computerizzate che permettono anche di scattare delle foto e trovare gli oggetti “automaticamente. Queste montature possono portare telescopi di molti tipi diversi e uno dei più gettonati per iniziare è il Celestron CGEM 800, un telescopio compatto con specchio da 20cm su montatura computerizzata. Il prezzo è elevato, siamo sui 3.500 euro, ma è una configurazione molto versatile che permette di osservare (e fotografare) con molta soddisfazione sia i pianeti (dove servono molti ingrandimenti) sia galassie, nebulose poco estese e ammassi globulari.

Infine, una menzione d'onore va a uno strumento innovativo destinato alla divulgazione delle scienze astronomiche: Unistellar. Questo telescopio ad altissima tecnologia è disponibile in due versioni: una dotata di oculare elettronico e uno addirittura senza oculare, che sfrutta un'app per mostrare cosa sta inquadrando. La sua grande forza è nella semplicità d'uso. Basta montarlo sul suo treppiede ed è pronto per essere usato, senza necessità di procedure di allineamento o altri preparativi. Permette a dieci dispositivi di collegarsi contemporaneamente per vedere cosa sta inquadrando e scatta foto che permettono di vedere i colori degli oggetti inquadrati. Il suo costo è importante, in quanto parte dai 2800 euro per arrivare fino ai 4600 dell'ultima versione, ma per chi mostra il cielo a possibili appassionati, scolaresche o curiosi è davvero uno strumento comodo da usare.

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