Enel, innovazione continua e sostenibilità sulla strada della decarbonizzazione
La strategia del gruppo e della Fondazione. Ne parla Ernesto Ciorra, direttore Innovability in un'intervista a SustainEconomy.24
di Alessandra Capozzi
5' di lettura
La transizione energetica è una grande opportunità per creare ricchezza e nuova occupazione. Ma servono sinergie e tanta innovazione. Anzi innovazione continua «come un albero che fa cadere le foglie in autunno per rinascere più bello e forte a primavera». Ernesto Ciorra, Direttore Innovability (termine che nasce dalla fusione di Innovazione e Sostenibilità) di Enel racconta a SustainEconomy.24, report di Radiocor e Luiss Business School, la strategia del gruppo che, anticipando i tempi, ha dirottato miliardi di investimenti sulle scelte green.
«Ci avevano preso per sognatori e siamo diventati il più grande operatore privato al mondo di impianti rinnovabili». E la sostenibilità è l'architrave di questa strategia che porterà Enel alla decarbonizzazione nel 2050. Con 14,4 miliardi di investimenti già nel prossimo triennio. Ma c'è anche il lavoro della Fondazione concentrato sul ruolo cruciale dell'energia pulita per garantire un futuro sostenibile per tutti e l'accesso all'energia per tutto il pianeta: «Per il Gruppo Enel e per la Fondazione questa sfida è un mantra».
Da colosso del settore elettrico nazionale a supermajor delle rinnovabili e degli obiettivi Esg, con numeri importanti e riconoscimenti. Quali sono le armi di Enel?
«La transizione energetica rappresenta una grande opportunità per creare ricchezza e nuova occupazione. Servono però sinergie e tanta innovazione. Enel ha deciso da tempo di mettere le questioni ambientali al centro della propria strategia: rinnovabili, efficienza energetica domestica e industriale, economia circolare sono al centro di ogni nostra azione. Un esempio su tutti, la rete di distribuzione sui cui abbiamo investito in digitalizzazione e tecnologie smart, abilitatori della transizione energetica. A queste innovazioni lavoriamo in maniera aperta, collaborando con numerose startup, università prestigiose e con aziende leader mondiali dell'innovazione. Un modo per fare sistema e superare criticità come quelle del settore delle batterie, che pur rappresentando una delle tecnologie chiave per la transizione energetica, deve rispondere a una filiera dominata da pochi produttori, per lo più cinesi, che verticalmente integrati dominano anche l'estrazione dei metalli rari necessari. E nuove opportunità arriveranno anche dal segmento dell'idrogeno verde, che sarà prodotto attraverso elettrolizzatori collegati ad impianti rinnovabili, puntando a raggiungere oltre 2 GW di capacità entro la fine del decennio. Enel ha già cominciato a realizzare iniziative in questo settore sia in Italia sia in altri Paesi tra cui Spagna, Stati Uniti e Cile».
L'uscita dal carbone, zero emissioni al 2050. Ce la farete a raggiungere questi obiettivi sfidanti? Come?
«Nel 2014, appena nominato Starace nuovo ad, Enel ha stralciato un piano di investimenti da miliardi di euro in generazione tradizionale e ha dirottato queste risorse sulle rinnovabili. Ora sembra l'unica cosa da fare, ma all'epoca ci presero per sognatori. Quella decisione ci ha permesso di essere oggi il più grande operatore privato al mondo di impianti rinnovabili e un front-runner nel mondo della transizione energetica. La sostenibilità per noi è già l'architrave di tutta la nostra strategia finalizzata sia alla decarbonizzazione che alla elettrificazione dei consumi. Un impegno confermato anche nel nostro piano strategico in base al quale abbiamo previsto di investire nei prossimi 10 anni oltre 160 miliardi di euro allo scopo di accelerare la transizione energetica e creare valore condiviso e sostenibile. Il piano, dotato di un orizzonte temporale decennale, intende consolidare la nostra leadership nel campo delle rinnovabili, delle reti e dei servizi offerti ai clienti. Già a partire dal prossimo triennio investiremo 28,7 miliardi, di cui 14,4 miliardi saranno destinati alla decarbonizzazione. Questo ci consentirà di cogliere le importanti opportunità associate alle dinamiche di mercato, oltre che affrontare i cambiamenti climatici. Investire nello sviluppo delle rinnovabili insieme a soluzioni innovative come sistemi di accumulo, demand-response, elettrificazione dei consumi e digitalizzazione delle infrastrutture è la strada che ci permetterà di raggiungere la totale decarbonizzazione del mix di generazione entro il 2050, con una serie di obiettivi intermedi lungo il percorso come l'uscita dal carbone in Italia entro il 2025 e a livello globale entro il 2027 e l'impegno per ridurre le emissioni dirette di gas a effetto serra per kWh dell'80% entro il 2030, rispetto ai livelli del 2017».
