Compleanni hi-tech

Elon Musk compie 50 anni: dalla Tesla allo spazio, quali saranno le mosse future

Elon Musk ha portato in utile Tesla dopo aver sfiorato il fallimento: ora vuole impiantare chip nel cervello e punta a Marte. Quale sarà la prossima mossa?

di Pierangelo Soldavini

Spazio, SpaceX lancia in orbita un altro lotto di satelliti Starlink

6' di lettura

Entro il 2021 ha promesso che impianterà il primo chip in un cervello umano per farlo dialogare con un computer e che realizzerà nel Golfo del Messico il primo spazioporto da cui partiranno le missioni spaziali dirette su Marte, puntando a espandersi dalla Luna fino all'esplorazione del Pianeta Rosso. Ovviamente finanziandosi in criptovaluta.

Nell'anno dei suoi cinquant'anni – li compie ufficialmente il 28 giugno, almeno questa data è certa – l'agenda di Elon Musk sembra già abbastanza piena. Ma non è escluso che nel giorno del suo compleanno faccia qualche annuncio a sorpresa che lasci il mondo a bocca aperta. D'altra parte l'uomo degli eccessi, che ha lanciato una Tesla nello spazio, sfidato la Sec dicendo di essere pronto a ricomprare le azioni Tesla a 420 dollari ad azione, rotto un parabrezza al momento del lancio della nuova vettura, investito 1,5 miliardi di riserve in criptovalute, sostenuto che avrebbe accettato bitcoin per l'acquisto delle sue macchine per poi, un mese dopo, fare marcia indietro a causa dell'impatto ambientale delle criptovalute, definito “fasciste” le autorità californiane per il lockdown da Covid, annunciato che non si vaccinerà, venduto lanciafiamme ai suoi fan - solo per dirne solo alcune – ci si può aspettare di tutto. Anche che chiami la figlia come un droide di Guerre stellari: X Æ A-XII.

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I critici lo bollano come un ciarlatano e un venditore di fumo – si è anche fumato uno spinello in diretta televisiva -, un maestro di marketing figlio dell'era di internet che sa giocare con i social media e la rete per amplificare i suoi messaggi. Ne sono un esempio chiaro i tweet con cui detta i ritmi delle oscillazioni delle criptovalute, provocando risalite violente o cadute precipitose a suo piacimento facendo leva sui 57 milioni di follower: oltre a bitcoin, emblematico è dogecoin, criptovaluta nata per scherzo da un meme e cavalcata da Musk che ne ha fatto lievitare le quotazioni. Ma anche il sostegno garantito al popolo di Reddit nelle sue incursioni azionarie, quando si è scagliato contro la prassi dei grandi player istituzionali di giocare al ribasso sull'azionario.

Elon Musk, i miei primi cinquant'anni

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Da Paypal ai chip nel cervello

Ma è anche vero che se è diventato il secondo uomo più ricco del mondo non è proprio solo per semplice marketing. In effetti l’eccentrico miliardario di origine sudafricana si inserisce in quel filone di “disruptors” tecnologici che va da Steve Jobs e Bill Gates a Jeff Bezos. Per i suoi fan non è un semplice imprenditore, ma un genio visionario in grado di rimodellare e rivoluzionare ogni settore in cui entra sulla base di ambizioni che non hanno confronto.

È stato così fin dall'inizio quando con la sua X.com è entrato tra i creatori di Paypal, la società che tra le prime ha innovato il settore dei pagamenti poi venduta a eBay per 1,5 miliardi di dollari.

Il ricavato della sua quota l’ha investito nel 2004 nella californiana Tesla, di cui, al contrario di quanto si pensi non fu il fondatore, diventandone maggior azionista e Ceo e, soprattutto, facendo fare un salto di qualità alla casa che allora era un piccolo produttore di nicchia. La Model 3 è diventata l'icona della mobilità elettrica portata a livello di mercato di massa e anche i big dell'auto globale, che all'inizio avevano guardato con grande scetticismo il giovane e ambizioso parvenu, oggi devono riconoscere che l'auto elettrica rappresenta il futuro prossimo del mercato.

Il risultato è che, se qualche anno fa Musk sembrava in grande difficoltà e sull'orlo del fallimento, oggi la sua Tesla è la prima casa automobilistica globale per capitalizzazione: il suo valore di Borsa si è moltiplicato di sei volte nel corso dell'ultimo anno arrivando a oltre 800 miliardi di dollari, facendo diventare Elon l'uomo più ricco del mondo. Oggi si è ridimensionata a 647 miliardi, comunque più del doppio di Toyota e oltre tre volte Volkswagen, pur avendo meno dello 0,5% del mercato mondiale e con un quadro finanziario che ha registrato utili solo nel corso dell'ultimo anno, nell'ultimo trimestre gonfiato dagli investimenti in bitcoin.

