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Elie Saab investe sull’Italia e punta a una formula lifestyle

La maison aprirà un piano dedicato al pret-à-porter da sposa in via Sant’Andrea a Milano e pensa a negozi a Roma e Capri. «Produrre in Italia? Non ci sono alternative in termini di qualità»

di Marta Casadei

Un look della collezione PE 2024 di Elie Saab

4' di lettura

Dire Elie Saab vuol dire abiti da Mille e una notte, look da star, capi d’alta moda che hanno esaltato la bellezza di attrici come Meryl Streep e Julia Roberts, first lady e teste coronate tra cui Michelle Obama e la regina Rania di Giordania. Ed è proprio con un atelier di alta moda che nel 1982 il couturier libanese è partito, da Beirut, con la sua avventura creativa e imprenditoriale. Che oggi è innanzitutto un’impresa di famiglia – con Elie Saab Jr, figlio del fondatore, nel ruolo di ceo – e si è evoluta in un brand lifestyle con l’alta moda (pezzi unici e su misura), sempre fatta a mano a Beirut, che assorbe il 25% dei ricavi, e il pret-à-porter che, invece, è fatto in Italia e vale il 60% del business (l’azienda non rilascia i numeri di bilancio, ndr).

Elie Saab al termine della sfilata della collezione PE 2024 a Parigi il 30 settembre 2023 (EPA/MOHAMMED BADRA)

«L’alta moda rappresenta un pilastro dell’azienda e noi siamo tra le cinque maison leader al mondo nel segmento. È da lì che ho iniziato – spiega Elie Saab –. Il pret-à-porter è arrivato più tardi nella mia carriera, quando ho deciso di sviluppare la maison a livello internazionale e sono andato a Roma per presentare le mie collezioni. Avevo in mente di svilupparlo e volevo che fosse prodotto in Italia, come avviene ancora oggi.Nel 2023, ad ogni modo, l’alta moda è ancora sinonimo di sogni, eleganza e know-how eccezionale». All’alta moda e al pret-à-porter, la cui collezione P-E 24 è appena stata presentata a Parigi, si sono aggiunti nel tempo il kidswear, la linea di arredamento Elie Saab Maison, i progetti real estate («quindici in tre anni, con 5-10 in pipeline», spiega Elie Saab Jr) e i profumi (in licenza). «Molte cose sono cambiate, ma il mio approccio è rimasto lo stesso degli esordi: creo per valorizzare le donne», spiega Elie Saab.

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Una creazione Elie Saab Kidswear

A fargli eco è il figlio: «Ci siamo espansi in una serie di categorie merceologiche mantenendo fede all’essenza del marchio, che è legata a doppio filo all’alta moda: sofisticata, elegante, opulenta. Vogliamo che la filosofia di Elie Saab accompagni le nostre clienti tutto il giorno, da quando si svegliano (in una casa “brandizzata”, ndr) a quando vanno a un party alla sera». Per ora il progetto è rafforzarsi nelle categorie in cui il brand è presente e nel futuro «potremmo pensare a food&beverage e hospitality», dice.

Negli ultimi tre anni, nonostante la pandemia, il business dell’azienda è cresciuto, registrando un rimbalzo del 150% nei ricavi 2021 rispetto al 2020 e, a seguire, una crescita più organica: «Nel 2022 siamo cresciuti del 60% rispetto all’anno prima e le previsioni per quest’anno sono di chiudere a un +35%», spiega Elie Saab Jr. Che racconta come proprio l’alta moda abbia resistito meglio agli effetti del Covid: «Ha sofferto meno rispetto al pret-à-porter. Primo, perché i Paesi hanno avuto livelli diversi di restrizioni – continua il ceo – e gli eventi più intimi hanno continuato a tenersi. Inoltre le nostre clienti sono abituate a fare acquisti al telefono, comodamente da casa». La crescita di Elie Saab non è legata solo allo shopping delle affezionate, ma a una clientela sempre più giovane e internazionale, come racconta il fondatore della maison: «Stile di vita e desideri delle mie clienti si sono evoluti – dice –. Vivono più vite, sono molto attive, cercano più conforto pur rimanendo sofisticate ed eleganti. Ciò che invece non è cambiato è il desiderio di sentirsi belle e radiose e le mie clienti sanno che quando vengono da me, la loro personalità e bellezza saranno rispettate e questo è anche ciò che apprezzano».

Elie Saab ha realizzato l’abito da sposa di Rajwa Al Saif per le nozze con il principe di Giordania Al Hussein bin Abdullah, lo scorso 1 giugno

Il mercato chiave, in questo momento, è l’Europa «dove abbiamo la rete di negozi più capillare nelle città chiave: Parigi, Londra, Milano», mentre la scommessa è su Medio Oriente e Stati Uniti. «La prima è sempre stata un’area forte sulla couture, ma solo di recente abbiamo cominciato l’espansione retail in Emirati, Arabia Saudita e Qatar, mentre gli Usa sono una piazza ricca di opportunità sul breve- medio termine» afferma il figlio del fondatore.

All’orizzonte, c’è l’Asia e l’Italia ha da sempre un posto speciale nel cuore di Elie Saab: è stato il primo Paese straniero in cui il designer libanese ha portato le sue creazioni. E non è tutto: i capi pret-à-porter sono realizzati in Italia, così come i mobili e i complementi della linea Maison. «Il legame con l’Italia per noi è sempre più forte: produciamo nel vostro Paese perché per un brand di pret-à-porter di alto livello non ci sono alternative in termini di qualità – conferma Elie Saab Jr –. A Milano, poi, abbiamo parte del team di design e sviluppo prodotto, oltre allo staff che si occupa della linea Maison». Dopo l’apertura dello store di via Sant’Andrea, a Milano, lo scorso marzo, gli investimenti continuano: «Nello stesso palazzo abbiamo appena firmato il contratto di affitto di un intero piano che sarà dedicato alla nostra collezione bridal ready to wear. Uno spazio che esiste già nelle nostre boutique di Londra e Parigi e che speriamo a dicembre sarà operativo anche a Milano», continua Saab Jr.

Un dettaglio di un abito della collezione Haute Couture per l’AI 23-24

L’abbigliamento da sposa è uno dei punti di forza della maison e la decisione di lanciare una linea di pezzi pret-à-porter coincide proprio con la volontà di offrire un prodotto che, pur mantenendo standard elevati nella qualità e nel design, guarda a una clientela più ampia: «Un abito da sposa di alta moda, in media, costa circa 170mila euro, mentre la linea ready to wear va dai 7mila ai 45mila euro», specifica il ceo. Milano potrebbe non restare a lungo l’unica città italiana con un monomarca Elie Saab: «La città sta vivendo un momento positivo anche grazie ai turisti e la boutique performa meglio di mese in mese. Ora puntiamo ad altre due location: Roma e una destinazione stagionale come Capri o Porto Cervo». Quello che Elie Saab Jr sottolinea più volte è come avere un’azienda snella e flessibile rappresenti uno dei punti di forza di un business che, per ora, sembra destinato a rimanere in famiglia: «Nel 2020 abbiamo ceduto una quota di minoranza, ma poi l’abbiamo ricomprata: una mossa necessaria per poter portare a compimento il processo di ristrutturazione dell’azienda che avevamo in mente. Ora non cerchiamo nessun partner, ma non siamo contrari all’idea, nel momento in cui sarà utile per lo sviluppo dell’azienda».

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