Perché il binomio sostenibilità e innovazione? In cosa consiste Innovability®?
«E' innovazione continua per essere sostenibili, esattamente come il corpo che cambia costantemente per sopravvivere… come un albero che fa cadere le foglie in autunno per rinascere più bello e forte a primavera. Questo approccio viene perseguito grazie ai contributi di startup, centri di ricerca e università; infatti il 70% dei progetti innovativi degli ultimi quattro anni in Enel è stato sviluppato con il contributo di soluzioni provenienti dall'esterno in risposta a idee ed esigenze di business pubblicate sulla piattaforma Enel "Open Innovability", finalizzata proprio a lanciare sfide e raccogliere le risposte. Per fare un esempio, le code, nei negozi Enel, non si fanno da tempo grazie all'app della start up Ufirst, che abbiamo adottato 5 anni fa. Altre aziende, che hanno deciso di sviluppare all'interno questa tecnologia, ci hanno messo anni e sono stati colte impreparate dall'emergenza. Se non fossimo cambiati prima, oggi non saremmo in grado di tenere circa la metà delle persone in smart working».
Attraverso Enel Foundation immaginate un futuro sostenibile?
«Per costruire un futuro che sia realmente a misura d'uomo non basta la visione delle imprese, bisogna che alla base delle strategie che mettiamo in piedi ci siano studi e analisi in grado di dirci quali saranno i risultati della nostra azione nel breve e nel lungo termine. La Fondazione Centro Studi Enel, organizzazione no profit indipendente, si occupa di iniziative a supporto della transizione energetica puntando alla convergenza e favorendo la collaborazione tra attori provenienti da settore diversi - comunità imprenditoriali, istituzioni e accademiche e centri di ricerca in Italia e all'estero - determinati a risolvere le sfide globali garantendo un futuro sostenibile per tutti. Una piattaforma di conoscenza e di ricerca che coinvolge nei propri studi i più importanti attori. Con la Fondazione ci concentriamo sul ruolo cruciale dell'energia pulita per garantire un futuro sostenibile per tutti, operando come intersezione tra imprese e società».
Tra i temi affrontati dalla Fondazione c'è l'accesso all'energia per tutti, ce ne parla?
«L'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite numero 7 si prefigge di dare accesso all'energia al miliardo e mezzo di persone che in tutto il pianeta ancora non ce l'hanno. Per il Gruppo Enel e per la Fondazione questa sfida è un mantra. Abbiamo due leve per cambiare le cose: formazione e innovazione. Grazie alla formazione possiamo sviluppare e condividere le competenze dove servono per permettere ai giovani di essere protagonisti del futuro dell'energia nel proprio Paese. Ne è esempio il progetto Open Africa Power che vede insieme Fondazione Enel e università africane e italiane impegnate nell'arricchire il curriculum di studenti di PhDs e Master, prossimi leader della transizione, condividendo una visione a 360° dello stato dell'arte del settore elettrico e del futuro possibile, dalla regolazione alla tecnologia. Dall'altro lato l'innovazione ci permette di portare l'energia dove non c'è, e di farlo in maniera sostenibile, ad esempio grazie all'azione combinata di rinnovabili, sistemi di accumulo e microgrid. Sono progetti concreti che stiamo già realizzando, e che danno un esempio concreto di cosa sia l'Innovability».
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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