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El Salvador non rinuncia al bitcoin. Anzi rilancia con tutte le cripto

Il Paese è il primo ad aver adottato il bitcoin come valuta legale. Ora il presidente Bukele snobba le perdite e allarga il progetto

di Pierangelo Soldavini

(REUTERS)

2' di lettura

Il mondo delle criptovalute si preparava a un lungo “inverno”, ma lo scandalo che ha travolto Ftx e il giovane criptomiliardario Sam Bankman-Fried l’ha trasformato in un incubo. Questo non sembra però spaventare il presidente salvadoregno, il populista Nayib Bukele, che rimane fedele al bitcoin. Incurante anche dei moniti del Fondo monetario internazionale e delle agenzie di rating che ormai parlano senza mezzi termini di probabile default a inizio 2023. Anzi, Bukele rilancia. Dopo aver fatto notizia poco più di un anno fa facendo di El Salvador un criptolaboratorio a cielo aperto con l’adozione di bitcoin come valuta a corso legale, ora raddoppia. Proprio questa settimana il ministro dell’Economia ha presentato una proposta di legge per ampliare il corso legale a tutte le criptovalute.

Il paese centroamericano si prepara al lancio, più volte rinviato, di un bond da un miliardo di dollari, il primo a livello mondiale garantito da bitcoin. Il progetto per il Volcano Bond prevedeva che mezzo miliardo andasse a finanziare una “Bitcoin City” che avrebbe fatto da vetrina per investimenti. La città dovrebbe essere costruita sulla costa, vicino al Conchagua, il vulcano che sarebbe utilizzato a livello energetico per supportare l’industria del bitcoin. Il restante mezzo miliardo dovrebbe servire per ulteriori acquisti. Poi a inizio anno Bukele ha indicato che avrebbe utilizzato la somma per ridurre il debito estero, prevedendo che il bitcoin avrebbe toccato i 100mila dollari. Le cose sono andate al contrario e oggi langue attorno a 16mila.

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Se la stagnazione delle quotazioni permane o se il valore si riducesse ancora di più, Bukele potrebbe considerarlo un investimento sul futuro. Però questa volta il presidente ha moderato i toni e, di fronte al nuovo crollo del listino cripto, non ha più accennato alla possibilità di “buy on the dips”. L’investimento, per ora, è fallimentare. Il tracker pubblico indica che nelle casse dello Stato sono presenti 2.396 bitcoin, gli ultimi otto acquistati una settimana fa, con un investimento complessivo di oltre 107 milioni di dollari, a un prezzo medio di 44.825 dollari. Il valore totale si è ridotto ora a meno di 40mila dollari. Ma la perdita è quasi ininfluente sul totale del debito estero.

Gli occhi sono puntati su gennaio prossimo, quando scade un eurobond da 688 milioni di dollari. E bitcoin è ben lontano dai 100mila dollari. Non è un caso che Bukele abbia annunciato questo mese un accordo di libero scambio con la Cina, che avrebbe offerto anche di comprare i 21 miliardi di dollari di debito estero salvadoregno. Il Paese passerebbe così dalla dollarizzazione al sottomissione a Pechino.

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