Elettricità record, prezzo a 385 euro
Le forniture del 24 novembre hanno sbriciolato ogni primato alla borsa elettrica del Gme. L’allarme di consumatori e imprese per i rincari. Il decreto salvabollette
di Jacopo Giliberto
I punti chiave
4' di lettura
La mattina di martedì 23 novembre la borsa elettrica del Gme ha sgretolato ogni primato di prezzo . Al prossimo aggiornamento delle bollette, il 1° gennaio, la scossa sarà fortissima. Ma il rincaro è immediato per le aziende e i grandi consumatori che comprano la corrente con contratti industriali.
I numeri. Il prezzo medio all’ingrosso delle forniture italiane di corrente fissato martedì 23 novembre alla borsa energetica del Gme , il Gestore dei mercati energetici, per le forniture del giorno mercoledì 24 novembre è 289,27 euro per mille chilowattora, cioè 28,9 centesimi al chilowattora. È il prezzo medio più alto da quando, nel 2004, esiste il mercato dei chilowattora.Il prezzo massimo mai toccato prima è per le forniture di mercoledì pomeriggio, quando il sole declina all’orizzonte, quando le centrali a gas sono chiamate ad accelerare a tutta manetta sulla “ rampa ” per sostituirsi al sonno improvviso delle centrali fotovoltaiche. Ecco il prezzo: dalle 18 alle 19 di mercoledì 24 novembre le forniture all’ingrosso di corrente arrivano al prezzo mai visto di 385 euro per mille chilowattora, 38,5 centesimi al chilowattora. Un confronto: il prezzo medio del 2020 era 38,92 euro per mille chilowattora. Un decimo.
Come funziona la borsa elettrica
Ogni mattina prima delle 12 i produttori elettrici propongono le offerte per ciascuna ora del giorno successivo. Con il criterio del prezzo marginale, quello più comune nelle borse elettriche dei diversi Paesi, vengono accolte a mano a mano offerte sempre più care finché non viene coperto il fabbisogno di corrente; l’ora in cui il rapporto tra la domanda elettrica dei consumatori e l’offerta delle centrali è più teso è quella della transizione, quando il prezzo è dettato dalle costosissime centrali a gas chiamate ad accendersi con il tramonto. Il prezzo per tutti gli acquirenti è il Pun (prezzo unico nazionale), cioè il prezzo medio.
(L’altro sistema di borsa, diffuso ma meno comune, è il pay as you bid, ogni partita di corrente viene pagata secondo l’offerta).
I prezzi in Italia
Da anni i prezzi medi in Italia si sono mossi in genere attorno ai 50-80 euro per mille chilowattora. Fino all’estate 2021, i prezzi mensili non si discostavano troppo da queste oscillazioni, fra i 56,5 euro di febbraio e gli 84,8 di giugno.
Da luglio a settembre la media è stata sopra i 100 euro.
Prezzo medio di ottobre, 217,63 euro con una fiammata fino a 380 euro.
Prezzo medio di novembre , 218,54 euro per mille chilowattora con la fiammata del 24 novembre a 289,27 euro e l’esplosione serale di 385 euro.
La settimana precedente
Nella settimana da lunedì 15 a domenica 21 novembre, il Gestore dei mercati energetici (Gme) aveva registrato un prezzo medio di acquisto dell'energia elettrica (Pun) pari a 236,5 euro per mille chilowattora (+31,95 euro, +15,6% rispetto alla settimana precedente). Lo rende noto il Gme.
In aumento anche i volumi di energia elettrica scambiati direttamente nella borsa del Gme, pari a 4,2 miliardi di chilowattora (+1,6%), con la liquidità al 72,5% (+0,2 punti percentuali). I prezzi medi di vendita, ovunque in rialzo, sono variati tra 234,8 euro della Calabria e 242,56 euro per mille chilowattora della Sicilia.
Chi paga e chi pagherà
Quando questi rincari arriveranno sulle bollette? Per le imprese, gli aumenti sono continui e seguono il mercato.
I piccoli consumatori come i 29 milioni di famiglie, i negozi o i piccoli uffici si dividono i due grandi gruppi. Una parte sono rimasti nel segmento a “maggior tutela”, senza la scelta del fornitore e con le tariffe regolate e aggiornate ogni tre mesi l’autorità dell’energia Arera. L’altra parte dei piccoli consumatori è sul mercato libero, cioè i consumatori hanno contratti stipulati direttamente con le aziende elettriche di loro gradimento, in genere contratti variabili (che seguono gli andamenti del mercato) o a tasso fisso (che evitano questi rincari ma si perdono i vantaggi dei ribassi).
L’autorità Arera ha aggiornato le bollette il 1° ottobre con un rincaro potente e il prossimo ritocco sarà il 1° gennaio.
Diverso il caso delle imprese , le quali in gran parte pagano i fornitori di energia con contratti variabili legati al Pun, il prezzo unico nazionale che si forma alla borsa elettrica del Gme. Gli imprenditori protestano, come fa Vito Pellegrino presidente della Sicindustria Trapani, il quale ha osservato che la componente energia rispetto alla media del 2020 è superiore al 300%.
Approvato il decreto salvabollette
La Camera con 354 voti favorevoli e nessun voto contrario (38 gli astenuti, tra questi il gruppo Fdi) ha definitivamente approvato il decreto legge varato per calmierare il caro-bollette. Con queste misure il Governo stanzia circa 3 miliardi nel 2021 per contenere l’impatto dell’aumento dei prezzi di elettricità e gas a carico di famiglie e imprese.
Il testo è stato modificato solamente in prima lettura, al Senato, dove è stata tra l'altro inserita la “garanzia di resilienza” tra le competenze del ministero della Transizione ecologica, nell’ambito della liberalizzazione dei mercati energetici.
Viene inoltre disposta l’estensione della applicazione della clausola di “close out netting” nel caso di procedure di risanamento, ristrutturazione economico-finanziaria o di liquidazione, ai contratti di fornitura e ai contratti derivati già in essere o stipulati entro il 31 dicembre 2022, anche nei casi in cui la consegna (o anche la produzione e commercializzazione in caso di contratti derivati) avvengano non direttamente nella Ue ma in Stati direttamente connessi con essa mediante linee elettriche o reti gas o in Stati aderenti al trattato di Atene che istituisce la Comunità dell’Energia.
«Bene. Una buona notizia, visto che oramai per il trimestre in corso non si poteva fare di più», afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. «Ora però urge sapere quanti miliardi si intendono stanziare in manovra per il primo trimestre 2022, visto che 2 miliardi sono un affronto al buon senso e alle quotazioni internazionali del gas. Inoltre va discussa una riforma complessiva delle bollette di luce e gas che va inserita nel disegno di legge Concorrenza che deve affrontare urgentemente anche il tema della fine del mercato tutelato», conclude Vignola.
Assoutenti esprime preoccupazione per i nuovi rialzi del prezzo spot dell’elettricità in Italia.
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