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Elizabeth Unique, nel nuovo hotel di lusso a Roma arte contemporanea e tocchi hi-tech

di Chiara Beghelli

4' di lettura

Dare un nome proprio a un hotel è un modo di segnarne il destino, renderlo unico. È l’evoluzione del concetto di “boutique” in “unique”, lo stesso che ha ispirato l’ultimo nato nelle fila dei cinque stelle di Roma, l’Elizabeth Unique Hotel. Progetto di Giovanni e Vittorio Curatella, a capo del gruppo Curatella Hotels (al quale fanno capo strutture come il Gkk Suites, sempre a Roma), che hanno dato all’hotel il nome della mamma e nonna, è nato in pochi mesi nel seicentesco palazzo Pulieri Ginetti, in via delle Colonnette, pacifica via del centro alle spalle di via del Corso e a metà strada fra piazza del Popolo e piazza Augusto Imperatore, in pieno fermento restaurativo intorno al Mausoleo del primo imperatore.

Elizabeth Unique, il nuovo hotel di lusso a Roma punta sull’arte e l’hi-tech

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Un’area in fase di rilancio, grazie anche all’inaugurazione del progetto Fondaco, e un’apertura che segue e risponde alla crescita del turismo di lusso nella Capitale: nel 2017 il segmento a cinque stelle è stato il traino del business da 10 miliardi del turismo a Roma, che sarà in grado di offrire un portfolio con una cinquantina di cinque stelle entro il prossimo anno.

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Ma i numeri in moltiplicazione costituiscono una sfida per chi deve mettere a punto il concept di un hotel di lusso senza repliche o banalizzazioni: per evitare il rischio, l’Elizabeth ha pubblicato un Manifesto, dove si leggono passaggi come “Rifuggiamo dalla produzione industriale, che comprometterebbe l’equilibrio tra innovazione e autenticità” e ”Crediamo nel fatto che fare profitto non è mai la causa, ma l’effetto di chi persegue la qualità”.

Il logo è una firma, visibile fin dall’ingresso, frontale a quello dell’atelier che fu di Antonio Canova. E il legame con l’arte è quello che rende davvero “unique” l’albergo, sede espositiva per alcuni dei più interessanti artisti italiani contemporanei, specificatamente quelli rappresentati dalla galleria Russo, una delle più antiche della città (è stata fondata nel 1898) e oggi gestita da Fabrizio Russo. A 300 metri dall’ingresso dell’hotel, in via Alibert, l’hotel ne è una sorta di naturale prosecuzione.

L’Elizabeth, però, non ha offerto solo le proprie pareti come spazi di allestimento alternativi. Installazioni e progetti anche site specific ne fanno una sorta di galleria “diffusa”: sul soffito della lobby, un mosaico di immagini (separate fra loro rigorosamente da 2 cm) di Manuel Felisi; su porte e pareti le sorpendenti sagome di sculture antiche realizzate per stratificazione di una banalissima rete metallica da Giorgio Tentolini; una cascata di lettere sulle scale firmata Enrico Benetta, le colature di colore viniliche di Veronica Montanino, le delicate mappe geografiche di farfalle di Michael Gambino. Tutto può essere comprato. Basta indicarlo al concierge e un rappresentante della galleria arriverà per discutere i dettagli dell’acquisto.

Il progetto è stato curato dal punto di vista architettonico e dell’interior e del lighting design dallo Studio Marinicola, che ne ha derivato 33 stanze di quattro tipologie (initial, deluxe, junior suite e suite, queste due affacciate tutte su via del Corso) e sei Mansion, residenze che saranno presto inaugurate.

Aprirà a breve anche la terrazza, dove campeggerà un’enorme scultura di soffione (i fiori “volatili” di tarassaco) che accompagnerà gli aperitivi delle serate d’estate. In attesa, l’amabile area del Bacharach Bar & Bistrot diffonde un’energia intensa e pacata con i suoi toni di verde lime in contrasto con bianco, oro e specchi, ed evoca la serenità delle canzoni di Burt Bacharach.

La scelta di non puntare su un ristorante è stata compensata dal prefiggersi l’obiettivo di offrire la migliore colazione della città, che non vuol dire certo ordinare un cappuccino e cornetto, ma scegliere da un corposo menù a la carte. Si parte dalla proposta continentale per 29 euro per arrivare ai fasti del menù Elizabeth da 49, dove spuntano il formaggio fiocco della Tuscia, il salmone scozzese di Loch Fyne, il miele invecchiato in barrique da Giorgio Poeta sui monti Sibillini. La colazione è offerta fino alle 14.30, perfetta per chi ha fatto tardi la sera prima, in alternativa a un brunch gourmet che si protrae fino alle 23, puntando su un menù di 22 “pani creativi”, come la Pagnottina alle noci con purea di ceci, baccalà e peperone crusco o il romanissimo Maritozzo con coppa stagionata, radicchio glassato e cipolla rossa.

Ma non sono solo curiosi e globali Millennials in cerca di esperienze autentiche i clienti tipo dell’Elizabeth: sempre più stanno arrivando famiglie numerose, secondo una tendenza che l’hotellerie di alta gamma sta generalmente registrando. Tutti possono godere delle amenities tech dell’albergo, fra le quali uno smartphone da poter portare con sé mentre si visita la città, magari con la guida della cultural manager dell’Elizabeth, specializzata nel condurre gli ospiti nei luoghi più celebri, come la Cappella Sistina, ma rivelandone i dettagli meno noti. In camera un tablet per il servizio virtuale di concierge e un codice Netflix per le serate più tranquille. Ed è in lavorazione anche la playlist dell’hotel.

Elizabeth Unique Hotel
Via delle Colonnette, 35 - Roma

www.ehrome.com

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