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Enel, un miliardo per la nuova fabbrica di pannelli fotovoltaici negli Usa

Per l’impianto in Oklahoma (il primo del genere negli Usa) previsti un investimento di oltre un miliardo di dollari e 1.500 posti di lavoro

di Laura Serafini

Partecipate pubbliche, il governo fa le nomine

3' di lettura

Enel si prepara ad avviare la costruzione della più grande fabbrica di pannelli fotovoltaici degli Stati Uniti. Nella sostanza è la più grande perché è la prima: l’investimento previsto è superiore al miliardo di dollari e l'iniziativa è in grado di dare lavoro a 1.500 persone. La novità di questi giorni è la scelta del luogo dove realizzare l'impianto: dopo mesi di ricerca e la selezione di una short list, è stato individuato lo stato federale nel quale tirare su la nuova fabbrica.

La fabbrica sarà realizzata a Tulsa in Oklahoma

Il candidato prescelto è l’Oklahoma e in particolare un'area nei pressi della città di Tulsa. «Abbiamo identificato l’Oklahoma come il principale candidato e siamo entusiasti della possibilità di espandere la nostra presenza nello stato», ha annunciato in una nota dal responsabile della divisione di produzione fotovoltaica Usa di Enel 3Sun, Giovanni Bertolino. Il gruppo elettrico italiano ha una presenza consolidata negli anni in Nordamerica; in Oklahoma ha un portafoglio di progetti eolici da 3 miliardi di dollari e un ufficio a Oklahoma City. La scelta dell'area a questo punto dovrebbe accelerare i tempi per cominciare a mettere in piedi la nuova fabbrica, in cui lavori di costruzione erano stati annunciati entro la prima metà del 2023, con l'obiettivo di mettere in produzione i panelli nel 2024. Si tratta di pannelli particolari, frutto dell'innovazione sviluppata da Enel presso l’impianto in fase di potenziamento a Catania: non solo sono bifacciali, quindi in grado di catturare la luce del sole anche sulla superficie non direttamente esposta ai raggi, ma i nuovi prodotti presenteranno materiali in grado di aumentare la capacità di assorbire la luce.

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Con la nuova tecnologia il pannello è più efficiente

La tecnologia Tandem punta alla produzione di una nuova generazione di celle solari costituite da materiali diversi: una cella “bottom” che adotterà sempre la tecnologia HJT su wafer di silicio, mentre una cella “top” sarà costituita da perovskite, da molti considerato il materiale del futuro nell'ambito delle tecnologie solari. Si tratta di un materiale ibrido organico-inorganico che aggiunto alla cella di silicio consente di trasformare in corrente una fascia più ampia di lunghezze d'onda della luce dello spettro solare (in particolare la perovskite consente di convertire anche la luce blu, che è invece fuori dalla portata delle celle al silicio).

L'uso della tecnologia Tandem, che dovrebbe entrare a regime nella 3Sun Gigafactory a Catania (ma nei fatti anche negli Usa) nel 2025, promette di aumentare l’efficienza del pannello fotovoltaico oltre il 30% (rispetto al 20% circa attuale), con l'obiettivo di garantire una durata di vita di almeno 35 anni.

L'oppurtunità dei sussidi dell’Inflation reduction act

L'opportunità dell'investimento, che ricalca le orme del progetto già in fase di sviluppo a Catania (con l'obiettivo di portare la capacità annua da 200 megawatt e 3 gigawatt ma si valuta lo sviluppo anche di una seconda fabbrica in Italia), è molto ghiotta per via degli incentivi fiscali che il governo statunitense ha messo in campo con l’Inflation reduction act stanziando oltre 300 miliardi di dollari in sussidi per promuovere lo sviluppo di energia pulita e incentivare la produzione statunitense di componenti come batterie per veicoli elettrici e pannelli solari. L’importanza di avere una presenza consolidata in quel paese di questi tempi non va sottovalutata: solo chi produce o delocalizza la produzione negli Usa può accedere agli incentivi. Non solo: può esportare prodotti green, pannelli come auto elettriche, negli Usa senza essere penalizzato da barriere all'ingresso, come dazi.

Gli interrogativi sulla continuità della strategia

Quanto sta accadendo in questi giorni, però, si muove in contemporanea rispetto al processo di avvicendamento al vertice del gruppo Enel. Il governo ha designato un nuovo presidente, Paolo Scaroni, e un nuovo ad, Flavio Cattaneo, che dovrà sostituire Francesco Starace, da 9 anni alla guida del gruppo che ha trasformato orientandolo verso un modello di business interamente sostenibile. La maggiore attenzione dell’esecutivo italiano, e dunque anche del ministero dell’Economia, azionista di Enel, ha sollevato interrogativi sulla intenzione del nuovo management di ridurre la presenza all'estero per concentrare un maggior numero di investimenti in Italia. È molto probabile, però, che un processo di questo tipo sia gestito con oculatezza. La presenza di Enel negli Stati Uniti si è talmente radicata da essere divenuto il secondo operatore privato dell'energia nel paese. E proprio in questo momento in questo settore, e nello sviluppo di tecnologie sostenibili, il governo sta inondando il mercato di incentivi. La scelta di un disinvestimento sarebbe priva di senso. E, d'altro canto, il ministero dell’Economia ha fatto trapelare che intende dare continuità all'attuale strategia del gruppo elettrico.


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