mostre e valori

Elisa Sighicelli: restituire la materialità delle immagini

di Francesca Guerisoli

4' di lettura

Da un decennio Villa Pignatelli – Polo museale della Campania , un tempo dimora dell'omonima principessa, è anche “ Casa della Fotografia ”. Nel 2010, con la mostra dedicata a Ugo Mulas, la Villa ha inaugurato l'attività promozionale nel campo della fotografia affiancandola a quella di conservazione ed esposizione dell'appartamento storico, degli arredi e degli oggetti posseduti dalla famiglia Pignatelli. La casa museo ospita anche una serie di eventi, convegni, incontri con fotografi in collaborazione con istituzioni esterne, come la rassegna estiva di cinema, musica e teatro “ Doppio sogno ”, realizzata con il Teatro Stabile d'Innovazione Galleria Toledo e concerti come “Musica d'insieme” organizzato con l' Associazione Scarlatti , il Festival Pignatelli in Jazz e il Maggio della musica .

Fotografie di marmo by Sighicelli

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Le mostre di fotografia – allestite in quelli che furono gli appartamenti privati della principessa Pignatelli, al primo piano della Villa – presentano patrimoni storici poco noti, autori contemporanei internazionali e nuove tendenze. Dal 2010 sono state ospitate 16 mostre, tra cui le personali di Riccardo Carbone, Raffaella Mariniello, Gabriele Basilico, Antonio Biasiucci, Wim Wenders, Paolo Gioli, Juergen Teller, Darren Almond, Stefano Cerio e progetti collettivi che hanno compreso, ad esempio, fotografie di Julia Margaret Cameron, Francesca Woodman e opere dalla collezione Carla Sozzani. Villa Pignatelli – la cui neo direttrice pro-tempore è Rosanna Naclerio, in attesa delle nuove nomine ministeriali, succeduta a Denise Maria Pagano – non è impegnata nella produzione delle mostre, attività che rimane a carico dei soggetti esterni in collaborazione con l'associazione culturale Incontri Internazionali d'Arte .

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In questo contesto si inserisce la mostra «Storie di Pietròfori e Rasomanti» di Elisa Sighicelli (opere quotate da 9.000 a 36.000 euro), in corso fino al prossimo 22 settembre. L'artista – tra il 2001 e il 2018 rappresentata da Gagosian – vanta opere in collezioni di musei e fondazioni tra cui GAM , Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, MART, Museo Poldi Pezzoli e all'estero Hara Museum di Tokio, Morgan Art Foundation di New York; Frac Bretagne, K21 Kunstsammlung in Standehaus di Dusseldorf, Nottingham Castle Museum . Tra i passaggi in asta si segnalano, nel 2018, da Sotheby's Londra i lightbox del 2001 «Iceland Bathroom», battuti per 27,500 sterline (31.000 euro) e da Christie's New York «Iceland: Kitchen», per 8.750 dollari (7.747 euro); nel 2015 Sighicelli ha fatto parte dell'asta da Phillips New York, “The Great Wonderful: 100 Years of Italian Art”, curata da Francesco Bonami, vendendo «Untitled (Interim)», una stampa sempre del 2001, per 30.000 dollari (26.500 euro).

La mostra. «Storie di Pietròfori e Rasomanti» è stata interamente prodotta dallo studio dell'artista, promossa dal Ministero dei Beni e delle attività culturali Polo museale della Campania, e ha avuto come sponsor l'associazione Incontri Internazionali d'Arte. “Andrea Viliani, il direttore del museo MADRE , mi ha fatto conoscere Villa Pignatelli Casa della Fotografia – dice Sighicelli –. Sono rimasta affascinata dal luogo; ho presentato al suo direttore Denise Maria Pagano un progetto specifico ispirato alla Villa e ad altri musei napoletani quali il Museo Archeologico Nazionale e Villa Floridiana ”. Accomunate dal ruolo della fotografia come materiale e dalla trasformazione dell'immagine in oggetto, le 33 opere in mostra, tutti pezzi unici, comprendono lavori stampati su raso (dai 13.000 euro i 140 x 140 cm ai 15.000 per i 214 x 143), travertino (da 9.000 euro per il pezzo 52,8 x 71,5 a 36.000 dei pezzi 136 x 184 cm), marmo (17.000 euro, tutti 100 x 80 cm). Sighicelli annulla il carattere di riproducibilità della fotografia, riportando l'immagine a pezzo unico. I materiali divengono superfici palpabili, restituiscono alle fotografie una consistenza fisica, tattile e perfino termica. Soprattutto nel caso dei marmi, dove l'artista riproduce sculture antiche, se da un lato a prima vista l'intento appare mimetico rispetto all'oggetto fotografato, dall'altro il minimo cambio di scala con cui l'artista stampa le immagini produce una sottile differenza. Con questi escamotage, l'artista crea slittamenti con cui rifugge da un mero intento documentaristico: i materiali non sono solo supporti di stampa, ma oggetti essi stessi, dotati di una forza intrinseca che emerge potentemente attraverso le immagini che accolgono sulla propria superficie. “In un mondo contemporaneo saturo di immagini virtuali, mi interessata restituire la materialità delle immagini e la loro tangibilità in uno spazio reale” afferma Sighicelli. La luce delle immagini viene moltiplicata e resa vibrante dal raso su cui sono stampate nelle serie della sala da ballo, colta attraverso specchiere ossidate, che ne danno un'eco pittorica; in quella dei fanali delle carrozze custodite nel museo, che divengono dispositivi ottici moltiplicatori della luce, dove il metallo convesso funge da specchio; e nella serie dei vetri di Murano, in collezione a Villa Floridiana, dove liquidità e lucentezza del tessuto richiamano le qualità materiali del vetro. Dettagli di antichità romane del Museo Archeologico di Napoli e della Centrale Montemartini di Roma sono stati stampati su marmo, le cui venature si fondono con la fotografia, rendendo indistinguibile il supporto dall'immagine. La fotografia non è più l'immagine di un oggetto di marmo, bensì è marmo, ne eredita le sue caratteristiche tattili e gioca con gli effetti spaziali da piano a rilievo.

Le prossime personali di Elisa Sighicelli avranno luogo da Rossi & Rossi a Hong Kong ad aprile 2020 nell'ambito del programma Rossi Martino e a giugno a New York da 55 Walker , spazio gestito dalle gallerie Bortolami , Andrew Kreps e Kaufmann Repet to .

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