Interventi

Energia, strategie a breve e medio periodo

di Leonardo Becchetti e Claudio Becchetti

(vchalup - stock.adobe.com)

4' di lettura

Siamo presi tra due fuochi o, usando un'immagine degli antichi, navighiamo tra Scilla e Cariddi, rischiando di naufragare su uno dei due scogli dell'emergenza climatica e di quella sociale. L'esplosione del prezzo del gas sta risvegliando l'inflazione e ha costretto il governo a correre ai ripari mettendo sul piatto 5/7 miliardi di euro per ridurre le bollette energetiche di cittadini e imprese. E' la soluzione obbligata nel breve periodo perché i ceti più deboli stremati dalla pandemia fanno fatica a sopportare oneri così significativi e le imprese (alle quali, non dimentichiamolo, è legato il lavoro di moltissime famiglie), soprattutto quelle energivore, rischiano di non avere più un business sostenibile con questi costi aggiuntivi.

Siamo impegnati a risolvere il problema di breve termine e non possiamo fare a meno oggi delle fonti fossili (o ridurne significativamente l'utilizzo) per la mobilità urbana, l'energia delle nostre case e soprattutto per le imprese. Abbiamo ancora bisogno di tanto gas nel prossimo futuro per assicurare la continuità dell'erogazione dell'energia in momenti di picco in cui le rinnovabili non producono abbastanza e i sistemi di accumulo non sono sufficientemente sviluppati. Nel 2020 la metà dell'energia nazionale è stata prodotta bruciando gas (fonte Terna), il 12% è composto da carbone. Circa il 33% lo ricaviamo attraverso fonti rinnovabili, ovvero fonti di energia per le quali non paghiamo il “combustibile” (sole, vento, idroelettrico).

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L'orientamento del Governo è ovviamente quello di ridurre nel medio termine la nostra dipendenza dal costoso e imprevedibile gas russo e di diminuire nel breve la bolletta per evitare più seri problemi a livello sociale e industriale.

Come cittadini e imprese dobbiamo però supportare il cambiamento tecnologico laddove le alternative sono praticabili. Dobbiamo essere consapevoli che il sussidio alla bolletta non risolve il problema alla radice e rischia di esaurire la sua efficacia in pochi mesi. Il problema del costo del gas potrebbe perdurare considerando i venti di guerra in Ucraina e i 5/7 di oggi miliardi non consentono riduzioni significative della bolletta per lungo tempo. Ecco che, ove applicabile, il fotovoltaico affiancato a sistemi di accumulo è una risposta che può essere installata in pochi giorni e, da subito, produce energia a costo zero, almeno per i 20-25 anni di garanzia dei produttori. L'investimento iniziale si ripaga in 3-10 anni; ogni installazione è un passo avanti strutturale per ridurre il caro bolletta e per un ambiente più pulito.

Il Governo è ben conscio che le rinnovabili sono l'opzione preferenziale per i vincoli dell'obiettivo dell'azzeramento delle emissioni nette per il 2050 e la loro sostanziale riduzione per il 2030. Per il PNRR sono stati stanziati 1,5 miliardi di incentivi per l'installazione di pannelli sui tetti degli edifici agricoli. Il Ministro Cingolani ha dichiarato che bisogna decuplicare il numero di nuovi impianti eolici e fotovoltaici installati annualmente. Anche le forze politiche e Confindustria chiedono insistentemente interventi strutturali per ridurre il caro bollette.

Se vogliamo bollette meno care e un ambiente più pulito, noi cittadini e imprese dobbiamo sostenere la politica in questo percorso invitando le amministrazioni a rimuovere i colli di bottiglia burocratici. Secondo un recente studio di Lega Ambiente, per esempio, dal 2017 sono stati autorizzati solo il 3% dei 20 GW di impianti eolici di cui è stato presentato il progetto. Se avessimo potuto disporre di tutti questi progetti di impianti, il problema bolletta sarebbe molto meno significativo considerando che la potenza lorda italiana nel 2020 è stata di 120 GW di cui la meta è rappresentata dagli impianti termoelettrici.

Vista l'emergenza in atto, le amministrazioni avrebbero probabilmente il supporto dei cittadini per implementare misure più efficaci per ridurre i percorsi approvativi.

E' importante che i cittadini sappiano che già oggi per le loro case esiste un'alternativa perché la nuova legge sulle comunità energetiche amplia le opportunità per condomini, reti di imprese e cittadini di diventare prosumer di energia realizzando benefici economici dalla produzione di energia e generando effetti esterni positivi per il resto del paese nella misura in cui contribuiscono a ridurre la dipendenza da fonti di energia più care. Il PNRR mette a disposizione 2,2 miliardi per finanziare questi investimenti. I condomini del futuro (così stanno nascendo già nelle buone pratiche del Paese) saranno comunità energetiche, utilizzeranno le pompe di calore per il riscaldamento e scambiatori d'aria per purificare gli interni con progressi sostanziali per ambiente, bollette e salute.

I trasporti sono una altra area dove cittadini e imprese possono esprimere il loro “voto con il portafoglio”. I trasporti nel loro complesso rappresentano il 25% del totale delle emissioni di cui il 92% è rappresentato dai trasporti su strada. Nel settore della mobilità urbana c'è ancora in circolazione un parco di circa 6 milioni di autovetture a benzina e circa 1,2 milioni diesel euro1-euro3 altamente inquinanti con effetti su emissioni e qualità dell'aria. I loro proprietari risentiranno del caro carburante molto di più dei possessori di auto plug-in o ibride che costano di più ma consumano molto meno carburante. Favorire la loro migrazione verso vetture più sostenibili vuol dire non solo fare passi avanti nella transizione ecologica ma anche contribuire a risolvere anche il problema dei loro bilanci.

Non sprechiamo questa crisi guardandoci soltanto indietro. La risposta al caro bolletta non può essere un rubinetto sempre aperto che eroga 5/7 miliardi l'anno (insostenibile per le finanze pubbliche) ma passa attraverso una maggiore diversificazione delle fonti di produzione soprattutto dalla riduzione della dipendenza dall'offerta di una sola fonte energetica fornita da un solo paese. Il progresso tecnologico sta facendo passi da gigante e già oggi offre soluzioni. Stimoliamo il primo con le politiche economiche e non lasciamo cadere le seconde.

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