È vero che la lente della finanza rischia di distorcere la realtà – soprattutto con un rapporto prezzo-utili sopra quota 670 -, ma non c'è dubbio che la scommessa di Musk abbia fatto breccia aprendo prospettive nuove al mercato auto. Così come il megainvestimento nella Gigafactory, il mega impianto per la produzione di batterie elettriche che dal Nevada, mentre la produzione di auto ora sbarca anche in Germania.

Disruption nello spazio

La disruption è arrivata anche nello spazio. Musk promette di andare su Marte e forse perderà la sfida con Bezos per essere il primo a fare il turista spaziale, ma intanto la sua SpaceX ha cambiato volto al mercato dei lanciatori di satelliti. Con l’idea del riutilizzo dei lanciatori spaziali per satelliti, oggi Musk è diventato protagonista di un mercato in grande espansione per portare in orbita satelliti per aziende più o meno grandi. Tanto che la stessa Nasa ha preferito evitare investimenti miliardari utilizzando i razzi di SpaceX come vettori per le sue missioni nello spazio.

Con lanci che arrivano a più di cento satelliti per volta, Musk vuole rivoluzionare anche il sistema delle telecomunicazioni terrestri con la creazione di una costellazione di 12mila minisatelliti – più di quanti lanciati dal Dopoguerra a oggi - per portare internet a banda larga a qualsiasi latitudine entro il 2021. Tra i primi abbonati c’è Google per i suoi servizi cloud.

Ma il “Technoking” non si ferma qui. Ha inventato un sistema di tubi sotterranei, Hyperloop, per far circolare treni a cuscinetti d'aria supersonici che dovrebbero risolvere il problema del trasporto globale. Ma la Boring Company che dovrebbe lanciarli, quasi dieci anni dopo non sembra aver trovato la chiave dello sviluppo.

Sempre all'insegna delle tecnologie di frontiera Musk si è lanciato anche in ambito neuroscientifico promettendo di permettere alle persone di navigare su internet con la forza del pensiero. La sua Neuralink avrebbe già fatto giocare una scimmia con un videogame con la sola forza del pensiero: ora promette di impiantare il primo chip in un cervello umano entro l'anno. Chissà che non lo testi lui di persona, come vuole fare con i viaggi spaziali.

L'eccentrico attivismo del neocinquantenne l'ha proiettato tra i Paperoni globali, grazie soprattutto all'anno del lockdown. Il 2020 era iniziato infatti per Musk con un patrimonio di circa 27 miliardi di dollaro, di poco nei primi cinquanta miliardari. Poi lo scatto di Tesla, arrivata a valere più di 800 miliardi, gli ha permesso di superare di slancio Bezos come uomo più ricco del pianeta. A primavera il patron di Amazon si è ripreso il primato, ma Elon lo segue a ruota: 184 miliardi contro 197.

Come se non bastasse risulterebbe anche il Ceo più pagato al mondo. Sarà che si è anche autonominato Technoking di Tesla, ma Forbes stima che avrebbe ricevuto 11 miliardi nel 2020 grazie al piano di stock option entrato in vigore lo scorso anno. Il piano aveva tre anni fa, al momento della firma, un valore totale di 2,3 miliardi, lievitato di concerto con il volo delle quotazioni azionarie.

Tecnologie e redditività: promesse da mantenere

Con uno stipendio di questo genere non può permettersi di non mantenere fede alle promesse. Già le scadenze di quest'anno le abbiamo viste. Ma, al traguardo dei cinquant'anni, Musk è chiamato a scrollarsi di dosso la nomea di ciarlatano se vuole affermarsi definitivamente come innovatore visionario del nuovo secolo. Oltre a mantenere le promesse tecnologiche, dovrà quindi dimostrare che le sue attività sono davvero sostenibili dal punto di vista economico.

Tesla ha iniziato a produrre utili da sette trimestri a questa parte: il primo trimestre 2021 ha segnato un record di 438 milioni, in parte gonfiato anche dalle plusvalenze sui suoi investimenti in criptovalute. Ma le altre attività sono ancora ben lontane dall'essere redditive: certo, ci vorrà tempo, ma i soldi raccolti per gli investimenti richiedono di essere ricompensati.

Non è un caso che inizino a circolare indiscrezioni su una ristrutturazione finanziaria dell'intero gruppo portando tutte le attività sotto il cappello di una holding, sull'esempio di Alphabet con Google. Il che avrebbe l'effetto di distribuire profitti e perdite in maniera più sostenibile. Lo stesso Musk non ha respinto l'idea. Ovviamente lo ha fatto via Twitter, il suo mezzo di comunicazione preferito. Il nome? Potrebbe essere un ritorno alle origini con X.com, la holding da cui tutto è partito fusa a suo tempo in Paypal. La X è stata una costante nella vita imprenditoriale di Musk, dall'iconico modello X della Tesla a SpaceX. Ora ha ricomprato da Paypal il dominio X.com. Forse è un indizio della prossima mossa di Technoking.


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