Eitan, inammissibile il ricorso dei nonni. Per il minore c’è un tutore legale
I nonni materni non potevano contestare un provvedimento non definitivo come la nomina a tutore provvisorio della zia paterna, presso il quale il bambino è collocato. Ora c’è un tutore legale vista la conflittualità tra i due nuclei familiari
di Patrizia Maciocchi
I punti chiave
2' di lettura
I nonni materni del piccolo non potevano contestare in Cassazione un provvedimento non definitivo come la nomina a tutore provvisorio della zia paterna. E comunque il ricorso era privo di interesse visto che ora per il bambino c’è un tutore legale considerata la conflittualità tra i due nuclei familiari. Per l’ennesima volta passa per le aule giudiziarie la storia di Eitan, il bambino sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone nel quale sono morte 14 persone il 23 maggio 2021, tra le quali padre madre fratello e nonni paterni del piccolo. La Suprema corte ha bollato come inammissibile il ricorso contro il provvedimento di nomina della zia paterna come tutore provvisorio. Un atto non ricorribile presso la Suprema corte proprio come spigano i giudici di legittimità proprio per il suo carattere non definitivo «potendo sempre essere modificato o revocato nel corso del giudizio, come del resto è in concreto avvenuto».
Le domande di adozione
La Cassazione ricorda che i ricorrenti non hanno interesse all’azione, perché il Tribunale per i minorenni di Milano ha nominato un tutore del minore, dunque la decisione contestata è stata superata. È, infatti, un professionista, estraneo alle famiglie di origine, ad occuparsi dell’amministrazione dei beni del minore e a prendere le decisioni relative alla sua vita, dalla scuola alla salute, sotto il controllo del tribunale. Il Tribunale aveva poi confermato la collocazione di Eitan presso la zia in provincia di Pavia. La scelta di ricorrere ad un soggetto terzo come tutore era stata presa, per il forte conflitto che si era scatenato dopo la nomina a tutrice legale della zia paterna Aya Biran, che ha fatto richiesta di adozione. Un passo analogo a quello fatto dalla famiglia materna. Altre battaglie che si giocano in sede civile e vanno avanti autonomamente.
Il fronte penale
Aperto anche un fronte penale nella dura battaglia con i nonni materni che vivono in Israele, dove per tre mesi è stato anche il minore portato via dall’Italia dal nonno Shmuel Peleg, che per questo era stato rinviato a giudizio per sequestro. Anche la zia paterna e il marito sono indagati. L’accusa è di aver prelevato dalla casa dei genitori del bimbo telefoni e dispositivi informatici utili, secondo la nonna materna, per accedere a documenti (nella denuncia si parla pure del testamento) che servivano nel procedimento sulla tutela. Per Eitan, aveva motivato il Tribunale per i minori di Milano, è necessario che la funzione di tutela venga svolta «da una figura terza, estranea all’aspra conflittualità che si è aperta» nonostante «l’esplicito richiamo alla collaborazione» del giudice tutelare.
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