Covid, Variante Eris dominante in Italia ma nuovo vaccino protegge
Lo ha affermato la direttrice dell’Ema Emer Cooke per la quale «i nuovi vaccini proteggono anche contro Eris, oltre che contro le più recenti varianti in circolazione»
di Andrea Gagliardi
I punti chiave
3' di lettura
I vaccini adattati approvati dall’Ue proteggono anche contro la variante Eris. Lo ha affermato la direttrice dell’Ema Emer Cooke. «Eris è una delle varianti che abbiamo seguito e i nuovi vaccini proteggono anche contro Eris», oltre che «contro le più recenti varianti in circolazione». «La pandemia è superata - ha aggiunto Cooke - ma il virus è ancora una minaccia per i soggetti a rischio, quindi persone con più di 65 anni, quelle con condizioni di salute precarie e le donne incinte devono vaccinarsi»
Eris, variante più resistente
L’ultima versione di Omicron, la variante Eris (EG.5), sta volando, sia in Europa che in Italia, dove, in base agli ultimi dati contenuti nel monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità, è divenuta dominante con il 43,5%. Si tratta, secondo gli ultimi studi, di una variante più resistente e con una maggiore capacità di sfuggire alle difese anticorpali (generate sia da precedenti infezioni che dai vaccini), ciò in virtù di una particolare mutazione (F456L) avvenuta a livello della proteina Spike del virus.
Al via una nuova indagine sulle varianti
Da segnalare una nuova indagine rapida sul grado di diffusione delle varianti di Sars-CoV-2 attenzionate a livello internazionale. Coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute e con il supporto della Fondazione Bruno Kessler e le Regioni e le Province Autonome, la flash survey ha come obiettivo quello di identificare, tra i campioni con risultato positivo per Sars-CoV-2 in Rt-Pcr possibili casi di infezione riconducibili a queste varianti, si legge in una circolare pubblicata sul sito del ministero della Salute. La valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati nella settimana dal 18 al 24 settembre 2023 da analizzare tramite sequenziamento genomico.
Crisanti: nuove varianti infettive ma siamo ciechi sui dati
«Quelle che circolano attualmente sono varianti Omicron molto infettive la cui trasmissione è facilitata dal fatto che è passato tanto tempo dalla vaccinazione e che hanno molte mutazioni, che le rendono in qualche misura ’invisibili’ agli anticorpi indotti dalle vaccinazioni precedenti. I casi di Covid aumentano, ma di fatto siamo ciechi, perché non vengono forniti dati in modo costante e i dati attuali perlopiù non sono attendibili perché c’è chi si fa il test da solo, o con vari test». È il quadro tracciato all’Adnkronos Salute dal professore di microbiologia e senatore Pd Andrea Crisanti.
L’esperto fa il punto sulla situazione Covid e sulle nuove varianti, da Eris (EG.5) all’altamente mutata Pirola (BA.2.86). La prima mostra un andamento in crescita e avanza anche in Italia. Mentre per Pirola, precisa Crisanti, «è troppo presto per dire che impatto potrebbe avere. Va precisato che finora siamo di fronte a varianti che sono molto simili a Omicron».
Rezza: insieme a influenza, possibili rischi per Ssn
«Anche se l’impatto clinico del Covid non è più quello di una volta, se le ondate si susseguono e i casi aumentano in periodo autunnale-invernale, il rischio è che si sommino a quelli dell’influenza. Ed è logico che la pressione sulle strutture sanitarie potrebbe aumentare. Questi due virus, come sappiamo, circolano indipendentemente l’uno dal’altro, quindi anche se l’impatto clinico è limitato il rischio sul sistema sanitario c’è». Lo spiega all’Adnkronos Salute Giovanni Rezza, ex direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, in merito all’aumento dei numeri sulla circolazione di Sars-Cov-2. Al momento, sottolinea Rezza, «i contagi crescono, ma l’incidenza non è molto elevata. C’è un lento aumento anche delle ospedalizzazioni. Questo indica che, come sappiamo benissimo, il Covid non è sparito, anche se l’impatto clinico è molto più basso rispetto al recente passato».
Gli attuali casi Covid nel nostro Paese, evidenzia ancora Rezza, «sono dovuti soprattutto alla variante Eris. Pirola ancora non sembra circolare da noi. La cosa importante è che i vaccini aggiornati proteggono contro Eris e, almeno dai dati preliminari, si osserva che anche per Pirola proteggono contro la malattia grave». Consigliabile quindi «la vaccinazione, quella anti-Covid e quella antinfluenzale, che si possono fare anche insieme, o anche separatamente. Fondamentale che la facciano i fragili e gli anziani.
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