Enel sale a Piazza Affari, per analisti ok stime 2022 nonostante tensioni geopolitiche
Nel 2021 risultato netto a 3,189 miliardi, in crescita del 22,2% dai 2,61 di due anni fa. I ricavi ammontano a 88 miliardi (+33,3%)
di Enrico Miele
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - I conti in linea con le attese degli analisti e, soprattutto, le buone indicazioni sul 2022 nonostante le tensioni a livello geopolitico spingono il titolo Enel a Piazza Affari, dove è in testa al FTSE MIB. Gli acquisti degli investitori arrivano dopo i conti 2021 del gruppo, diffusi giovedì a mercati chiusi, che vedono un risultato netto a 3,189 miliardi, in crescita del 22,2% dai 2,61 di due anni fa. I ricavi ammontano a 88 miliardi (+33,3%) mentre il dividendo complessivo proposto per l’intero esercizio è pari a 0,38 euro per azione (di cui 0,19 euro per azione già corrisposti quale acconto a gennaio 2022), in crescita del 6,1% rispetto al dividendo complessivo di 0,358 euro riconosciuto per l’intero esercizio del 2020. I numeri «sono in linea con le nostre stime e con il consensus» spiegano gli analisti di Intesa Sanpaolo che sottolineano anche come l’ebitda abbia «risentito dell'effetto negativo temporaneo di 1 miliardo legato alla mancanza di disponibilità idroelettrica in Cile». Gli esperti di Ca’ de Sass hanno sul titolo un giudizio “buy” con target price a 9,1 euro.
Anche gli analisti di Equita, che su Enel confermano «buy» con prezzo obiettivo a 8,4 euro, parlano di «risultati in linea con le attese» e soprattutto di «buone indicazioni per il 2022». Come già emerso nelle scorse settimane, spiegano «la crescita dell’ebitda deriva dal contributo positivo della generazione (+31% anno su anno) e delle rinnovabili (+2%) che hanno compensato la decrescita dell’infrastructure (-2%) e del retail (-3%). Contribuiscono anche la crescita di Enel x (+85%) ed il capital gain su Open Fiber, che ha compensato i negative headwinds per -1,4 miliardi». Quanto al futuro, sono emerse «indicazioni positive» visto che le guidance sono confermate sul 2022 «nonostante le incertezze dello scenario energetico e l’andamento negativo dell’idroelettrico in Europa». Enel, inoltre, «non ha esposizione al gas Russo con il 90% del procurement dai contratti di lungo termine» e il dividend per share «è confermato» con il gruppo che ha «una posizione di debito tale da sostenerlo anche a fronte di un ulteriore deterioramento della situazione geopolitica». Tirando le somme, «attualmente i target sul 2022 hanno buona visibilità» e anche il rischio da interventi regolatori in Ue viene definito basso e anzi «il documento REpowerEU è a oggi costruttivo per il settore».
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