L’INCHIESTA

Eni: pm Milano indagano su presunte tangenti in Congo

(Reuters)

2' di lettura

Un'inchiesta per corruzione internazionale ha portato ieri i militari della Guardia di finanza a eseguire perquisizioni a Milano, Roma e Montecarlo per verificare presunte tangenti pagate dall'Eni in Congo. A beneficiarne pubblici ufficiali congolesi e anche manager dell'azienda energetica. Nell'ambito dell'inchiesta, si ipotizza che per rinnovare le concessioni petrolifere in uso a Eni questa avrebbe pagato non solo il normale prezzo pattuito, ma anche, in chiave di promozione dell'economia del Paese, avrebbe accettato di coinvolgere società congolesi indicate dal governo per almeno il 10% del valore dei contratti stimati in 350 milioni.

Di quel 10% avrebbero beneficiato esponenti governativi del Congo attraverso partecipazioni occulte in società schermo. Parte di questa tangente sarebbe invece tornata a vantaggio di Roberto Casula, attuale capo delle attività di esplorazione e produzione. A Casula i pm Sergio Spadaro e Paolo Storari ritengono di poter ricondurre la WNR-World Natural Resources, la società di diritto britannico alla quale nel 2013-2015 proprio la congolese AOGC cedette il 23% dei diritti di esplorazione.

Loading...

Il 6 luglio 2017 Eni, nella semestrale, aveva rassicurato circa l'avvio di accertamenti dei pm su accordi di Eni Congo nel 2013-2015 con il Ministero degli Idrocarburi e sulle modalità con cui erano state individuate le imprese in partnership.

Tra gli indagati, oltre a Casula, Haly e l'Eni, figurano anche Maria Paduano, dirigente Eni, Ernest Olufemi Akinmade, ex dirigente di Agip in Nigeria, e un altro ex dirigente di Agip, Andrea Pulcini. Nell'ipotesi dei pm (ieri la Gdf ha effettuato una serie di perquisizioni) Eni, su richiesta del Congo, avrebbe fatto
entrare nei contratti per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi in quel Paese società riconducibili a pubblici ufficiali congolesi e, in particolare, la AOGC-Africa Oil and Gas Corporation di Denis Gokana, consigliere del presidente della Repubblica Democratica del Congo, Sassou Nguesso. Una società che, secondo l'accusa, sarebbe stata in realtà uno 'schermo' per far arrivare soldi a pubblici ufficiali del Congo, soci occulti. L'ammontare totale della presunta mazzetta, però, non è stato ancora quantificato.

Il secondo aspetto dell'indagine è che una società inglese, la WNR-World Natural Resources, avrebbe incassato una parte dei diritti di esplorazione dalla AOGC. E questa società inglese, secondo i pm, sarebbe riconducibile a Casula, attraverso Paduano e Akinmade. Anche questa parte di presunta tangente non è stata ancora quantificata.

In una nota, l’azienda italiana conferma «di aver ricevuto ieri dalla Procura di Milano una richiesta di consegna di documenti in relazione ad alcune attività svolte in Congo nel 2009 e nel 2014». Richiesta che «fa seguito ad altre due precedenti ricevute nel 2017 di cui la società aveva già dato notizia nella propria informativa finanziaria». Infine dichiara «la propria totale estraneità da presunte condotte illecite in relazione alle operazioni oggetto di indagine e di non avere avuto alcun rapporto con la società WNR - World Natural Resources».

Aggiornamento del 18 maggio 2023: Con decreto del 20 febbraio 2023 il Gip di Milano ha archiviato la posizione di Andrea Pulcini ritenendolo completamente estraneo ai fatti oggetto di contestazione

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti