Eni, balzo di utile e margini nel semestre. Descalzi: «Risultati solidi, miglioriamo remunerazione soci»
Il gruppo guidato da Claudio Descalzi archivia i risultati con una crescita a doppia cifra degli indicatori. L’ad: «I numeri sono frutto della costante attenzione all’efficienza e al controllo dei costi»
di Celestina Dominelli
I punti chiave
- Descalzi: costante attenzione a efficienza e controllo costi
- L’impegno a tutto campo nella diversificazione delle fonti
- L’ad: Ipo Plenitude rimandata ma resta nei nostri piani
- L’andamento nel secondo trimestre
- L’esplorazione e produzione
- Gas e Versalis
- Plenitude e Power
- Migliorata la guidance sulle nuove risorse esplorative
5' di lettura
Eni manda in archivio il primo semestre con un balzo dell’utile netto di 7,398 miliardi, in crescita dagli 1,103 miliardi dello stesso periodo del 2021 e un utile netto adjusted di 7,08 miliardi dagli 1,199 miliardi del 2021. Sale anche l’ebit adjuestd del semestre, pari a 11,03 miliardi, in crescita del 228 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021, sostenuto dal favorevole andamento dello scenario dei prezzi delle commodity, nonché dai robusti margini di raffinazione e dalla costante attenzione al controllo dei costi e alla perfomance operativa del business.
Descalzi: costante attenzione a efficienza e controllo costi
Un tassello quest’ultimo ribadito anche dal numero uno del gruppo, Claudio Descalzi: «I risultati finanziari conseguiti sono sostenuti dalla costante attenzione all'efficienza e al controllo dei costi. L’ebit adjusted del gruppo nel trimestre è stato di 5,8 miliardi trainato dai business E&P e R&M; l’utile netto adjusted è stato di 3,8 miliardi. Con un flusso di cassa adjusted di 10,8 miliardi abbiamo finanziato investimenti organici per 3,4 miliardi e la politica di distribuzione dell'intero anno. I solidi risultati conseguiti e l'aggiornamento delle nostre previsioni sul mercato di riferimento ci consentono di migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a 2,4 miliardi».
L’impegno a tutto campo nella diversificazione delle fonti
Nel commentare i risultati, Descalzi ricorda anche l’impegno del gruppo al fianco del governo nella strategia di diversificazione delle fonti: «In un contesto di incertezza e volatilità dei mercati, ci siamo attivati rapidamente per garantire nuovi flussi di approvvigionamento. Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell'anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di GNL al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South FLNG operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico. In Italia, ci siamo proattivamente impegnati nella ricostituzione degli stoccaggi di gas in previsione della prossima stagione invernale e le nostre raffinerie hanno aumentato significativamente i tassi di lavorazione per garantire un adeguato flusso di prodotti petroliferi per soddisfare la richiesta di mercato».
L’ad: Ipo Plenitude rimandata ma resta nei nostri piani
Uno sforzo che non ha distolto Eni dal perseguire i suoi obiettivi, a cominciare dalla strategia che porterà il gruppo al net zero per prodotti e processi. «Abbiamo profuso il massimo impegno nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti energetici - prosegue Descalzi -, continuando nel mentre ad attuare la nostra strategia di decarbonizzazione. In Plenitude, il programma di espansione della capacità di generazione da fonti rinnovabili prosegue verso l'obiettivo di superare i 2 GW entro la fine dell’anno; date le condizioni di mercato, l’Ipo è stata rimandata ma rimane nei nostri piani. Il business Eni della mobilità sostenibile incrementerà il valore delle nostre bioraffinerie, facendo leva sull'integrazione verticale con il nostro innovativo agri-business e il portafoglio di soluzioni decarbonizzate. Tecnologie breakthrough sono il motore del nostro sviluppo come testimonia la costruzione in corso dell'impianto dimostrativo di fusione magnetica che punta a produrre energia netta da fusione nel 2025».
L’andamento nel secondo trimestre
Tornando ai numeri, nel secondo trimestre l’ebit adjusted è stato di 5,84 miliardi, in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e più che duplicato rispetto al secondo trimestre 2021, mentre l’utile netto adjusted ammonta a 3,81 miliardi (7,08 miliardi nel primo semestre 2022), in miglioramento di 2,9 miliardi rispetto al secondo trimestre 2021 sostenuto dal robusto utile operativo a cui si aggiunge la positiva performance delle partecipazioni valutate all'equity e la riduzione del tax rate (sostanzialmente invariato nel confronto con il primo trimestre 2022). Nel secondo trimestre 2022, il flusso di cassa netto adjusted ante working capital al costo di rimpiazzo è stato pari a 5,19 miliardi. Su base semestrale, invece, il dato si attesta a 10,8 miliardi, più che raddoppiato rispetto al periodo di confronto. Dopo il finanziamento dei capex organici di 3,44 miliardi, in crescita del 18% rispetto allo scorso anno a causa del rafforzamento del dollaro e delle azioni pianificate di recupero post-lockdown e del fabbisogno di capitale circolante, il gruppo ha ottenuto un free cash flow organico di circa 5 miliardi. Sul fronte del debito, l’asticella al netto dell’Ifrs 16 (leasing) è di 7,9 miliardi, in calo di 1,1 miliardi rispetto al dato di fine dicembre con un leverage di gruppo a 0,15 a fronte degli 0,20 registrati al 31 dicembre 2021.
L’esplorazione e produzione
Passando ai risultati dei vari business, il segmento E&P (esplorazione e produzione) ha conseguito un ebit adjusted di 4,87 miliardi nel secondo trimestre 2022, in crescita sequenziale dell'11% e più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2021, catturando appieno il miglioramento dello scenario. La produzione del trimestre è stata pari a 1,58 milioni di boe/giorno, -1% rispetto al secondo trimestre 2021; in leggera riduzione rispetto al trimestre precedente per effetto della forza maggiore principalmente in Libia, Nigeria e Kazakhstan.
Gas e Versalis
Dopo un robusto primo trimestre grazie al contributo del business GNL e della flessibilità del portafoglio, il settore Ggg ha conseguito il break-even nel secondo trimestre, per effetto della normale stagionalità del business.Il business R&M ha conseguito risultati molto positivi, registrando un ebit adjusted di €979 milioni trainato dal significativo rialzo dei margini di raffinazione, ma con prestazioni migliori dello scenario grazie al maggiore tasso di utilizzo degli impianti, all'ottimizzazione delle produzioni, alle azioni di efficienza per ridurre il consumo di gas naturale, nonostante maggiori costi sostenuti per sostituire il greggio russo nei processi di lavorazione delle raffinerie.Nonostante l'aumento dei costi delle materie prime petrolifere e l'andamento dei costi delle utilities industriali indicizzate ai prezzi del gas, il business della chimica, gestito da Versalis, ha conseguito un risultato positivo di 125 milioni nel secondo trimestre, rispetto alla perdita di 115 milioni del primo trimestre 2022, grazie alle iniziative di efficienza e di ottimizzazione dei volumi di produzione.
Plenitude e Power
Nel secondo trimestre Plenitude (che include il business retail, renewable & mobilità elettrica) ha registrato l’ebit adjusted di 112 milioni (+58% sullo stesso trimestre 2021) per effetto delle maggiori produzioni di energia elettrica rinnovabile e dei maggiori prezzi di vendita all'ingrosso, nonché della gestione attiva della base clienti confermando la resilienza del nostro modello di business integrato.Il business Power ha conseguito un ebit adjusted in riduzione (-24% vs. trimestre 2021) per effetto dello scenario meno favorevole, parzialmente compensato dai maggiori proventi da servizi (capacità e dispacciamento).
Migliorata la guidance sulle nuove risorse esplorative
Guardando al prosieguo dell’anno, Eni alza leggermente la guidance sulle nuove risorse esplorative per il 2022. Sono stimate circa 700 milioni di barili di olio equivalente di nuove risorse esplorative attese nel 2022, in aumento rispetto al precedente target di 600 milioni di boe. Sul fronte della produzione, invece, l’asticella è di 1,67 milioni di boe/giorno in linea il target precedente di 1,7 milioni di boe/giorno. Confermata la guidance di utile operativo adjusted di Ggp (Global gas and Lng Portfolio) di almeno 1,2 miliardi di euro. Il risultato del secondo semestre- è previsto realizzarsi nel quarto trimestre. Sulla produzione di idrocarburi la previsione è di 1,67 milioni di boe/giorno in linea con la guidance precedente di 1,7 milioni di boe/giorno, al netto degli impatti della forza maggiore e dell’aggiornamento dello scenario Eni per il riferimento Brent a 105 dollari/barile nel 2022. Per il downstream l’ebit adjusted è proiettato in rialzo tra 1,8- 2 miliardi rispetto all’aspettativa iniziale di ebit solo positivo.
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