Efficienza e investimenti mirati per la sfida digitale dell’energia
di Celestina Dominelli
2' di lettura
Il settore energetico italiano ha attraversato la crisi pandemica mostrando una notevole resilienza e ha imparato a navigare nell’incertezza rimodulando i propri modelli di business in modo da accelerare sulla strada della decarbonizzazione e riallocando una fetta consistente dei propri investimenti su nuove tecnologie e digitalizzazione che, nel pieno dell’emergenza sanitaria, si sono rivelate cruciali per garantire la continuità delle attività aziendali.
Una prova di resistenza ben visibile nei bilanci aziendali che hanno sostanzialmente retto l’onda d’urto del Covid-19 e che, solo in qualche caso, sono stati contrassegnati da cali consistenti di ricavi e redditività: è il caso, per esempio, dei produttori di energia e dei grandi gestori delle reti elettriche e del gas, ma anche del comparto delle multiutility (dalla gestione dei rifiuti all’illuminazione pubblica). In tutti questi segmenti, dunque, le ricadute della crisi, con la conseguente contrazione della domanda di energia e dei servizi annessi, sono state quasi sempre ammortizzate con efficacia dalle società.
Il merito va soprattutto ricondotto alla capacità di fare efficienza di un settore chiamato a misurarsi da tempo con una profonda esigenza di ammodernamento e che, in molti casi, era già intervenuto su processi e attività per migliorare le proprie performance. Senza contare poi la scelta di puntare negli anni su strategie di diversificazione che hanno consentito di limitare l’impatto della volatilità dei prezzi delle commodity, ben assorbito anche da chi ha potuto contare sulla remunerazione certa assicurata dai business regolati. Così, ben prima che l’emergenza pandemica rendesse necessarie delle contromisure specifiche, molte aziende si sono dotate di un profilo tecnologico di alto livello, rivelatosi fondamentale, come detto, per reagire alle restrizioni imposte dal Covid-19, e hanno poi continuato a investire su digitalizzazione e piattaforme avanzate per rendere strutturale la svolta tecnologica e affrontare meglio le nuove sfide.
Archiviato lo tsunami provocato dalla pandemia, il settore si trova infatti a dover fronteggiare adesso il grande cambiamento dettato dalla decarbonizzazione che ha portato le aziende a riscrivere i piani strategici a medio e lungo termine puntando su nuovi mix energetici e intensificando anche gli investimenti in innovazione tecnologica e capitale umano in modo da sviluppare nuove competenze. Perché il Covid-19 ha messo a dura prova la capacità di resistenza anche del comparto energetico, ma ha dimostrato, qui come altrove, che la migliore difesa è stata quella messa in campo dalle imprese più dinamiche e innovative.
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