Eenergia: la crisi e le misure del governo
La crisi dei mercati energetici ha prodotto una forte reazione, tradottasi in numerose misure di carattere emergenziale da parte dell'UE e dei governi nazionali
di Alfredo Macchiati
2' di lettura
La crisi dei mercati energetici ha prodotto una forte reazione, tradottasi in numerose misure di carattere emergenziale da parte dell'UE e dei governi nazionali. Il quadro che emerge in Italia, relativamente al limite al contributo di solidarietà e alla regolazione dei prezzi al dettaglio, oltre ad essere complesso, non appare sempre ben coordinato con le norme approvate a Bruxelles e si presenta per alcuni aspetti penalizzante per le imprese.
Il Regolamento Europeo prevede un contributo di solidarietà per le imprese attive nei settori del petrolio, gas naturale, carbone e della raffinazione. Il legislatore italiano era intervenuto, prima di quello europeo, già nel marzo 2022 con un provvedimento simile, il cd. contributo straordinario contro il caro bollette. Tuttavia, si riscontrano delle differenze, in particolare rispetto ai soggetti interessati dalla misura, alle aliquote, alla definizione della base imponibile.
Nel caso italiano è infatti previsto che il contributo straordinario sia esteso anche ai produttori, importatori e rivenditori di energia elettrica che sono invece esclusi dal Regolamento europeo. Ciò porta quindi, in alcuni casi, a una sovrapposizione con un'altra misura quella del limite ai ricavi per i produttori cosiddetti inframarginali (quelli che, per i meccanismi di formazione dei prezzi nel mercato all'ingrosso dell'energia elettrica, hanno beneficiato delle quotazioni elevate del gas). Le due misure a livello europeo sono state invece pensate come complementari.
Su questa materia la legge di bilancio si appresta ad intervenire per il 2023, con un'aliquota maggiorata. (50%), rispetto alla norma precedente e con una base imponibile rivista, definita in linea con quanto previsto a livello europeo ma più stringente. Viene confermata la discutibile estensione al settore elettrico. Ne deriverà anche una qualche sovrapposizione tra i due contributi per il 2022 e 2023, in quanto entrambe le misure incidono sui primi mesi del 2022.
Infine, nel mercato retail, la Commissione ha previsto la possibilità, a determinate condizioni e in via temporanea, che i governi nazionali fissino prezzi regolati al di sotto del costo di fornitura del servizio prevedendo però la compensazione per i fornitori interessati da queste disposizioni.
In Italia, forse anche a causa della concomitanza con il clima elettorale e le relative promesse agli elettori, si è andati ben oltre questo schema con la recente decisione di sospendere, fino al 30 aprile 2023, le modifiche unilaterali ai prezzi dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas da parte dei fornitori. La norma non prevede alcuna compensazione nel caso in cui i prezzi risultino inferiori ai costi. Inoltre, un punto controverso è quello dell'interpretazione dell'estensione temporale del blocco delle condizioni. Sulla materia è recentemente intervenuta l'Autorità Antitrust che ha aperto diversi procedimenti nei confronti di retailers adottando misure cautelari con il ripristino delle vecchie condizioni di offerta, senza porsi il problema degli effetti di questi provvedimenti sugli equilibri finanziari degli operatori della vendita.
Le diverse misure introdotte in Italia si sono già tradotte in numerosi ricorsi. Nel complesso gli interventi configurano un quadro di incertezza, con alcuni potenziali aspetti critici relativi agli effetti economici sia in termini di introiti per lo Stato sia per l'esposizione finanziaria dei retailers, con conseguenze verosimilmente negative per le decisioni di investimento e per la stabilità del settore.
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