L’appello dell’avis

Emergenza donatori di sangue: c’è anche l’effetto smart working

Una carenza più evidente che riguarda in particolare quattro regioni, ma interessa anche le “roccaforti” come la Lombardia, che potevano intervenire, in caso di necessità, in altre aree geografiche

di Patrizia Maciocchi

(IMAGOECONOMICA)

2' di lettura

Questa estate più che mai c’è bisogno di donatori di sangue, Se l’emergenza estiva è ormai, purtroppo, una routine, in questi mesi c’è un calo più evidente nelle donazioni. Potrebbe essere, come ipotizza l’Avis, il risultato di più fattori: alle città deserte si unisce l’effetto Covid-19 con lo smart-working. Ma qualunque sia la causa il risultato è che, le oltre 1.800, persone che ogni giorno hanno bisogno di globuli rossi ed emoderivati, rischiano di non poterli avere. Come ogni anno l’Avis ha lanciato un appello a giugno, con l’invito a donare prima di partire, ora è necessario replicare con la preghiera di farlo al ritorno.

Una carenza diffusa

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La carenza di sangue per le trasfusioni, in questi giorni, riguarda molte regioni, con flessioni più marcate in Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna. Ma segnali preoccupanti non mancano anche in altre, perché la situazione di crisi interessa ormai anche “roccaforti” come la Lombardia, che di solito facevano da traino, andando a colmare le carenze di altre aree geografiche. Ad evidenziarlo è il Centro Nazionale Sangue con il Civis, il coordinamento delle associazioni dei donatori, commentando i dati riportati nella bacheca Sistra, il Sistema Informativo dei servizi trasfusionali, secondo il quale risulta una carenza di circa 400 unità su tutto il territorio nazionale.

L’effetto vacanze e smart-working

L'invito, anche del presidente nazionale dell’Avis Gianpietro Briola, è quindi a programmare la donazione chiamando il centro di raccolta più vicino. «Da sempre il periodo estivo rappresenta un momento particolarmente delicato in tema di donazioni di sangue, visto che le vacanze e l'esodo verso i luoghi di villeggiatura possono comportare un calo delle scorte - dice Briola - alle partenze per le mete turistiche, quest’anno probabilmente si è aggiunta anche una componente legata al Coronavirus: la riorganizzazione delle attività lavorative, che non sempre agevola la possibilità di ottenere dei permessi per assentarsi.Per spiegare il fabbisogno di queste ultime settimane bisogna considerare che, dopo l’emergenza dei primi mesi dell’anno che aveva imposto una riorganizzazione delle attività ospedaliere, la situazione è lentamente tornata alla normalità, determinando un conseguente incremento delle necessità di globuli rossi ed emoderivati. A questo proposito - conclude il presidente dell’Avis - permettetemi di ricordare che ogni giorno oltre 1.800 pazienti hanno bisogno di trasfusioni e perciò è importante dare il proprio contributo regolarmente». Un gesto più che mai importante in un momento, particolarmente difficile, in cui tutti siamo chiamati ad essere responsabili e solidali.

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