Effetto long Covid sul trasporto pubblico locale: nel 2022 passeggeri giù del 21%
Asstra suona l’allarme: anche se la domanda è ritornata a crescere, rimane lontana dai livelli pre pandemici. E sui ricavi pesa il caro energia
di Marco Morino
I punti chiave
3' di lettura
Effetto long Covid sul trasporto pubblico locale (Tpl). Il settore, che conta 931 imprese con 124mila addetti, 49mila mezzi e che muove ogni giorno oltre 15 milioni di persone, è stato profondamente colpito dalla pandemia, con gli utenti in fuga da bus, tram e metropolitane. E ancora oggi, soprattutto tra i segmenti più maturi, permane una diffusa paura da contagio, mentre la fetta di utenti più giovani (18-25 anni), per quanto minoritaria, è tornata a viaggiare sui mezzi pubblici, anche per il minor appeal esercitato dalla patente, che rispetto alle generazioni precedenti è vissuta come un onere rimandabile.
Consuntivi e previsioni
A livello medio nazionale, la perdita dei passeggeri trasportati, e conseguentemente dei ricavi tariffari, è stata pari al -50% nel 2020 e al -42% nel 2021 rispetto al 2019 (ultimo anno prima del Covid). E a pesare sui bilanci delle aziende c’è anche l'impennata dei costi spinta dal caro energia. Oltre alle mutate abitudini lavorative, eredità di pratiche e stili di vita consolidatesi in questi tre anni (smart working).
A rilevare lo stato dell'arte del trasporto pubblico locale è Asstra, l'associazione delle aziende del Tpl, che al museo Maxxi di Roma celebra il suo convegno nazionale.
Nel 2022, mentre la domanda complessiva di mobilità dei cittadini (pubblica e privata), in particolare nel primo semestre, sembra aver sperimentato un'accelerazione, con quasi 100 milioni di spostamenti quotidiani nei giorni feriali, un volume molto vicino alla soglia pre pandemica (-6% rispetto al 2019), la domanda di Tpl è ancora lontana dai livelli pre Covid. Un’indagine condotta dall'ufficio studi di Asstra ha rilevato una perdita stimata della domanda, rispetto al 2019, pari a -21% per il 2022 e -12% (stimata) per il 2023.
Il crollo dei passeggeri ha comportato un calo proporzionale dei ricavi da traffico compromettendo l’equilibrio economico-finanziario delle imprese e dei contratti di servizio di trasporto pubblico. Spiega una nota di Asstra: «La disponibilità attuale del fondo mancati ricavi, istituito con l'articolo 200 del Dl n. 34/2020, non è sufficiente ad assicurare la copertura delle perdite che il settore ha registrato nel 2021 e nei primi mesi del 2022. Nonostante un ulteriore intervento operato nell'ambito della legge di bilancio 2023, il fabbisogno per la copertura dei mancati ricavi del 2021 è pari 500 milioni di euro ed ulteriori 300 milioni di euro per il 2022».
L’impennata dei costi
Agli effetti del Covid si è aggiunta la crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime, ed in particolar modo dei carburanti e dell’energia elettrica. Per il 2022 si sono stimati maggiori costi per carburanti (gasolio e metano) pari a oltre 320 milioni di euro e per l’energia elettrica, nel solo secondo quadrimestre 2022, per oltre 160 milioni di euro.
Per il ristoro dei maggiori costi sostenuti per l’acquisto dei carburanti e dell'energia elettrica, il governo è intervenuto istituendo un fondo ad hoc per il II e il III quadrimestre 2022, rispetto al 2021, che presenta una dotazione complessiva pari a 460 milioni. Ad oggi non è previsto un rifinanziamento del fondo per garantire il ristoro dei maggiori costi energetici attesi per il 2023.
Per tutte queste ragioni, Asstra chiede al governo la copertura integrale dei mancati ricavi Covid-19 per il 2021 e il 2022 e interventi strutturali e automatici per coprire i maggiori costi energetici. Asstra chiede anche criteri di aggiornamento automatici delle tariffe nei contratti di servizio e maggiore flessibilità tariffaria a favore delle imprese.
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