Egitto, il gigante africano colpito dalla crisi alimentare per il conflitto in Ucraina
La visita del ministro Tajani al Cairo: ora un partenariato sulla sicurezza alimentare
di Carlo Marroni
2' di lettura
L'aggressione russa all'Ucraina ha innescato la crisi energetica, ma anche quella ancora più grave sul fronte alimentare. Specie nei paesi del Nord Africa, che dipendono in larga parte dall'import di grano. L'Egitto è tra i Paesi più colpiti dagli effetti della guerra in Ucraina in quanto dipende fortemente dalle importazioni per la sua fornitura di grano, mais, mais, soia e olio commestibile e una parte significativa di queste importazioni provengono dalla Russia e dall'Ucraina. Nel 2020, Russia e Ucraina hanno fornito l'86% delle importazioni egiziane di grano. Le cifre sono impressionante: 27,9 milioni di persone in Egitto hanno sperimentato un'insicurezza alimentare moderata o grave nel 2018-2020. Questo è stato il tema centrale della visita in Egitto del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, accompagnato anche dal Ministro Anna Maria Bernini L'Italia presiede, con il prof. Angelo Riccaboni – già Rettore dell'Università di Siena - il programma PRIMA che gestisce 500 milioni euro di finanziamenti per la ricerca di settore nel Mediterraneo (fondi da 19 paesi partecipanti; 250 mln da UE e 50 da MUR). Obiettivo: trasformare in progetti operativi 9 programmi di ricerca PRIMA realizzati negli scorsi anni in Egitto.
Agricoltura rappresenta l'11% del Pil, ma impiega il 28% della forza lavoro
L'agricoltura, in Egitto, è la principale fonte di reddito nelle aree rurali, ma questo reddito è gravemente insufficiente a garantire una vita dignitosa alle famiglie, in particolare nell'Alto Egitto. Circa il 90% degli agricoltori egiziani sono piccoli proprietari terrieri che soffrono di bassa produttività della terra e di un limitato sostegno governativo. L'agricoltura sebbene rappresenti l’11,3% del PIL, impegna il 28% della forza lavoro nazionale e il 45% di tutte le donne occupate. Inoltre, il settore ha un ruolo importante nella lotta alla povertà (un aumento dell'1% del PIL agricolo può ridurre la povertà del 3%). Allo stesso tempo, l'Egitto è un importatore netto di prodotti alimentari, acquistando il 40% del cibo consumato dall'estero, per un valore totale di oltre 3 miliardi di dollari all’anno. Il grave shock per le importazioni alimentari ha peggiorato l'insicurezza alimentare, soprattutto a causa delle drastiche riduzioni delle riserve di grano. In Egitto, si stima che le famiglie più povere spendano quasi la metà (45%) del loro reddito per il cibo; e l'inflazione dei prezzi alimentari è stata quasi doppia rispetto all’inflazione complessiva (24,8% a maggio 2021; prezzi del grano sono aumentati del 50% dall'inizio di febbraio 2022 e dell'80% da marzo 2021).
I prezzi agricoli sono scesi ma resta il rischio
La risposta del governo egiziano è stata principalmente attraverso l'introduzione di riforme del sistema di sussidi alimentari e investimenti significativi nelle infrastrutture di stoccaggio degli alimenti. I prezzi dei cereali sono diminuiti negli ultimi mesi grazie alle migliori forniture da parte dei paesi esportatori, all’iniziativa del grano del Mar Nero e alle Corsie Europee di Solidarietà. Tuttavia, la situazione rimane fragile. Ora, per dare una prospettiva a questo grave problema – e la visita di Tajani è stata mirata a questo scopo – si sta lavorando all'obiettivo di lanciare un partenariato Italia-Egitto sulla sicurezza alimentare per rafforzare il sistema alimentare egiziano e intensificare la cooperazione bilaterale in campo agroalimentare. Lo scopo individuare progetti in grado di stimolare investimenti pubblici e privati nel campo della sicurezza alimentare; integrare le differenti modalità di finanziamento; attivare partenariati tra imprese egiziane e italiane.
loading...