Elezioni, che cosa prevede l’accordo tra Pd, Azione e +Europa: no leader e nomi divisivi in uninominale
Il testo dell’intesa sottoscritta prevede per i dem il 70% delle candidature. Calenda: «Oggi si riapre la partita»
di Nicola Barone
I punti chiave
- Dalla Ucraina al cuneo fiscale, richiamo a Draghi
- Due i frontrunner
- Le quote nelle candidature
- «Inimmaginabile Paese passi alle destre»
- Pd offrirà diritto tribuna a leader in coalizione
2' di lettura
Dopo lunghe (e non facili) trattative Pd, Azione e +Europa hanno raggiunto un accordo politico in vista delle elezioni del 25 settembre. «Le parti si impegnano a non candidare personalità che possano risultare divisive per i rispettivi elettorati nei collegi uninominali, per aumentare le possibilità di vittoria dell’alleanza», si legge nel documento sottoscritto da Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova. Conseguentemente, nei collegi uninominali non saranno candidati i leader delle forze politiche che costituiranno l’alleanza, gli ex parlamentari del M5s e di Forza Italia (usciti nell’ultima legislatura).
Dalla Ucraina al cuneo fiscale, richiamo a Draghi
Nel patto elettorale siglato da Pd e Azione/Europa viene riconosciuta «l’importanza di proseguire nelle linee guida di politica estera e di difesa del governo Draghi con riferimento in particolare alla crisi ucraina e al contrasto al regime di Putin». In ambito economico e sociale, si punta a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva Ue e una «riduzione consistente» del cuneo fiscale a tutela in particolare dei lavoratori. Le parti condividono e si riconoscono nel metodo e nell'azione del governo guidato da Mario Draghi («i partiti che hanno causato la sua caduta si sono assunti una grave responsabilità dinanzi al Paese e all'Europa»). Tra i vari impegni, quello di «correggere lo strumento del reddito di cittadinanza e il bonus 110% in continuità con l’azione del governo.
Due i frontrunner
Le liste del Partito democratico e di Azione/+Europa parteciperanno alla campagna elettorale guidate da Enrico Letta, frontrunner per i democratici e progressisti, e Carlo Calenda, frontrunner per Azione/+Europa e liberali. È quanto viene precisato nella nota che spiega l’accordo siglato oggi.
Le quote nelle candidature
«La totalità dei candidati nei collegi uninominali della coalizione - prevede ancora l’accordo - verrà suddivisa tra Democratici e Progressisti e Azione/+Europa nella misura del 70% (Partito Democratico) e 30% (+Europa/Azione), scomputando dal totale dei collegi quelli che verranno attribuiti alle altre liste dell'alleanza elettorale. Questo rapporto verrà applicato alle diverse fasce di collegi che verranno indentificati di comune intesa».
«Inimmaginabile Paese passi alle destre»
Nessuna delle parti nasconde soddisfazione per il punto di caduta. «Abbiamo siglato una intesa, che riteniamo molto importante, un patto elettorale, all’interno di un accordo più largo con altre componenti a nostro avviso fondamentali per essere vincenti nei confronti della destra». Per il segretario del Pd «non è immaginabile che il Paese dopo Draghi passi al governo delle destre o guidato da Giorgia Meloni. Dopo Draghi l’Italia ha bisogno di una esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo». Ottimismo viene espresso anche dal leader di Azione, Carlo Calenda. «Siamo solidi e compatti, niente è scritto, andiamo a vincere le elezioni, da oggi per me ogni discussione è finita, c’è la partita e la partita la vinciamo».
Pd offrirà diritto tribuna a leader in coalizione
Dal Pd si aggiunge una postilla di peso. «A seguito del patto elettorale raggiunto oggi con Azione/+Europa, in linea con l'impegno a supportare la costruzione di una coalizione plurale e ampia da opporre al progetto della destra sovranista, nelle prossime liste elettorali il Partito Democratico offrirà diritto di tribuna in Parlamento ai leader dei diversi partiti e movimenti politici del centrosinistra che entreranno a far parte dell'alleanza elettorale».
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