Manovra e famiglie: per congedi, mutui, figli e bollette 4 miliardi in arrivo
A pesare di più è il potenziamento fino a marzo del bonus gas e luce. L’incremento del supporto per i figli vale solo fino a tre anni di età. Ai congedi parentali 117 milioni
di Michela Finizio e Valentina Melis
I punti chiave
3' di lettura
Un primo segnale. «Che indica la direzione», come ha sottolineato la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, e come aveva detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, descrivendo la manovra: «Considero importante che in un mese si sia aperto un varco sulle misure che intendiamo attuare». Gli interventi per le famiglie introdotti con la legge di Bilancio per il 2023 non esauriscono le intenzioni del nuovo Governo, che per sostenere la natalità ha promesso ad esempio di riformare presto l’assegno unico e universale per i figli.
Pesano di più gli interventi sui rincari energetici
A pesare di più per il momento, sono ancora gli interventi per far fronte al caro energia e all’inflazione, arrivata all’11,5% su base annua. Su 4 miliardi complessivi di spesa per le misure a sostegno delle famiglie previsti nel Ddl di Bilancio all’esame del Parlamento, 2,5 miliardi sono legati al potenziamento del bonus gas e luce per i nuclei in difficoltà.
L’altra voce robusta di spesa riguarda i mutui: 436 milioni andranno a finanziare la proroga delle agevolazioni per l’acquisto della prima casa dei giovani under 36 e delle garanzie sui mutui del fondo Gasparrini, che vede prorogata anche la possibilità di sospendere le rate (chance quest’ultima che non necessita però di un rifinanziamento da parte della manovra). C’è anche da considerare che l’aumento dei tassi di interesse potrebbe ridurre la portata di questi aiuti, per come sono stati pensati fino a oggi.
Nel Ddl di Bilancio è previsto anche un fondo da 500 milioni, presso il ministero dell’Agricoltura, per finanziare l’acquisto di beni alimentari di prima necessità di famiglie con Isee fino a 15mila euro. Dovrà essere attuato però da un decreto (Agricoltura-Mef), che stabilirà i criteri e le modalità di erogazione del beneficio.
Sostegno a natalità e genitorialità
Sul fronte del sostegno alla natalità e alla genitorialità, la manovra mette in campo un innalzamento all’80% della retribuzione di un mese di congedo parentale, ma solo per le lavoratrici madri. Se si pensa che l’80% dei congedi parentali sono già fruiti dalle madri, si vede come non ci sia una vera inversione di tendenza nell’incoraggiare anche i padri a usare questa misura per accudire i figli. Sindacati e alcune forze politiche hanno chiesto l'estensione anche ai padri della possibiltà di usufruire della retribuzione maggiorata all'80% nel caso in cui usufruissero dei congedi. La partita si gioca negli emendamenti alla manovra, all’esame della commissione Bilancio della Camera.
È ridotta, poi, al 5% l’Iva su latte e pappe per l’infanzia, sui pannolini e sui seggiolini.
L’assegno unico e universale è aumentato del 50% nel primo anno di vita del bambino e per le famiglie con tre o più figli ma solo con Isee fino a 40mila euro. Diventano poi strutturali gli incrementi previsti per i figli con disabilità.
Sarà necessario però trovare i fondi per adeguare gli importi erogati all’inflazione, come richiede la stessa norma istitutiva dell’assegno unico (articolo 4, comma 11, del Dlgs 230/2021). Restano ancora da definire, inoltre, alcuni importanti correttivi alla normativa sull’assegno unico che, nel primo anno di vita della misura, hanno creato non poche polemiche. Innanzitutto la questione dei genitori lavoratori frontalieri, a cui non spetta la misura in assenza del requisito della residenza sul territorio italiano.
Tagli ai nuclei monoparentali
Proseguono, inoltre, i tagli all’assegno dei nuclei monoparentali (con genitori vedovi o rimasti soli) per cui è stato chiarita l’impossibilità di accedere alla maggiorazione da doppio reddito da lavoro: per mesi le erogazioni “maggiorate” sono state concesse ugualmente, nella speranza che la normativa venisse adeguata in caso di assenza di un secondo genitore, ma ora l’Inps sta chiedendo la restituzione delle somme concesse, riducendo gli importi a conguaglio.
Ancora non hanno ricevuto, infine, le maggiorazioni da 100 euro le famiglie con almeno quattro figli ma non tutti beneficiari della misura (ad esempio perché over 21): l’Inps ha chiarito che la conta del numero dei figli va fatta sull’intero nucleo, quindi includendo tutti i figli, ma gli importi potrebbero arrivare solo ora, con la tranche di dicembre.
«Sull’assegno unico bisogna fare di più, rendendolo davvero universale. Inoltre dobbiamo sederci a un tavolo per discutere insieme l’adozione di “un fattore familiare” davvero in grado di non penalizzare più le famiglie numerose», ha detto venerdì scorso Gigi De Palo, presidente del Forum delle Famiglie nell’udienza in Vaticano, dove Papa Francesco ha definito il periodo che stiamo vivendo «un brutto inverno demografico, davvero bruttissimo».
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