Electrolux, nel 2018 fabbriche italiane a regime, tranne Solaro
di Emanuele Scarci
2' di lettura
Migliora la domanda di elettrodomestici in Europa, ma non tanto da consentire a Electrolux il ritorno a pieni giri nelle quattro fabbriche italiane: nel 2018 solo nel polo di Forlì e, in parte, in quello di Susegana ci sarà il ritorno alle 8 ore piene di lavoro. Inoltre la società friulana Roncadin, produttrice di pizze surgelate e snack, ha deciso di aprire una corsia preferenziale per assorbire 80 lavoratori Electrolux nel corso del 2018. Nei primi nove mesi del 2018 il mercato europeo degli elettrodomestici è cresciuto, a volume, di uno striminzito 1,1% (di cui +0,3% in Europa occidentale che però pesa più dell’Est) e per il 2018 le stime indicano un rafforzamento, +1,8% (+1,3% in west Europe).
Il sostegno del governo
Il piano industriale 2014/17 di Electrolux, concordato con la mediazione del Governo, prevedeva la garanzia di investimenti e produzioni, una decontribuzione a sostegno del piano industriale da parte del Governo. In particolare, il piano industriale (6mila dipendenti) escludeva esuberi e licenziamenti fino al 2017 e prevedeva 150 milioni di investimenti. Secondo l’azienda, nel solo 2017 se ne prevedono 27 miloni ma ne sono stati realizzati oltre 47 e per l’anno prossimo saranno 46. L’organico della R&D di 788 persone è salito di 63 addetti nel biennio 2014/15.
«L’azienda ha rispettato l’accordo - dichiara Michela Spera, segretario nazionale Fiom Cgil - e anzi, per certi versi, anche superato. Non ci sono esuberi ma ci preoccupa solo lo stabilimento di Solaro per il quale l’azienda ha chiesto la proroga degli ammortizzatori sociali fino a tutto il 2018».
Il monitoraggio
Dall’incontro di monitoraggio svolto presso il ministero dello Sviluppo economico, con la presenza della viceministro Teresa Bellanova, è emerso un quadro di mercato stabile, con segnali incoraggianti per il 2018 e da una conferma delle strategie di prodotto e delle missioni produttive dei singoli stabilimenti. Riguardo i volumi, mentre lo stabilimento di Forlì (forni e piani cottura) cresce anche più del previsto e sono confermate le previsioni del piano industriale sia per Susegana (frigoriferi) che per Porcia (lavaggio), la maggiore criticità riguarda lo stabilimento di Solaro (lavastoviglie).
Nelle previsioni del 2018, nello stabilimento di Porcia si dovrebbe lavorare 8 settimane a 8 ore e 44 a 6 ore; a Susegana 44 settimane a 8 ore e il resto a 6; a Solaro si prevede un regime di orario fisso di 6 ore con il ricorso costante alla solidarietà; a Forlì si presteranno costantemente 8 ore. «A Forlì si è tornati ai volumi del 2007» sottolinea Spera.
Rispetto a tre anni fa, solo Forlì e Porcia hanno superato le stime di produzione, rispettivamente con 1,59 milioni di pezzi (stimati 1,5) e 910mila pezzi (750mila). Mentre Susegana dovrebbe mancare l’obiettivo produttivo di poco più di 30mila pezzi (a 819mila) e Solaro di ben 337mila pezzi (a 556mila).
Azienda e sindacati hanno convenuto di riaggiornare al più presto il confronto, «soprattuto per conoscere il Piano industriale 2018 - conclude Spera -. Ci preoccupano i programmi di automazione dell’azienda, non vorremmo riaprire un’altra trattativa per esuberi. Ora l’azienda è proiettata sulla connettività degli elettrodomestici, ma questo è un altro capitolo».
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