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Emilia-Romagna, missione alla Nasa Obiettivo alleanze a tutto campo

Regione, Università, imprese e centri ricerca a Huston
a caccia di collaborazioni

di Ilaria Vesentini

Uno dei momenti della missione istituzionale alla Nasa

4' di lettura

«Siamo stati accolti alla Nasa e da Axiom come fossimo una missione ufficiale di Stato, anche se partivamo dall’Emilia-Romagna, e abbiamo avuto la conferma che nella space economy si aprono opportunità enormi sui contenuti, più che sui contenitori, per le nostre aziende manifatturiere. Non è importante aver lavorato prima nell’aerospazio, conta muoversi in squadra e spingere l’acceleratore sulla ricerca per giocare da apripista». Così Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Automobili, commenta gli esiti della settimana a Houston, in Texas, grazie alla missione istituzionale organizzata dalla Giunta Bonaccini, con una fitta delegazione di imprese, università, centri ricerca, oltre ai rappresentanti del Mimit (presente il viceministro Valentino Valentini) e del ministero della Difesa (il colonnello Gaetano Fabrizio Tavano).

Dalla via Emilia al Texas

Un viaggio per stringere alleanze tra l’industriosa via Emilia e la nona potenza economica al mondo (tale sarebbe il Texas, fosse una nazione a sé) anche nel campo delle scienze della vita e del supercalcolo, non solo nell’aerospaziale, dove la Regione di muove sulla scia dell’accordo del 2021 con ministero della Difesa e Aeronautica militare italiana per partecipare attivamente alle esplorazioni spaziali avviate nel Polo di Houston, supportata dall’astronauta (e ingegnere) Walter Villadei in addestramento al Johnson Space Center della Nasa per sperimentare le soluzioni “Made in Emilia” nel prossimo viaggio sulla ISS (International space station).

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La distinzione tra contenitori e contenuti di stazioni e navicelle spaziali, lunari e – in futuro per Marte – è il punto su cui Pontremoli insiste di più, perché ora che la Nasa, l’Agenzia spaziale degli Stati Uniti, è passata da ente produttore di tecnologia a ente certificatore di produzioni affidate a privati (Axiom, SpaceX ma anche Blue Origin e Virgin Galactic per il turismo suborbitale) si può e si deve iniziare a lavorare su prodotti (e servizi) da mettere dentro alle “scatole” che viaggeranno oltre l'atmosfera, nel ruolo di fornitori e subfornitori privati di partner privati, tutti certificati dalla Nasa, un bel marchio di qualità. Sui contenitori sono all’opera in molti, a partire da Thales Alenia, che sta costruendo per Axiom i primi due moduli della stazione spaziale privata da agganciare all’Iss entro il 2025, «ma sui contenuti siamo in pochissimi a lavorare – rimarca l'Ad di Dallara – e invece lo sviluppo di prodotti per lo spazio impone tali vincoli e costrizioni (l’assenza di acqua e gravità, la necessità di recuperare ogni scarto) da generare soluzioni innovative fondamentali anche sulla terra». A novembre nella missione AX-3 di Axiom sulla Iss ci saranno anche i marchi di Dallara Automobili, Barilla, Technogym e GVM Care & Research per i primi test nello spazio affidati al colonnello Villadei. «Noi, assieme al CNR – spiega Pontremoli – sperimenteremo leghe leggere per capire il comportamento dei materiali compositi e come ripararli in assenza di gravità; Barilla invece lavorerà sull’alimentazione degli astronauti per calibrare gusto e nutrimento di cibi precotti; Technogym studierà macchine e soluzioni per allenare il corpo umano». Mentre lo spin-off del gruppo romagnolo della sanità privata GVM Assistance sta perfezionando l’accordo con Axiom, la start-up IppocraTech VST e un partner norvegese «per testare in ambiente estremo un dispositivo che in pochi secondi di rilevazione misura, monitora e trasmette alla centrale medica i principali parametri della salute umana, individuando e isolando eventuali anomalie: è l’inizio della sanità del futuro sulla terra», spiega Andrea Masina, Ceo di GVM Assistance.

Ci sono anche nomi consolidati della regione attivi nell'economia aerospaziale, nel segmento dei “contenitori”. Come il gruppo ravennate di lavorazioni meccaniche e automazione Curti che con la divisione Aerospace opera da oltre 40 anni nella componentistica per l’industria della difesa e dell'aeronautica. O la bolognese Poggipolini, che a Houston ci va spesso, perché la domanda di viti e fissaggi critici in titanio e leghe d’acciaio sta esplodendo e proprio qui sta finalizzando una acquisizione per presidiare direttamente il mercato aerospaziale.

È però sui “contenuti” che si intravvedono oggi le maggiori chance di accelerare l’innovazione. L’industria cosmetica, ad esempio, nello spazio può simulare l’invecchiamento precoce e la risposta di creme e protezioni solari contro radiazioni fortissime di ultravioletti. «Noi abbiamo visto solo la punta dell’iceberg – commenta il direttore di Confindustria Emilia-Romagna, Luca Rossi, di ritorno dalle visite a Nasa, Axiom e altre eccellenze dell'aerospace economy americana come Spaceport, Intuitive Machine, Nanoracks – e rientriamo con la consapevolezza di avere una manifattura all’altezza delle sfide poste da quel mondo e che ci saranno potenzialità enormi di accrescere know-how e reputazione, ma le istituzioni devono fare quadrato attorno alle imprese per fare sistema e massa critica».

«Non parliamo di grandi numeri oggi – conclude l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla – ma la space economy è da sempre il motore dei grandi cambiamenti tecnologici. L'Emilia-Romagna ha la dotazione di competenze e imprese (180 quelle della filiera aerospaziale, ndr) per guidare questo cambiamento e gestire le criticità di salute umane, materiali e processi sottoposti a velocità di 28mila km orari (a cui viaggiano le navicelle spaziali). A breve usciremo con un bando dedicato alla prototipazione e alla certificazione per l'aerospazio, essere certificati è difficilissimo ma una volta riconosciuti, il valore aggiunto è immenso e si genera lavoro di grande qualità».

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