festival del cinema

Emozioni forti a Venezia con «Marriage Story» di Noah Baumbach

In lizza per il Leone d'oro il nuovo film del regista americano. Gara di bravura tra i protagonisti Adam Driver e Scarlett Johansson

di Andrea Chimento

2' di lettura

Grandi applausi alla Mostra di Venezia per «Marriage Story», nuovo film di Noah Baumbach con protagonisti Adam Driver e Scarlett Johansson.

Presentato in concorso, l'ultimo lavoro del regista americano è tutto incentrato sul divorzio di una giovane coppia di artisti del teatro di New York. All'inizio entrambi pensano a una separazione amichevole, ma le divergenze di opinione (inerenti, in particolare, al luogo in cui dovrà crescere il figlio) porterà i due ex-coniugi a scontri sempre più aspri.

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Era dai tempi de «Il calamaro e la balena» (2007) che il regista e sceneggiatore di Brooklyn non firmava un ritratto familiare tanto incisivo, scritto con cura maniacale e capace di alternare con grande efficacia momenti particolarmente drammatici ad altri decisamente più comici e leggeri.

Marriage Story

Se la sceneggiatura impeccabile è il principale punto di forza del film, una menzione speciale va anche all'ottima gestione dei tempi di montaggio che rendono i 135 minuti di durata leggeri come un soffio, privi di pause e dotati di un ritmo interno a dir poco invidiabile.

La bravura di Baumbach sta inoltre nel proporre il doppio lato di una separazione, alternando i punti di vista dei due personaggi principali, come mostrato nello straordinario incipit in cui sentiamo le voci dei protagonisti che raccontano cosa ama(va)no l'uno dell'altra.

Notevolissima la prova dei due interpreti Adam Driver e Scarlett Johansson, con quest'ultima in particolare che regala una delle performance più intense e convincenti della sua intera carriera.

Nonostante siamo nei primissimi giorni della kermesse veneziana, la sensazione è che torneremo a sentir parlare di «Marriage Story» anche nel corso della cerimonia di chiusura, quando verrà annunciato il palmarès.

Nella sezione Orizzonti, invece, va segnalato «Sole», esordio nel lungometraggio dell'italiano Carlo Sironi.

Sole

Al centro della trama c'è Ermanno, un ragazzo che passa i suoi giorni tra slot machine e piccoli furti. La sua vita cambierà quando arriva in Italia Lena, ragazza polacca pronta a vendere la bambina che porta in grembo per dare una svolta alla propria esistenza. Ermanno dovrà fingere di essere il padre della bambina per permettere a suo zio e alla moglie, che non possono avere figli, di ottenere l'affidamento in maniera veloce, attraverso un'adozione tra parenti, ma alcuni imprevisti sovvertiranno le regole del piano.

Opera prima coraggiosa e incisiva, «Sole» colpisce per la narrazione e la forza con cui la storia viene messa in scena. Alcuni passaggi sono un po' acerbi e non manca qualche momento di calo lungo la visione, ma è un esordio davvero da premiare, anche per la buona prova degli attori.

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