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Emissioni CO2, le nove città italiane che puntano alla neutralità climatica entro il 2030

Sono Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. Firmato un protocollo d’intesa con il ministero delle Infrastrutture

di Niccolò Gramigni

(AFP)

2' di lettura

Nove città italiane e un obiettivo indicato dalla Commissione europea: raggiungere la neutralità climatica entro il 2030, azzerando le emissioni di gas serra o riducendole, compensando quelle rimanenti. Per raggiungere il target il ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili (Mims) ha realizzato un protocollo d’intesa firmato dal ministro Enrico Giovannini proprio per elaborare, insieme ai Comuni, proposte e progetti volti al raggiungimento degli obiettivi della missione. Le città italiane coinvolte sono Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma e Torino. L’accordo avrà valore fino al 31 dicembre 2030.

Cosa prevede il protocollo sottoscritto

Si prevede la costituzione di un comitato di coordinamento e i punti chiave del protocollo sono cinque.

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1) Il primo, si legge, è «proporre eventuali soluzioni, anche di tipo normativo, per il superamento di possibili criticità di tipo progettuale o attuativo che possano impedire ovvero ostacolare il perseguimento della missione delle città nelle aree di competenza del Ministero»;

2) «Promuovere cooperazioni per lo sviluppo di progetti specifici per il successo della missione delle città, tanto nell'ottica di attrazione di fondi privati per la realizzazione dei piani di investimento di ciascuna delle nove città quanto per sviluppare sperimentazioni suscettibili di essere adottate anche da altre città»;

3) «Individuare eventuali risorse aggiuntive destinate al finanziamento di investimenti necessari per il perseguimento degli obiettivi della missione delle città».

4) «Raccogliere e condividere le buone pratiche, le attività di particolare rilievo e le progettualità sviluppate e attuate portate avanti dalle nove città con l'obiettivo di creare una base di conoscenze utile anche ad altri comuni, pubbliche amministrazioni o enti pubblici per procedere in maniera più rapida ed efficiente negli obiettivi della missione delle città».

5) L’ultimo punto è «collaborare su progetti strategici e operativi nelle aree di competenza del ministero da attuarsi sui territori delle nove città».

A cosa serve il comitato di coordinamento

Il tavolo tecnico, composto da 20 membri, individua un comitato di coordinamento: si dovrà verificare che le città procedano nella stessa direzione, così come monitorare gli investimenti in atto per raggiungere i vari obiettivi.

Nello specifico il comitato «definisce gli obiettivi, i temi e i tempi di svolgimento delle diverse attività e iniziative e definisce le strategie per l’individuazione e l’attrazione di risorse finanziarie da destinare al perseguimento».

Tra i compiti anche assicurare «il coordinamento delle interlocuzioni tra il ministero, le città coinvolte e gli altri enti». Sarà il tavolo tecnico a nominare il presidente del comitato di coordinamento: in attesa delle nomine, per un anno, il presidente sarà Ilaria Bramezza, che ha un incarico di capo dipartimento all’interno del Ministero.

A ricoprire il ruolo di segretario sarà Anna Lisa Boni, assessore del comune di Bologna, con delega a fondi europei, cabina di regina Pnrr, coordinamento o transizione ecologica, patto per il clima e candidatura Città carbon neutral e relazioni internazionali. Il tavolo tecnico avrà all’interno anche un rappresentante del Politecnico di Milano che parteciperà «alle riunioni in qualità di osservatore, quale rappresentante italiano del consorzio europeo per il perseguimento della missione della città Net Zero Cities».

Tra le caratteristiche dell’accordo anche la sua apertura: altri comuni potranno partecipare come “osservatori”. Per poter fare la domanda, è stato spiegato, occorrerà rivolgersi al Ministero: la richiesta sarà vagliata dal comitato di coordinamento.


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